L’ennesima vittima sul lavoro aveva poco più di un ragazzo. Aveva 22 anni l’operaio è morto in un incidente a Scafati, in provincia di Salerno, mentre lavorava in un palazzo in pieno centro, in via Melchiade. La vittima è stata travolta da una lastra d’acciaio che sarebbe caduta dalla carrucola che stava sollevando. Inutili purtroppo i soccorsi arrivati sul posto: il 22enne è morto sul colpo.

L’operaio era al lavoro su un’impalcatura di un palazzo in ristrutturazione. Sull’incidente indagano i carabinieri. Sono stati immediati i soccorsi nel tentativo disperato di salvarlo ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della Tenenza di Scafati e del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore. In corso accertamenti sulla esatta posizione lavorativa del giovane. “Il lavoro è vita, non può essere morte o dolore – scrive su Facebook il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti -. Un pensiero e una preghiera per il giovane, vittima di un incidente sul luogo di lavoro”.

I sindacati – “Una tragica dinamica che purtroppo si ripete troppo spesso. In provincia di Salerno, a Scafati, un giovane operaio ha perso la vita rimanendo ucciso da una lastra d’acciaio. In base alle prime ricostruzioni, era al lavoro con una carrucola che avrebbe perso il carico, travolgendolo. Il ragazzo, di 22 anni, è morto con una dinamica che lascia tutti sotto shock. L’Ugl si stringe alla famiglia e alla comunità della vittima che da oggi deve fare i conti con una perdita dolorosa – dichiara il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone – Crediamo che sia insopportabile continuare a vedere allungarsi la lista di nomi di persone che hanno perso la vita sul lavoro. Riteniamo che investire sulla formazione alla sicurezza, a qualsiasi livello e fin dalla scuola, sia un modo per arginare il rischio del ripetersi di simili tragedie. L’Ugl chiede altresì di inasprire le sanzioni per tutti coloro che non rispettano o non fanno rispettare le norme di sicurezza pensate per tutelare il diritto al lavoro che deve anche essere diritto alla vita”.

“La Campania sta veramente superando ogni soglia. Se guardiamo al rapporto tra la percentuale degli addetti e il tasso di mortalità nei primi 4 mesi dell’anno possiamo parlare di strage inarrestabile – commenta il segretario generale Uil Campania, Giovanni Sgambati – Non ci stancheremo di ripetere che è necessaria una forte responsabilizzazione del Paese. Continueremo a chiedere certamente più ispezioni, più formazione ma anche soluzioni come il riconoscimento dell’omicidio colposo e l’istituzione di una Procura ad hoc che sono condizioni fondamentali per colpire chi non rispetta le regole sulla sicurezza”.

“Non è compito della Cgil scendere nel dettaglio della dinamica e non è compito del Sindacato seguire le indagini. I perché e i per come verranno stabiliti dalle Autorità preposte che hanno aperto le indagini. È nostro compito, invece, intervenire sulla ennesima tragedia umana che si è consumata poche ore fa su un cantiere – dice la Cgil di Salerno – C’è dolore e rabbia – afferma il segretario generale Antonio Apadula – Questo ragazzo è uscito di casa per andare a lavoro e stasera tornerà a casa in una bara. A quante scene come questa dobbiamo ancora assistere affinché in questo Paese, da nord a sud, cambino le regole e venga garantita sicurezza nei luoghi di lavoro? È una mattanza, un lutto continuo”. Una morte che arriva “con la complicità di quanti tacciono davanti all’assenza di regole precise che possono azzerare queste tragedie che quasi mai derivano da una incontrollabile fatalità. Lo Stato ci dica se c’è e da che parte sta“.

I dati – Quelle delle morti bianche è una strage continua. A inizio maggio l’Inail ha aggiornato i dati sugli incidenti mortali. Nel primo trimestre 2024 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 191, cinque in meno rispetto alle 196 registrate nel primo trimestre 2023 (-2,6%) e 21 in meno sul 2019, ma 25 in più rispetto al 2020, segnato dalle chiusure legate alla pandemia, sei in più sul 2021 e due in più sul 2022.

A livello nazionale i dati rilevati a marzo evidenziano per il primo trimestre 2024 un incremento rispetto al 2023 dei casi mortali avvenuti in occasione di lavoro, passati da 148 a 151, e un calo di quelli in itinere, da 48 a 40. La diminuzione ha riguardato la gestione Agricoltura (da 20 a 18) e il Conto Stato (da 8 a 4), mentre l’Industria e servizi passa da 168 a 169 denunce mortali. Dall’analisi territoriale emergono incrementi al Sud (da 31 a 41 denunce), nel Nord-Ovest (da 60 a 63) e nelle Isole (da 16 a 17), e cali nel Nord-Est (da 41 a 38) e al Centro (da 48 a 32). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano la Lombardia e la Puglia (+7 ciascuna), la provincia autonoma di Bolzano (+5) e la Calabria (+4), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-13), il Piemonte (-7), il Lazio, le Marche e l’Umbria (-5 ciascuna).

Le denunce complessive di infortunio presentate all’Inail nei primi tre mesi sono state 145.130, in aumento dello 0,4% rispetto alle 144.586 del primo trimestre del 2023, del 12,8% rispetto a gennaio-marzo 2021 e del 10,9% rispetto a gennaio-marzo 2020. Diminuiscono del 7,9% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica, e del 25,2% rispetto al 2022.

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