È di un miliardo il valore del sequestro ordinato dal giudice per le indagini preliminari di Savona dopo le indagini della Guardai di Finanza. Cuore del procedimento una truffa sull’ecobonus. Le Fiamme gialle hanno accertato crediti d’imposta assolutamente inesistenti perché ottenuti con false fatture per lavori da eseguire o in corso di esecuzione su immobili di proprietà di personaggi residenti nel territorio savonese.

Da qui i baschi verdi hanno accertato che la truffa messa in piedi dalle società del Savonese era stata estesa a tutta Italia da altre aziende del settore, in molti casi risultate “fantasma” evasori totali o con volumi d’affari inconsistenti, prive di immobili a cui poter associare le lavorazioni edilizie che godevano dell’agevolazione. Il sequestro preventivo è stato eseguito sul cassetto fiscale di 311 soggetti economici coinvolti, detentori dei crediti d’imposta.

In più alcuni soggetti ora indagati sono risultati percettori del reddito di cittadinanza, altri appartengono alla criminalità organizzata e altri ancora avevano precedenti per sostanze stupefacenti e reati nel settore della spesa pubblica. Infine, alcune società generatrici di crediti fittizi avevano acquistato a loro volta ulteriori crediti. Come se tutto questo non bastasse, una parte dei soggetti coinvolti aveva già effettuato l’indebita compensazione, ottenendo importanti vantaggi fiscali, mentre un’altra aveva acquistato blocchi di crediti fittizi dal valore nominale di centinaia di milioni di euro a fronte di un irrisorio corrispettivo effettivamente versato.

L’operazione, denominata ‘Matrioska savonese’ ha comportato 85 perquisizioni nei confronti sia di tutte le società generatrici dei crediti fittizi che dei relativi rappresentanti legali, con l’impiego di oltre 250 militari in Liguria, Piemonte, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Puglia. L’indagine, estremamente complessa e che riguarda anche realtà criminali strutturate, non è finita qui.

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