Mentre in Lombardia si fanno i conti con la “storica alluvione” di ieri, è il Veneto a destare maggiore preoccupazioe. È stato decretato l’allarme rosso. “È un autentico disastro, abbiamo messo in funzione tutti i bacini di laminazione, sei i bacini in funzione, cinque in provincia di Vicenza, uno in provincia di Verona: questo dà la dimostrazione dell’intensità della pioggia, in poche ore tanta acqua, abbiamo raggiunto una punta di 229 mm. Se non avessimo avuto i bacini oggi avremmo avuto i gommoni in giro per Vicenza” dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo il vertice dalla sede della protezione civile di Marghera.
Vicenza – Il fiume Bacchiglione che ha toccato nella notte i 6.04 metri di altezza. Un muro della scuola Malfermoni, una parete di pietra, non ha retto alla pressione e l’acqua ha invaso e danneggiato il parco giochi dell’istituto. A poca distanza, sempre in città, è crollato il muro della scuola Dame Inglesi che confina con il fiume. Anche qui il fango ha invaso il cortile. Allagati gli scantinati del liceo Fogazzaro, dove si registra un metro d’acqua. A causa degli allagamenti dovuti al maltempo chiuse alla circolazione strada delle Cà Perse, strada dei Ponti di Debba e strada di Casale.
Un ponte è stato spazzato via nella notte da un torrente in piena nel comune di Malo (Vicenza). A farlo crollare è stata la forza della corrente del torrente Livergon, ingrossato dalle piogge. Nessua persona è rimasta coinvolta nell’incidente. Il “Ponte delle galline”, così è chiamato dai residenti, collegava via San Giovanni con via Chenderle. Il boato ha svegliato i residenti della zona che hanno poi dato l’allarme. Sempre a Malo si è registrato il crollo anche di un altro ponte, più piccolo, nella zona di via Petrarca. Pesanti i danni da maltempo anche nel comune di Isola Vicentina.
A Schio (Vicenza) i carabinieri hanno salvato due donne rimaste intrappolate all’interno della loro auto in un sottopasso allagato in viale Europa. I militari si sono immersi nell’acqua e fango tracimati dai torrenti e hanno estratto le due donne facendole passare dai finestrini. A Vicenza 71 gli interventi tra danni d’acqua e smottamenti, con 35 ancora in attesa. Smottamenti e frane nella zona dell’Alto Vicentino nei pressi di Schio. A Rovigo, 26 gli interventi effettuati, a Treviso 15. A Venezia sono stati 52 ma ce ne sono ancora 12 in attesa. Interruzione precauzionale delle linee verso Padova, Treviso e Schio a causa del livello dei fiumi Bacchiglione, Retrone e Astico. Anche il fiume Brenta, che attraversa Bassano del Grappa (Vicenza), si è alzato nel corso della notte ma restando entro gli argini. Problemi più gravi del previsto a Castelfranco Veneto (Treviso) dove sono caduti 100 mm di pioggia in un’ora e sono esondati i torrenti Avenale e Muson. Il sindaco Stefano Marcon, che è anche presidente della Provincia, ha annunciato la chiusura di tutte le scuole per venerdì.
Disagi nel Veronese – Proseguono le operazioni di soccorso per le violente piogge che hanno interessato l’Est e la Bassa veronese. Negli interventi viene utilizzato anche l’elicottero “Drago 153” del reparto volo dei vigili del fuoco di Venezia, nel territorio di Cologna Veneta (Verona) dove, a seguito della rottura di un argine del fiume Guà, ci sono stati allagamenti alle campagne e alle aziende agricole, oltre ad un tratto della S.P. Nuova Padovana. Il sindaco Manuel Scalzotto ha attivato il centro di accoglienza della Protezione civile. A Zimella è allagata la zona nei ritorni del cimitero. Chiuse alcune strade nei comuni di Albaredo d’Adige e Veronella. Al momento non è stato necessario evacuare nessun residente, ma a Zimella i genitori hanno tenuto a casa i bambini della scuola dell’infanzia. Oggi scuole chiuse anche a Soave, oltre che San Giovanni Ilarione, in Val d’Alpone. Nella cittadina murata sono ancora allagate alcune strade, in particolare la zona degli impianti sportivi, e non sono transitabili. Una frana ha interrotto la strada per il Castello scaligero. Pesanti disagi nella frazione di Costeggiola, tra Cazzano di Tramigna e Soave, con garage, cantine e taverne invase dall’acqua. Allagamenti si registrano anche a Isola Rizza e a Bevilacqua.
