Lo stop al duello tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein innesca un vespaio di polemiche politico-mediatiche. Alla delusione delle due leader si contrappone l’esultanza di Giuseppe Conte, l’escluso più eccellente dal confronto che doveva tenersi il 23 maggio a Porta a porta: il presidente M5s sfida la premier a misurarsi con i rappresentanti di tutte le forze politiche. Ma da Fratelli d’Italia arriva subito una chiusura: “Ha già perso troppo tempo”. E Bruno Vespa, che doveva ospitare il faccia a faccia, lamenta: “Ci è stato proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto”.
Lo stop è arrivato giovedì dalla Rai, dopo che l’Agcom, interpellata sul rispetto della par condicio, ha imposto che il format del faccia a faccia, anche in più serate, venisse accettato “dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento“. Il consenso infatti è arrivato solo da quattro soggetti su otto, cioè Fratelli d’Italia, Lega, Pd e Stati uniti d’Europa, mentre si sono opposti il Movimento 5 stelle, l’Alleanza Verdi e Sinistra, Forza Italia e Azione. “Tutte le forze politiche hanno sempre avuto e sempre avranno il giusto spazio nelle nostre trasmissioni”, afferma Vespa. “E nel 2024 i quattro partiti favorevoli al confronto rappresentano il 63,32% delle forze parlamentari. L’esasperazione della par condicio non giova a nessuno. Non a caso i tecnici ne invocano da tempo la revisione. Si avrà il coraggio di farlo?”, si chiede.
La segretaria dem Schlein, delusa, attacca i partiti che hanno messo il veto sul format: “C’è chi ha preferito rinunciare a un’opportunità di confronto in prima serata per spiegare le proprie idee pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti del Paese”. Esulta invece Conte: “Spiace che ci sia stato bisogno di una pronuncia dell’Agcom a tutela della libera e completa informazione dei cittadini, quando sarebbe bastato un po’ di buonsenso e di rispetto verso gli elettori, che non meritano queste furbate”, dichiara. E sfida la premier: “Cara Giorgia che farai adesso? Ti tirerai indietro rispetto a un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai, vieni da Mentana“, scrive, riferendosi al confronto in due serate tra tutti i leader proposto dal direttore del Tg La7. Soddisfatto anche il leader di Forza Italia, il vicepremier Antonio Tajani: “Essendoci un sistema proporzionale per il Parlamento europeo è più giusto fare ascoltare contemporaneamente tutti i leader in un confronto sulle questioni”.
Da Fratelli d’Italia, però, arriva una chiusura all’ipotesi di una partecipazione della premier ad altri tipi di confronto tv. “Giorgia Meloni è stata la prima presidente del Consiglio che ha dato disponibilità per un confronto con la principale forza politica di opposizione in vista di un importante appuntamento elettorale. Purtroppo, l’Agcom ha fatto sue le argomentazioni di chi ha voluto impedire questo confronto. Fratelli d’Italia ne prende atto e conferma la disponibilità al confronto attraverso i propri rappresentanti politici, senza far perdere ulteriore tempo alla presidente del Consiglio”, comunicano i componenti del partito in Commissione di Vigilanza. Dalla Lega, invece, si fa sapere che il segretario Matteo Salvini è disponibile a un faccia a faccia con gli altri leader. A farsi avanti per ospitarlo anche il direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis, che invita “i leader delle forze politiche costituite in gruppi parlamentari” a un confronto in diretta da tenersi in un’unica serata, il 27 maggio. E la prima adesione arriva da Carlo Calenda, leader di Azione: “È la nostra proposta fin dal primo minuto”, fanno sapere dal partito.
Media & Regime
Salta il duello tv Meloni-Schlein, Conte: “Ora la premier accetti un confronto con tutti”. Ma FdI chiude all’idea: “Non perderà altro tempo”
Lo stop al duello tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein innesca un vespaio di polemiche politico-mediatiche. Alla delusione delle due leader si contrappone l’esultanza di Giuseppe Conte, l’escluso più eccellente dal confronto che doveva tenersi il 23 maggio a Porta a porta: il presidente M5s sfida la premier a misurarsi con i rappresentanti di tutte le forze politiche. Ma da Fratelli d’Italia arriva subito una chiusura: “Ha già perso troppo tempo”. E Bruno Vespa, che doveva ospitare il faccia a faccia, lamenta: “Ci è stato proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli. È una vittoria della democrazia? Non ne sono convinto”.
