È il giorno del rientro in Italia di Chico Forti. Il 65enne trentino condannato all’ergastolo negli Usa per omicidio e rilasciato nei giorni scorsi dal carcere della Florida, è atterrato alle 11.30 nell’aeroporto militare di Pratica di Mare a bordo di un Falcon 2000 dell’Aeronautica italiana partito da Miami. Ad attenderlo c’era la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la premier ha incontrato Forti e dopo circa un’ora ha lasciato la base senza rilasciare dichiarazioni. Poi il consueto post su Facebook: “Fiera del lavoro del governo italiano”, ha scritto. Nel frattempo all’uomo è stato notificato l’ordine di esecuzione della pena, firmato dal procuratore generale di Trento, secondo cui il 65enne continuerà a scontare in un penitenziario italiano la sua condanna all’ergastolo per omicidio. La prima destinazione è Rebibbia a Roma, poi nei prossimi giorni sarà detenuto nel carcere di Verona dove oggi è in corso una visita di Papa Francesco.
Forti, imprenditore ed ex campione di windsurf, è stato condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998. Il primo marzo scorso da Washington la premier aveva annunciato la firma dell’autorizzazione al trasferimento in Italia. Il suo rilascio è arrivato però dopo l’udienza in cui Forti ha siglato l’accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia, dove la corte d’Appello di Trento ha già convertito nelle scorse settimane la sentenza statunitense. Intervistato dal Tg1 nel carcere di Rebibbia ha ribadito di ritenersi innocente. “Dovevo dichiararmi colpevole per avere l’estradizione, è l’unico motivo per cui l’ho fatto”, ha detto. “Mia mamma ha 96 anni, se mi sono mantenuto così è per lei. Spero di poterla visitare presto e darle un grande abbraccio”.
Palazzo Chigi si auto-elogia – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rivendica quello che definisce “un nuovo successo della diplomazia italiana e del governo”. “Grazie a un gioco di squadra, silenzioso ed efficace, riportiamo in Italia un nostro concittadino dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti. Sono orgoglioso del nostro lavoro”, ha scritto sul social X. Lo stesso messaggio viene fatto filtrare da Palazzo Chigi: “L’operazione è stata resa possibile grazie all’autorevolezza e alla riservatezza del Governo italiano che con il Dipartimento di Giustizia ha portato avanti un proficuo lavoro in stretta collaborazione con lo Stato della Florida e con il sostegno di tutte le Amministrazioni italiane coinvolte”. Esulta anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Un risultato importante frutto di un grande lavoro svolto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal suo governo e dalla diplomazia italiana”.
Soddisfazione hanno espresso anche il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova ed Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino. Critico Enrico Costa, deputato di Azione, che su X scrive: “Davvero non comprendo questo tripudio di governo su Chico Forti. Va bene la soddisfazione per l’azione diplomatica andata a buon fine, ma la Presidente del Consiglio che lo va ad accogliere all’aeroporto non ha nessun senso”.
La soddisfazione della famiglia – “Apprendiamo con soddisfazione del rientro in Italia di Chico Forti, è una buona notizia“, sottolinea l’avvocato Carlo Delle Vedove, uno dei legali che ha seguito l’iter per il ritorno dagli Usa del 65enne trentino, parlando con l’Ansa. “Il trasferimento in Italia di Forti è il completamento di tutte le procedure giudiziarie, intraprese davanti alle autorità degli Usa”, ha aggiunto il legale. “Con Forti ci siamo sentiti l’ultima volta lunedì, era un po’ ansioso, ci sentivamo tutti i lunedì. Ringraziamo tutte le autorità italiane e americane che hanno seguito il suo caso”, ha concluso Delle Vedove. “Possiamo solo dire che l’intervento del governo Meloni ha dato un’accelerata all’iter”, ha aggiunto la famiglia di Chico Forti. Il rientro di Chico Forti “è per noi una grande soddisfazione dopo una battaglia durata come una guerra punica. A noi basta che oggi sia in Italia, ora il percorso è in discesa”, ha detto all’Ansa lo zio, Gianni Forti. “È certamente una grande gioia – ha aggiunto – e per me resta solo il rammarico di non essere riuscito a farlo rientrare prima”. “Abbiamo la chance di dare una nuova vita a Chico”, ha concluso.
Chi è Chico Forti – Enrico Forti, detto Chico, oggi ha 65 anni. È stato un campione di windsurf, produttore tv, uomo d’affari e organizzatore di eventi. Si trasferisce all’inizio degli anni ’90 negli Stati Uniti, dove conosce la moglie Heather Crane, madre dei suoi tre figli. Nel 2000 però viene condannato all’ergastolo dal tribunale della Florida per l’omicidio dell’australiano Dale Pike, il cui cadavere viene ritrovato il 15 febbraio del 1998 su una spiaggia in Miami. La vittima è figlio di Anthony Pike, dal quale Forti sta acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza. Forti viene accusato di essere parte di un felony murder, un omicidio commesso durante l’esecuzione di altro crimine: il movente secondo l’accusa, sarebbe da ricondursi a una truffa di Forti ai danni di Anthony Pike.