La preoccupazione di Zaia – “Un’alluvione così a metà maggio non ce l’aspettavamo. È un fenomeno eccezionale per la stagionalità e per le sue caratteristiche: acquazzoni intensi in pochissimo tempo, che non permettono uno sgombero dell’acqua superficiale di andarsene con velocità. Siamo in oggettiva difficoltà. Si è di fronte ad un fatto inusuale, non programmato- C’è preoccupazione per le previsioni – ha spiegato il governatore – che ora ci impongono di dire di fare molta attenzione, e invito i cittadini di muoversi se non per lo stretto necessario e comunque lontano dagli argini”. Il maltempo si sta ora spostando ad est. “Avremo battaglia fino a domani – osserva – e poi vediamo come si metterà. C’è la massima allerta”. Per Zaia tra le cause vi è anche l’azione sugli argini di nutrie e tassi: “Lo sfondamento a Castelnuovo e a isola Vicentina è la dimostrazione. Senza voler male a questi animali, noi dobbiamo salvaguardare la vita dei cittadini. Non possiamo permettere che questo continui e sicuramente un rimedio va trovato. Abbiamo investito 2,7 miliardi nel 2010 con i quali sono state realizzate un sacco di opere Grazie a questi interventi possiamo dire che Vicenza è salva. Se non avessimo avuto i bacini di laminazione, oggi sarebbe stato un autentico disastro”.
Ogni 300 anni – “L’altezza di precipitazione di 230 millimetri in sei ore a Velo d’Astico (Vicenza) corrisponde a un ‘tempo di ritorno’ di più 300 anni. Ovvero un fenomeno di tale intensità si presenta in media una volta ogni 300 anni“. Sono i primi risultati di alcune rilevazioni su modelli statistici effettuate nell’immediatezza dell’evento meteo in Veneto delle scorse ore da Marco Marani, del Dipartimento Icea dell’Università di Padova, Direttore del Centro Studi sugli Impatti dei Cambiamenti Climatici istituito dall’ateneo padovano a Rovigo. Il centro collabora attivamente allo sviluppo di modelli, anche previsionali, con l’Arpav, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente del Veneto. “Non significa, purtroppo, che potremo attendere cosi tanto prima di rivedere questo tipo di evento – aggiunge Marani -. Questo potrebbe realizzarsi anche in tempi più brevi, perfino il prossimo anno, anche se con probabilità bassa. Il cambiamento climatico lo renderà un evento purtroppo più frequente. Prendendo in analisi anche i 70 millimetri caduti in 30 minuti in altre zone del Veneto, è possibile affermare che vi corrisponde un tempo di ritorno di circa 200 anni”.
Allerta ancora in corso per Milano e Lombardia – Ancora allerta meteo a Milano e in Lombardia, in particolare nelle zone dove scorrono i fiumi Seveso e Lambro che sono esondati. Il Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Naturali della Regione Lombardia ha confermato l’avviso di criticità arancione (moderata) per rischio idrogeologico e rischio idraulico. La vasca del Seveso, che mercoledì si è riempita, è stata parzialmente svuotata e quindi potrà essere nuovamente utilizzata in caso di bisogno. Il Centro operativo comunale (COC) della Protezione civile è attivo per il monitoraggio dei livelli idrometrici dei fiumi e per coordinare gli interventi.
Dal Comune arriva l’invito a non sostare nelle aree a rischio esondazione dei due fiumi, vicino ai sottopassi, sotto gli alberi e le impalcature di cantieri, dehors e tende, e a mettere in sicurezza in sicurezza oggetti e vasi su balconi e terrazzi.
