Salute

In Calabria i malati di fibrosi cistica aspettano ancora una risposta

di Fiore Isabella

Mentre, per certa politica, diventa quasi un’abitudine annusare il profumo delle prebende attraversando la scaletta dello yacht del ricco imprenditore, per un povero Cristo che vive in Calabria e che ha bisogno di prenotare una visita specialistica non esistono scalette dove sono attraccati i suoi diritti. C’è una voce, in Calabria e non solo, che consegna alla calende greche gli appuntamenti per una visita specialistica o per una accertamento strumentale. E poi, abbassata la cornetta del telefono, il rientro, per chi non ha i soldi per andare nel privato, nel recinto della rassegnazione.

Ma non sono soltanto le liste di attesa che connotano l’arrancante sanità pubblica, in particolare nei luoghi dove Cristo non è riuscito ancora ad arrivare. C’è di più! Un’istanza di accesso formale agli atti amministrativi (artt. 2,24,25 della legge 241/90), prodotta in data 3 giugno 2023 dal Presidente e legale rappresentante di Lega Italiana Fibrosi Cistica Calabria OdV, a distanza di 11 mesi ancora non ha avuto una risposta, anche di diniego, da un paio di direttori generali delle ASP calabresi, quella regionale e quella provinciale di Catanzaro. Un’istanza finalizzata ad ottenere notizie dettagliate e copia della documentazione dei capitoli di spesa delle somme vincolate, ricevute dal 2002 al 2016 con delibere del CIPE, riguardanti “l’assegnazione alla Regione delle quote vincolate per la finalità di prevenzione e cura della fibrosi cistica (Legge 548/93)”.

Il Tribunale per i Diritti del Malato della Rete di Cittadinanzattiva di Lamezia Terme, il 10 aprile 2024, ha ritenuto opportuno rinfrescare la memoria ai destinatari dell’istanza senza, al momento, alcun esito. A tal riguardo, l’art. 2 della Legge 241 fa obbligo alle amministrazioni di concludere il procedimento mediante l’adozione di un provvedimento, anche quando si ravvisano: manifesta irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza della domanda.

Quel che appare grave è il silenzio dei destinatari istituzionali dell’istanza rispetto ad un diritto contemplato dalla Legge 241/90, che qualifica il rapporto di trasparenza tra i cittadini e le istituzioni. Sorprende come una richiesta di accesso a degli atti amministrativi pubblici, non ad informazioni secretate, non trovi soddisfazione addirittura dopo circa 300 giorni a dispetto dei 30 giorni stabiliti per legge.

Qualora ci volesse ancora del tempo per rintracciare delle risorse finanziarie (quote vincolate) assegnate con delibere del CIPE alla Regione Calabria, è bene che non si perda altro tempo e si dia conto, ed anche alla svelta, a chi quelle risorse le aspetta da anni. I malati di fibrosi cistica della Calabria vogliono conoscere il destino delle risorse a loro assegnate per continuare a sperare, attraverso progetti di prevenzione, di assistenza e di ricerca, in un futuro migliore.

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