Lo stop è arrivato giovedì dalla Rai, dopo che l’Agcom, interpellata sul rispetto della par condicio, ha imposto che il format del faccia a faccia, anche in più serate, venisse accettato “dalla maggioranza delle liste con rappresentanza in Parlamento“. Il consenso infatti è arrivato solo da quattro soggetti su otto, cioè Fratelli d’Italia, Lega, Pd e Stati uniti d’Europa, mentre si sono opposti il Movimento 5 stelle, l’Alleanza Verdi e Sinistra, Forza Italia e Azione. “Tutte le forze politiche hanno sempre avuto e sempre avranno il giusto spazio nelle nostre trasmissioni”, afferma Vespa. “E nel 2024 i quattro partiti favorevoli al confronto rappresentano il 63,32% delle forze parlamentari. L’esasperazione della par condicio non giova a nessuno. Non a caso i tecnici ne invocano da tempo la revisione. Si avrà il coraggio di farlo?”, si chiede.
La segretaria dem Schlein, delusa, attacca i partiti che hanno messo il veto sul format: “C’è chi ha preferito rinunciare a un’opportunità di confronto in prima serata per spiegare le proprie idee pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti del Paese”. Esulta invece Conte: “Spiace che ci sia stato bisogno di una pronuncia dell’Agcom a tutela della libera e completa informazione dei cittadini, quando sarebbe bastato un po’ di buonsenso e di rispetto verso gli elettori, che non meritano queste furbate”, dichiara. E sfida la premier: “Cara Giorgia che farai adesso? Ti tirerai indietro rispetto a un confronto con il sottoscritto e gli altri leader? Dai, vieni da Mentana“, scrive, riferendosi al confronto in due serate tra tutti i leader proposto dal direttore del Tg La7. Soddisfatto anche il leader di Forza Italia, il vicepremier Antonio Tajani: “Essendoci un sistema proporzionale per il Parlamento europeo è più giusto fare ascoltare contemporaneamente tutti i leader in un confronto sulle questioni”.
Da Fratelli d’Italia, però, arriva una chiusura all’ipotesi di una partecipazione della premier ad altri tipi di confronto tv. “Giorgia Meloni è stata la prima presidente del Consiglio che ha dato disponibilità per un confronto con la principale forza politica di opposizione in vista di un importante appuntamento elettorale. Purtroppo, l’Agcom ha fatto sue le argomentazioni di chi ha voluto impedire questo confronto. Fratelli d’Italia ne prende atto e conferma la disponibilità al confronto attraverso i propri rappresentanti politici, senza far perdere ulteriore tempo alla presidente del Consiglio”, comunicano i componenti del partito in Commissione di Vigilanza. Dalla Lega, invece, si fa sapere che il segretario Matteo Salvini è disponibile a un faccia a faccia con gli altri leader. A farsi avanti per ospitarlo anche il direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis, che invita “i leader delle forze politiche costituite in gruppi parlamentari” a un confronto in diretta da tenersi in un’unica serata, il 27 maggio. E la prima adesione arriva da Carlo Calenda, leader di Azione: “È la nostra proposta fin dal primo minuto”, fanno sapere dal partito.
I nuovi Re di Roma
di Il Fatto Quotidiano 6.50€ AcquistaArticolo Precedente
Rcs, via lo smart working nelle redazioni Rcs ma non al Corriere. I giornalisti protestano: “Discriminazione senza senso”
Articolo Successivo
Usigrai, presidio in viale Mazzini per la libertà di stampa. C’è anche il consorzio europeo Mfrr: “Italia sta prendendo esempio dall’Ungheria”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, summit a Parigi: Meloni frena sull’invio di truppe. E Scholz: “Sbagliato parlare di militari Ue sul terreno”. Starmer: “Per la pace vitali le garanzie Usa”
Politica
Russia ancora contro Mattarella: ‘Parallelo con Hitler? Conseguenze’. Ovazione in Aula per il Presidente. M5s: “Noi non l’avremmo detto”
Politica
Conte lancia la piazza anti-governo: “Stanchi di prese in giro”. Schlein: “Ci siamo, organizziamola insieme”
La Paz, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Almeno 30 persone sono morte a causa di un incidente che ha coinvolto un autobus passeggeri, precipitato in un burrone profondo 800 metri nella città di Yocalla, nel sud della Bolivia. Lo ha riferito la polizia locale.