L’omicidio di Dale Pike – Anthony “Dale” Pike è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa. Pike era volato nella città della Florida per discutere una proposta di accordo tra Forti e suo padre che aveva accettato di vendergli un resort a Ibiza, diventato famoso durante gli anni ’80, quando il cantante dei Queen Freddie Mercury festeggiò lì il suo quarantunesimo compleanno. Secondo l’accusa Tony Pike soffriva di demenza e Forti avrebbe tentato di raggirarlo. Messo alle strette, Forti ammise di aver prelevato Pike all’aeroporto ma ha sempre negato di avergli sparato, affermando di averlo lasciato in un ristorante. Una prova chiave utilizzata per collegare Forti all’omicidio è stata la sabbia trovata nella sua macchina, una sabbia tipica della spiaggia dove è stato trovato il corpo.
La battaglia per il rientro in Italia – Chico Forti da sempre dichiara di essere vittima di un errore giudiziario. Era da molti anni che vari governi si prodigavano per far tornare Forti in Italia a scontare l’ergastolo. Sul suo caso hanno acceso i riflettori diverse trasmissioni televisive, tra cui Le Iene. E la sua battaglia per tornare in Italia diventa insieme mediatica, politica e diplomatica. I principali sponsor politici diventano Luigi Di Maio, Matteo Salvini e la stessa Meloni. Alla fine del 2020 l’allora ministro degli Esteri Di Maio annuncia che il governatore della Florida Ron DeSantis ha accolto con riserva l’istanza di Chico Forti di avvalersi dei benefici previsti dalla Cedu. Ma lo stesso governatore poi interrompe la procedura per il trasferimento e l’uomo rimane in carcere in Florida. I pubblici ministeri di Miami-Dade si erano opposti al trasferimento chiedendo garanzie che il detenuto scontasse davvero la sua condanna, senza riduzioni.
Cronaca
Chico Forti, il 65enne condannato all’ergastolo a Miami per omicidio è tornato in Italia accolto dalla premier Meloni: “Fiera del governo”
È il giorno del rientro in Italia di Chico Forti. Il 65enne trentino condannato all’ergastolo negli Usa per omicidio e rilasciato nei giorni scorsi dal carcere della Florida, è atterrato alle 11.30 nell’aeroporto militare di Pratica di Mare a bordo di un Falcon 2000 dell’Aeronautica italiana partito da Miami. Ad attenderlo c’era la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la premier ha incontrato Forti e dopo circa un’ora ha lasciato la base senza rilasciare dichiarazioni. Poi il consueto post su Facebook: “Fiera del lavoro del governo italiano”, ha scritto. Nel frattempo all’uomo è stato notificato l’ordine di esecuzione della pena, firmato dal procuratore generale di Trento, secondo cui il 65enne continuerà a scontare in un penitenziario italiano la sua condanna all’ergastolo per omicidio. La prima destinazione è Rebibbia a Roma, poi nei prossimi giorni sarà detenuto nel carcere di Verona dove oggi è in corso una visita di Papa Francesco.
Forti, imprenditore ed ex campione di windsurf, è stato condannato all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio del 1998. Il primo marzo scorso da Washington la premier aveva annunciato la firma dell’autorizzazione al trasferimento in Italia. Il suo rilascio è arrivato però dopo l’udienza in cui Forti ha siglato l’accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia, dove la corte d’Appello di Trento ha già convertito nelle scorse settimane la sentenza statunitense. Intervistato dal Tg1 nel carcere di Rebibbia ha ribadito di ritenersi innocente. “Dovevo dichiararmi colpevole per avere l’estradizione, è l’unico motivo per cui l’ho fatto”, ha detto. “Mia mamma ha 96 anni, se mi sono mantenuto così è per lei. Spero di poterla visitare presto e darle un grande abbraccio”.
Palazzo Chigi si auto-elogia – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rivendica quello che definisce “un nuovo successo della diplomazia italiana e del governo”. “Grazie a un gioco di squadra, silenzioso ed efficace, riportiamo in Italia un nostro concittadino dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti. Sono orgoglioso del nostro lavoro”, ha scritto sul social X. Lo stesso messaggio viene fatto filtrare da Palazzo Chigi: “L’operazione è stata resa possibile grazie all’autorevolezza e alla riservatezza del Governo italiano che con il Dipartimento di Giustizia ha portato avanti un proficuo lavoro in stretta collaborazione con lo Stato della Florida e con il sostegno di tutte le Amministrazioni italiane coinvolte”. Esulta anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Un risultato importante frutto di un grande lavoro svolto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal suo governo e dalla diplomazia italiana”.
