Appena Mattarella ha dato l’ok al decreto, la Lega – con tutto il centrodestra dietro – è venuta allo scoperto. Dato che la proposta di legge che punta a liberalizzare la caccia (favorendo anche i bracconieri) era impantanata in commissione alla Camera, il contenuto che la compone verrà assorbito nel dl Agricoltura, sul quale – verosimilmente – il governo metterà la fiducia. Risultato? Già a partire dalla prossima stagione venatoria, cioè da settembre – visto che la legge dev’essere convertita entro il 15 di luglio – i cacciatori potranno sparare senza più regole. Ad annunciare la mossa – insensata, se si considera che un decreto-legge deve avere per sua natura il carattere dell’urgenza – è stato proprio il primo firmatario della proposta, in discussione in commissione Agricoltura, il leghista Francesco Bruzzone. Attraverso un video, poche ore dopo la firma del Capo dello Stato sul contestato dl Agricoltura voluto da Lollobrigida e approvato lunedì 6 maggio in Consiglio dei ministri, ha fatto sapere che sono pronti gli emendamenti (con ogni probabilità si tratterà di un maxi-emendamento) in tema caccia “da inserire al suo interno”. Lo scopo – lo dice lo stesso Bruzzone – è accelerare i tempi e “annullare completamente l’ostruzionismo che è in corso”.
IL NUOVO FAR-WEST – Il sogno del mondo venatorio (e della lobby degli armieri), dunque, con lo stravolgimento della legge sulla caccia (157/92), è a un passo dall’avverarsi. Cosa accadrà tra quattro mesi? I cacciatori potranno sparare ovunque, in tutta Italia, senza più le autorizzazioni territoriali, sette giorni su sette (viene cancellato il silenzio venatorio di due giorni alla settimana) e in tutte le forme di caccia possibili (prima, per aumentare la specializzazione dei cacciatori, si era obbligati a scegliere una sola tipologia). Si potrà sparare nei parchi e nelle aree urbane (grazie all’emendamento Foti alla legge di Bilancio). Le associazioni ambientaliste (e i giudici amministrativi) non potranno più rilevare le irregolarità – che si consumano ogni anno – delle singole Regioni, che stabiliranno le forme e i modi della stagione venatoria senza più dover rispettare le indicazioni scientifiche dell’Ispra; verranno ridotte le sanzioni per chi sparerà in un fondo chiuso e/o al di fuori della stagione venatoria; i richiami vivi non saranno più posti sotto la tutela della 157/92, favorendo i traffici illegali di avifauna. In definitiva, come denunciato dalle 16 associazioni che sostengono la petizione de il Fatto Quotidiano, “si fa un regalo alle doppiette, arrecando danni irreversibili alla fauna e alla biodiversità e aumentando i rischi per la pubblica incolumità“. Oltre a tutto questo, il dl Agricoltura stabilisce già che i carabinieri forestali, il cui reparto operativo Soarda si occupa proprio di antibracconaggio, passeranno sotto il controllo del ministro Lollobrigida.
Chi si è opposto allo scempio, in commissione Agricoltura alla Camera, è stato il Movimento 5 stelle, che ha presentato circa 1.100 emendamenti. “Bruzzone e la maggioranza di governo hanno capito che non ce l’avrebbero fatta ad approvare la legge, così hanno fatto ricorso a questa mossa” dice il deputato ed ex ministro all’Ambiente, Sergio Costa. “Si tratta dell’ultimo miglio per uccidere la biodiversità, perché col combinato disposto dell’emendamento Foti, ora i cacciatori potranno fare ciò che vogliono. Ciò che sta accadendo è una cosa gravissima, in palese spregio alla democrazia parlamentare. Gli emendamenti sulla caccia non hanno alcun carattere d’urgenza. L’urgenza è trovare soluzioni per le famiglie che non arrivano alla fine del mese, è far ripartire la nostra sanità, è assicurare ai nostri ragazzi un’istruzione degna di questo nome in strutture funzionanti e organizzate. Che urgenza c’è nello sparare?“.
LA BANDIERA ELETTORALE – Ora il decreto-legge di Lollobrigida approderà in Senato per l’approvazione. Nel passaggio successivo, alla Camera, con ogni probabilità verrà posta la fiducia per blindare il testo con le modifiche annunciate da Bruzzone. “Siamo di fronte al passaggio definitivo per portare a casa il risultato” ha detto il deputato della Lega. Una mossa che non a caso arriva a tre settimane dalle elezioni europee quando, a questo punto, il Carroccio e Fratelli d’Italia potranno dire al proprio elettorato di aver mantenuto le promesse. “Il minuto dopo – avverte Costa – incapperemo in una nuova procedura d’infrazione, e questo è davvero insopportabile”. Sì, perché lo scorso febbraio la Commissione europea ha deciso di avviare – dopo mesi di trattativa, fallita – una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva Uccelli e del regolamento REACH (che, tra le altre cose, introduce nuove restrizioni all’utilizzo del piombo nelle munizioni dei cacciatori). Se tutti i punti della pdl Bruzzone diventeranno legge, per il fatto di allentare le regole e, addirittura, indebolire il contrasto alle attività illegali, è molto probabile che la procedura d’infrazione verrà attivata. Tradotto: sanzioni da pagare coi soldi dei cittadini, mentre boschi e campagne rischieranno di diventare il far-west.
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