di Miriam Falco

Secondo il famoso Paradosso della tolleranza dello storico Karl Popper, se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che tolleranti non sono, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro chi reprime il libero dissenso, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.

L’autoritarismo e l’apologia del pensiero unico attecchiranno e prolifereranno nel ventre caldo della tolleranza democratica, per poi tradirla e piegarla. Invece, il contrasto tra maggioranza e opposizione, secondo Popper, è il principio fondante di una società democratica e deve essere salvaguardato, tutelando le voci dissidenti. Democrazia è quindi rispetto e tutela dei diritti di tutte le parti di una cittadinanza, non è omologazione alle istanze del più forte. Quello è il Far West.

Quindi il paradosso si profila in questo senso: per tutelare la tolleranza bisogna essere intolleranti. Il problema è: in che misura? In che modo? Da quando iniziare a dire “basta!”?

Questa fine questione filosofica per noi oggi non si pone, la misura è già colma: la pressione sulla stampa e sugli scrittori, le incursioni al diritto all’aborto, dei ragazzini manganellati a sangue perché partecipano a una manifestazione e leggi ad hoc per contrastare manifestazioni nonviolente e reversibili. Vi sembrano queste delle misure democratiche?

Allora un governo uguale e opposto sarebbe legittimato nel manganellare chi fa il saluto romano? O nell’eliminare dalla faccia della terra le associazioni Pro vita? O ancora nell’imporre 100.000 euro di multa per ogni “ha sempre fatto caldo/Sono cicli/Non è colpa dell’uomo”? O, infine, nel fare delle classi separate per ragazzi che non rispettano standard etici, come non essere omofobi o non essere violenti? No, non sarebbe legittimato, perché quel governo non sarebbe democratico.

Dobbiamo pretendere allora che questa tolleranza democratica, della quale gli intolleranti hanno beneficiato, sia rispettata e bisogna pretenderlo ora, perché non sembra che vogliano lasciarci molto altro tempo.

Ultima Generazione nasce da questa urgenza, dalla frustrazione di cittadini delusi dalla democrazia rappresentativa, minata alla base dall’onnipresente legge del più forte, e chiedono una democrazia diretta che rispetti le esigenze specifiche di ogni territorio.

Noi ti chiediamo di essere intollerante verso la parte di te che sta procrastinando, la parte di te assuefatta che si lascia trascinare dagli eventi, la parte di te sfiduciata che lascia spazio al lassismo. Ti chiediamo di non ridurre te stesso al ruolo di spettatore ma di farti protagonista della tua vita, che è la vita di tutti.

Immaginati già da ora in piazza Barberini a Roma, il 25 maggio, circondato da tante persone come te, determinate e sorridenti, intolleranti all’intolleranza. Immaginati già da ora in assemblea popolare, vieni a parlarne di questa democrazia diretta. Sembra così lontana ma è già reale se ci sei tu. È questa la forza più grande di tutte ed è questo che ci rende umani. A tra poco.

Roma, 25 maggio 2024: in vista delle elezioni europee, partecipa all’assemblea popolare sulla democrazia diretta.

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