Soddisfazione hanno espresso anche il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova ed Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino. Critico Enrico Costa, deputato di Azione, che su X scrive: “Davvero non comprendo questo tripudio di governo su Chico Forti. Va bene la soddisfazione per l’azione diplomatica andata a buon fine, ma la Presidente del Consiglio che lo va ad accogliere all’aeroporto non ha nessun senso”.
La soddisfazione della famiglia – “Apprendiamo con soddisfazione del rientro in Italia di Chico Forti, è una buona notizia“, sottolinea l’avvocato Carlo Delle Vedove, uno dei legali che ha seguito l’iter per il ritorno dagli Usa del 65enne trentino, parlando con l’Ansa. “Il trasferimento in Italia di Forti è il completamento di tutte le procedure giudiziarie, intraprese davanti alle autorità degli Usa”, ha aggiunto il legale. “Con Forti ci siamo sentiti l’ultima volta lunedì, era un po’ ansioso, ci sentivamo tutti i lunedì. Ringraziamo tutte le autorità italiane e americane che hanno seguito il suo caso”, ha concluso Delle Vedove. “Possiamo solo dire che l’intervento del governo Meloni ha dato un’accelerata all’iter”, ha aggiunto la famiglia di Chico Forti. Il rientro di Chico Forti “è per noi una grande soddisfazione dopo una battaglia durata come una guerra punica. A noi basta che oggi sia in Italia, ora il percorso è in discesa”, ha detto all’Ansa lo zio, Gianni Forti. “È certamente una grande gioia – ha aggiunto – e per me resta solo il rammarico di non essere riuscito a farlo rientrare prima”. “Abbiamo la chance di dare una nuova vita a Chico”, ha concluso.
Chi è Chico Forti – Enrico Forti, detto Chico, oggi ha 65 anni. È stato un campione di windsurf, produttore tv, uomo d’affari e organizzatore di eventi. Si trasferisce all’inizio degli anni ’90 negli Stati Uniti, dove conosce la moglie Heather Crane, madre dei suoi tre figli. Nel 2000 però viene condannato all’ergastolo dal tribunale della Florida per l’omicidio dell’australiano Dale Pike, il cui cadavere viene ritrovato il 15 febbraio del 1998 su una spiaggia in Miami. La vittima è figlio di Anthony Pike, dal quale Forti sta acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza. Forti viene accusato di essere parte di un felony murder, un omicidio commesso durante l’esecuzione di altro crimine: il movente secondo l’accusa, sarebbe da ricondursi a una truffa di Forti ai danni di Anthony Pike.
L’omicidio di Dale Pike – Anthony “Dale” Pike è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla testa. Pike era volato nella città della Florida per discutere una proposta di accordo tra Forti e suo padre che aveva accettato di vendergli un resort a Ibiza, diventato famoso durante gli anni ’80, quando il cantante dei Queen Freddie Mercury festeggiò lì il suo quarantunesimo compleanno. Secondo l’accusa Tony Pike soffriva di demenza e Forti avrebbe tentato di raggirarlo. Messo alle strette, Forti ammise di aver prelevato Pike all’aeroporto ma ha sempre negato di avergli sparato, affermando di averlo lasciato in un ristorante. Una prova chiave utilizzata per collegare Forti all’omicidio è stata la sabbia trovata nella sua macchina, una sabbia tipica della spiaggia dove è stato trovato il corpo.
La battaglia per il rientro in Italia – Chico Forti da sempre dichiara di essere vittima di un errore giudiziario. Era da molti anni che vari governi si prodigavano per far tornare Forti in Italia a scontare l’ergastolo. Sul suo caso hanno acceso i riflettori diverse trasmissioni televisive, tra cui Le Iene. E la sua battaglia per tornare in Italia diventa insieme mediatica, politica e diplomatica. I principali sponsor politici diventano Luigi Di Maio, Matteo Salvini e la stessa Meloni. Alla fine del 2020 l’allora ministro degli Esteri Di Maio annuncia che il governatore della Florida Ron DeSantis ha accolto con riserva l’istanza di Chico Forti di avvalersi dei benefici previsti dalla Cedu. Ma lo stesso governatore poi interrompe la procedura per il trasferimento e l’uomo rimane in carcere in Florida. I pubblici ministeri di Miami-Dade si erano opposti al trasferimento chiedendo garanzie che il detenuto scontasse davvero la sua condanna, senza riduzioni.
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Politica
La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
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Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.