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Il nostro itinerario nei luoghi del Giro d’Italia: dalle Dolomiti a Napoli, passando per Perugia, Siena e i Campi Flegrei

Il Giro prosegue la sua veloce pedalata per lo Stivale. I ciclisti hanno ormai macinato chilometri e chilometri sui pedali, e tra non molto saranno a Roma, dove domenica 26 maggio calerà il sipario sull’edizione 2024

Testo di Giuliana Lomazzi

Il Giro prosegue la sua veloce pedalata per lo Stivale. I ciclisti hanno ormai macinato chilometri e chilometri sui pedali, e tra non molto saranno a Roma, dove domenica 26 maggio calerà il sipario sull’edizione 2024. E ancora tanta bella Italia sfila davanti ai nostri occhi. Come si conviene a un telefilm a episodi, prima il riassunto delle puntate precedenti – tutti spunti per futuri viaggetti – ma anche qualche spoiler. E poi, soprattutto, focus su una zona ricca di suggestioni storiche e paesaggistiche, che è stata attraversata in occasione della nona tappa, Avezzano-Napoli, domenica 12 maggio.

A volo d’uccello
Rapido riepilogo, dunque. I corridori si sono ormai lasciati alle spalle il mar Ligure, poi il Tirreno per poi penetrare nell’entroterra toscano e affrontare tre tratti di sterrato a ricordo delle Strade bianche, la gara che si svolge nel Senese a marzo. E sempre in zona si svolgerà il 26 maggio l’Eroica di Montalcino: un’ottima occasione per scoprire questi sterrati che si snodano nella campagna in un saliscendi di colline, tra cipressi e panorami indimenticabili. La fatica è garantita per chi pedala!

I nostri Girini sono poi entrati in Umbria e si sono arrampicati su su fino al cuore di Perugia, la città che fu etrusca, poi romana, medievale e papalina, e oggi è più e attrattiva che mai viva. Da qui, dopo un passaggio nell’alto Lazio i corridori sono saliti al Gran Sasso; se l’idea di questa montagna vi ispira, è una buona idea salire con la navetta (purtroppo la funivia è chiusa) fino ai 2000 m dell’altopiano di Campo Imperatore, per una full immersion nelle vette appenniniche. Dopo il passaggio dall’Abruzzo alla Campania – la tappa che abbiamo selezionato – è cominciata la risalita della penisola costeggiando per un bel tratto la costa adriatica. Il Giro ha toccato Desenzano del Garda e il suo lago dal fascino intramontabile. Se capitate da quelle parti, fino al 2 giugno si può visitare la mostra Il Surrealismo. The infinite madness of dreams”, ospitata nel castello di Desenzano.

Protagoniste: le montagne
Saltato il passo dello Stelvio causa maltempo, c’è comunque una bella galoppata nelle Dolomiti fino a raggiungere quelle orientali, gli erti pendii del Monte Grappa, con picchi del 14%, che decideranno le sorti del giro. Nell’attesa dell’ingresso a Roma, andiamo a scoprire l’itinerario tra Abruzzo e Campania.

La conca del lago che fu
Partenza da Avezzano, nella conca del Fucino, che si chiama come l’antico lago bonificato nel XIX secolo. Ma prima ancora, a prosciugarlo ci provò l’imperatore Claudio, nel 41 d.C. Di questa imponente opera idraulica restano oggi il Madonnone, infrastruttura all’imbocco dell’ingresso ipogeo dell’emissario, e i così detti Cunicoli di Claudio, a periodi visitabili su prenotazione. Ma non si può lasciare Avezzano senza aver visto il castello Orsini-Colonna, originario del XII secolo e fortificato nel XVI: a pianta quadrangolare, con quattro possenti torrioni circolari ai lati, mostra ancora oggi la sua struttura difensiva. Per chi ha voglia di natura c’è la riserva del vicino monte Salviano sul quale sorge, a 1000 m di altezza, il santuario della Maadonna di Pietraquaria, di origine medievale.

Verso il mare
È ora di dirigersi verso le coste tirreniche per incontrare Mondragone (CE), affacciata sul Litorale Domizio. Come riportato da un recente servizio del TGR Campania, qui vivono una decina tra centenarie e ultracentenarie: a quanto pare il merito sarebbe del clima, posto a cavallo tra mare e montagna, e naturalmente la dieta mediterranea. Non sarà quindi un caso che già i romani – e tra questi il Cicerone di scolastiche reminiscenze – venissero a Mondragone per godersi il clima e languire nelle terme. Ricordano quei tempi l’antica Sinuessa, risalente al 296 d.C. e posta sulla via Appia, la villa Romana La Starza, il Santuario pagano di Panetelle, o la Torre del Paladino, un mausoleo del I secolo. Sul vicino Monte Petrino sorgono i resti della rocca Montis Dragonis, costruita tra l’VIII e il IX secolo dagli ultimi superstiti di Sinuessa.

Sempre sul mare è la vicina Castel Volturno (CE), con 27 km di litorale. Deve il suo nome a un castello e al fiume, ovviamente il Volturno. Proprio su una grande ansa di questo corso d’acqua, l’ultima prima della foce, sorse infatti nel IX-X secolo una fortificazione a difesa dai saraceni. La particolarità è che fu eretta sull’ultima arcata di un ponte fatto costruire sulla via Domiziana dall’imperatore Domiziano, nel 95 d.C. Il castello è sulla sponda sinistra del fiume, dove sorge anche il Borgo di San Castrese, il centro storico murato, che racchiude la quattrocentesca Torre di Patria, a forma di tronco di piramide, e la Cappella di Maria S.S. delle Civite, edificata sull’insediamento romano di Volturnum.

Dai Campi Flegrei a Napoli
Entriamo ora in una zona di grande fascino ma che incute anche timore: quella del supervulcano dei Campi Flegrei (ossia ardenti), con un’enorme caldera che ribolle, salita da un paio di anni agli onori delle cronache per i continui sciami sismici. Ma vulcano o no, la bellezza dei Campi è magnetica. Ben lo sapevano i romani, che fondarono Bauli (oggi Bacoli) e la vicina Baiae (Baia) per le loro vacanze. Di quel glorioso passato restano il Parco archeologico sommerso di Baia (visitabile in battello) e le rovine archeologiche a Bacoli, che vanta pure la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna di acqua potabile mai costruita, alta 15 m e capace di contenere 12.000 mc di acqua. Ma qui la storia non si è fermata dopo i romani, come mostra per esempio il Castello Aragonese di Baia, struttura difensiva del ‘400-’500 oggi adibita a Museo archeologico dei Campi Flegrei. Sempre nell’area del supervulcano ecco Pozzuoli, nota tra l’altro per le solfatare e il Tempio di Serapide (II secolo d.C.) e il lago d’Averno. Situato nel cratere di un vulcano spento, per gli antichi era la porta dell’oltretomba, come dimostrano l’Antro di Sibilla Cumana o il Tempio di Apollo, nella vicina zona archeologica di Cuma. Ormai ci separa un breve tragitto da Napoli. Qui la sosta è d’obbligo, ma ripartire non sarà così facile, intorno ci sono anche Pompei ed Ercolano, e molto altro…

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