Tel Aviv, 17 feb. (Adnkronos) - Secondo quanto riportato dall'emittente statale israeliana Kan, citando diverse fonti, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, non fa più parte del team incaricato delle trattative per la liberazione degli ostaggi. Fonti a conoscenza dei dettagli affermano che Bar potrebbe unirsi a una delegazione in futuro se si svolgeranno i negoziati sulla fase due.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Prosegue la protesta di Azione alla Camera sul decreto Milleproroghe: il capogruppo Matteo Richetti e la vicecapogruppo Elena Bonetti lasciano i lavori in corso nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio. “Dopo il tempo sprecato dal governo nella discussione al Senato alla ricerca di una composizione delle divisioni interne, il testo del decreto è stato trasferito alla Camera solo questa mattina e approderà in Aula nella giornata domani. Alle Commissioni riunite – dichiarano Richetti e Bonetti – non restano che poche ore di esame notturno, una scelta che rende inutile ogni confronto di merito sulle misure contenute nel provvedimento e offende profondamente la funzione parlamentare e la dignità dei deputati membri. Se il governo intende ridurci a figuranti, abbia almeno la decenza di assumersene la responsabilità davanti al Paese. Noi non li aiuteremo”. Azione aveva già espresso nella mattinata la propria contrarietà al ripetuto ricorso alla fiducia, rendendo noto di non aver presentato, per questa ragione, emendamenti al decreto Milleproroghe.
Beirut, 17 feb. (Adnkronos) - Il governo libanese ha annunciato di aver approvato una risoluzione secondo cui soltanto lo Stato potrà possedere armi. La risoluzione chiede di fatto il disarmo di Hezbollah e include l'impegno a rispettare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Ha ribadito le perplessità sul formato del vertice di Parigi, sull'invio di truppe europee in Ucraina e la necessità di percorrere strade che prevedano il coinvolgimento degli Stati Uniti. Queste le linee, a quanto si apprende, dell'intervento della premier Giorgia Meloni oggi al summit a Parigi convocato da Emmanuel Macron alla presenza del britannico Keir Starmer, del premier olandese, Dick Schoof, del cancelliere tedesco Olaf Scholz, del capo del governo polacco Donald Tusk e del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. All'Eliseo anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte e i vertici Ue, Antonio Costa e Ursula von der Leyen.
Meloni, a quanto si apprende, ha sottolineato di aver voluto essere presente per non rinunciare a portare il punto di vista dell’Italia, ma di avere espresso le sue perplessità riguardo un formato che, a suo giudizio, esclude molti Paesi, a partire da quelle più esposti al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa. Anche perché, avrebbe rimarcato la premier, la guerra in Ucraina l’abbiamo pagata tutti.
Per l'Italia le questioni centrali rimangono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato rischia di fallire. Quindi Meloni avrebbe rimarcato l'utilità di un confronto tra le varie ipotesi in campo, osservando come quella che prevede il dispiegamento di soldati europei in Ucraina appaia come la più complessa e forse la meno efficace. Una strada su cui l'Italia avrebbe mostrato le sue perplessità al tavolo.
Secondo Meloni, a quanto viene riferito, andrebbero esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana. La premier avrebbe definito una sferzata sul ruolo dell'Europa quella lanciata dall'amministrazione Usa ma ricordando che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida, avrebbe quindi sottolineato, per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti, come la necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo.
Secondo la presidente del Consiglio sono i cittadini europei a chiederlo: non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi.
Meloni avrebbe quindi rimarcato come il formato del summit all'Eliseo non vada considerato come un formato anti-Trump. Tutt’altro. Gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte, la sollecitazione della premier italiana. Meloni infine, sempre a quanto si apprende, avrebbe manifestato condivisione per il senso della parole del Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, ricordando di aver espresso concetti simili in precedenza. Ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, avrebbe sottolineato Meloni, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo.
Parigi, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - "La Russia minaccia tutta l'Europa". Lo ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo i colloqui di emergenza a Parigi sul cambiamento di politica degli Stati Uniti sulla guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina riguarda i "sogni imperialisti di Mosca, di costruire una Russia più forte e più grande, e non credo che si fermeranno in Ucraina", ha detto ai giornalisti, mettendo in guardia gli Stati Uniti dai tentativi di concordare un cessate il fuoco "rapido" che darebbe alla Russia la possibilità di "mobilitarsi di nuovo, attaccare l'Ucraina o un altro paese in Europa".
Parigi, 17 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Parigi abbiamo ribadito che l'Ucraina merita la pace attraverso la forza. Una pace rispettosa della sua indipendenza, sovranità, integrità territoriale, con forti garanzie di sicurezza. L'Europa si fa carico della sua intera quota di assistenza militare all'Ucraina. Allo stesso tempo abbiamo bisogno di un rafforzamento della difesa in Europa". Lo ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.