Un disperso nel Comasco – Complicata la situazione anche in Lombardia. A Cantù (Como) sono in corso le ricerche di un uomo caduto in un torrente in piena e trascinato via dalla corrente. L’uomo ha 66 anni e secondo le testimonianze si trovava con due persone su un ponticello che ha ceduto improvvisamente. Gli altri due sono riusciti a uscire dall’acqua, mentre il terzo è stato inghiottito e trascinato via. Le acque sono quelle del torrente Serenza, che in quel punto si chiama roggia Galliano, corso d’acqua che alcuni chilometri più a sud si getta del fiume Seveso. In zona, poco dietro all’ospedale di Cantù, stanno operando le squadre dei vigili del fuoco, con il Soccorso Alpino Fluviale, oltre alle ambulanze e all’automedica. Sul posto anche l’elicottero dei vigili del fuoco che dopo avere percorso più volte il corso del torrente è rientrato alla base. Il ponticello è in parte in ferro e in parte in muratura ed è stato realizzato pochi mesi fa, quando sono state costruite in zona delle vasche di laminazione per evitare allagamenti a valle.
Disagi a Milano – Il maltempo continua a creare disagi a Milano: un albero è caduto sulla rete aerea dei tram 2 e 14 costringendo a interrompere, temporaneamente, il servizio. Lo rende noto – sul proprio sito – Atm, la società che gestisce i mezzi pubblici. Di conseguenza il tram 2 è sostituito da bus tra piazza 6 febbraio e piazzale Cantore (il servizio è normale tra Duomo e Maciachini) e il tram 14 è sostituito da bus tra piazzale Cantore e Lorenteggio (continua il servizio tra il Cimitero Maggiore e via Cantù/Duomo).
Il traffico in diverse zone della città, anche a causa di alcuni cantieri stradali, sta rallentando la circolazione delle linee 12, 35, 43, 47, 51, 87, 92 e 93. Sono stati oltre 200 gli interventi effettuati da ieri mattina alle 8 (una trentina nella notte) dai Vigili del fuoco del Comando provinciale di Milano nella metropoli e nell’hinterland, e in particolar modo tra il quartiere Ponte Lambro, in città, e Gessate e Bellinzago Lombardo, in provincia, i luoghi più colpiti dall’emergenza maltempo. A Bellinzago Lombardo, in particolare, le scuole oggi sono chiuse e l’acqua si ritira ma lentamente, continuando ad occupare strade, marciapiedi, cantine e androni. A Ponte Lambro sono ancora in funzione i gruppi elettrogeni dei pompieri per la presenza di alcuni edifici ancora senza elettricità.
Le operazioni di soccorso sono in corso nei comuni di Bellinzago e Gessate. Numerose idrovore, fanno sapere i vigili del fuoco, sono state dispiegate sul posto per svuotare scantinati e rimesse. I vigili del fuoco sono giunti da diversi comandi lombardi al fine di integrare il dispositivo di soccorso del comando di Milano. Funzionari tecnici dei vigili del fuoco stanno effettuando diversi sopralluoghi nelle aree maggiormente colpite per valutare le criticità e intervenire di conseguenza. Uno dei segni più evidenti dei danni causati dall’alluvione è il crollo di due ponti su un corso d’acqua minore “ torrente Trobbia” nel comune di Cambiago uno in via della Rocca e l’altro in via Piave. A causa di questi crolli, un maneggio e una decina di residenti sono attualmente difficilmente raggiungibili.
Il sorvegliato speciale Po – Crescono i livelli del Po in Lombardia ed Emilia-Romagna in seguito alle intense precipitazioni che hanno interessato diverse aree nel settore nord occidentale del bacino e i conseguenti fenomeni di piena di alcuni affluenti, in particolare lombardi. L’Agenzia interregionale per il fiume Po stima che i livelli del fiume possano nuovamente crescere nelle prossime 24-36 ore con valori prossimi alla soglia 1 di criticità (ordinaria, colore giallo) nel tratto tra Piacenza e Boretto. Potranno essere interessate alcune aree golenali e per questo si consiglia prudenza nell’avvicinarsi al fiume. Aipo monitora la piena in coordinamento con i sistemi di protezione civile regionali e locali.
Pioggia e neve in Valtellina – Pioggia battente sul fondovalle e fitte nevicate in quota su Alpi Retiche e Orobie. Da tre giorni Valtellina e Valchiavenna sono strette nella morsa del maltempo con temperature decisamente al di sotto delle medie stagionali. Anche il livello dei corsi d’acqua è sotto stretta osservazione con alcuni torrentelli che di solito sono pietraie e che ora, invece, sono in piena e a rischio esondazione. Pochi sino ad ora gli interventi dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Sondrio e dei distaccamenti di Morbegno, Mese, Tirano e Valdisotto, che hanno giusto rimosso alcuni alberi sulle strade. I riflessi negativi ora sono sugli albergatori e titolari di attività ricettive delle località di villeggiatura montane perché il prolungato periodo di meteo inclemente sta fortemente rallentando le prenotazioni nelle strutture per le vacanze e gli arrivi nei rifugi alpini. Questi ultimi, in tanti, stanno infatti anche rimandando la riapertura in conseguenza delle abbondanti precipitazioni nevose che non si fermano. A risentirne pure l’attività di guide alpine e accompagnatori di mezza montagna rimasti senza clienti.
Danni nel Mantovano – Forti temporali hanno interessato tutto il Mantovano. Strade e cantine allagate, tetti scoperchiati, alberi abbattuti e anche la grandine. Tra le 18 e le 19 si sono scatenati dei violenti temporali che hanno scaricato quantità d’acqua notevoli. Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco, ma non si registrano feriti e nemmeno persone evacuate. È in corso la conta dei danni che si prevedono ingenti. La grandine ha colpito soprattutto l’alto Mantovano, in particolare i Comuni di Goito e Castiglione delle Stiviere, con chicchi di ghiaccio di cinque centimetri di circonferenza. I campi un po’ in tutta la provincia si presentano come risaie. I livelli dei fiumi, come il Po e la Secchia, sono in rialzo ma non destano ancora preoccupazione. Anche gli altri corsi d’acqua sono sotto controllo. Numerosi i centri abitati allagati a causa delle fognature che non hanno retto il volume di pioggia scaricata. Colpita anche Mantova, dove si registrano molti allagamenti di scantinati e piani terra. La tettoia degli spogliatoi di una società dilettantistica cittadina, la Mantovana Junior, è crollata a causa del vento e della pioggia. Negli spogliatoi c’erano alcuni dirigenti che non hanno avuto conseguenze.
L’alluvione storica – È stato decisamente storica l’alluvione che ha colpito ieri la Lombardia: “Sul 30% del territorio regionale è caduto in 15 ore un quantitativo di pioggia pari a quello dell’intero mese di maggio, ma con picchi in alcuni casi persino doppi” spiega il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara. “Punte di oltre 120mm – dice Ferrara – sono state infatti registrate in modo diffuso, e non localizzato, da Lodigiano, Milanese, Brianza, Varesotto, con picchi persino superiori ai 200mm. La stessa perturbazione ha successivamente causato condizioni di severo maltempo tra Emilia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, anche qui con violenti temporali, grandinate, nubifragi, allagamenti e disagi” Responsabile dell’ondata di maltempo una particolare configurazione chiamata ‘blocco a omega: “Nel caso specifico, la perturbazione che ha colpito il Nord ha subito un forte rallentamento, con conseguente persistenza del maltempo sulle stesse zone per diverse ore – prosegue il meteorologo di 3bmeteo.com Francesco Nucera – questo a causa di un anticiclone presente sulla Scandinavia che ha fatto da vero e proprio blocco. Dall’altra parte una seconda perturbazione insiste sull’Europa orientale: abbiamo dunque un grande anticiclone centrale, con ai fianchi le due basse pressioni, ed è proprio questo il cosiddetto ‘blocco ad Omega’”.