Le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) stanno invadendo il mondo della piccola impresa. Queste operazioni rappresentano momenti critici nella vita delle aziende, offrendo opportunità di crescita, espansione e consolidamento. Questi processi sono anche momenti per capitalizzare i successi ottenuti nel corso della vita aziendale o, in alcuni casi, rappresentano l’ultima ancora di salvezza per organizzazioni in crisi.
In ogni scenario, ma soprattutto quando si devono persuadere imprenditori a ritirarsi dall’attività, sia che si tratti di aziende di successo sia che si tratti di imprese in difficoltà, queste operazioni non sono esenti da rischi. Tra questi, spicca la responsabilità precontrattuale, un aspetto spesso sottovalutato che può portare a conseguenze economicamente onerose.
La responsabilità precontrattuale si verifica quando una delle parti in una trattativa di M&A si ritira ingiustificatamente dall’operazione, dopo aver indotto l’altra parte in un legittimo affidamento sulla conclusione dell’affare. Se le trattative vengono interrotte senza una giusta causa, possono esporre la parte recedente a richieste di risarcimento per i danni subiti dalla controparte, incluse le spese sostenute inutilmente e il mancato guadagno derivante dall’interruzione delle trattative.
Un esempio emblematico di queste dinamiche è il caso di una storica azienda familiare nel settore del trasporto, che ha intrapreso trattative per la cessione del 100% delle sue partecipazioni a una misconosciuta società basata in Lussemburgo. Questa operazione, ecco il punto dolente, era consigliata da una primaria banca del paese con cui gli imprenditori avevano rapporti da anni. Le trattative sono state interrotte a causa di variazioni nelle condizioni economico-finanziarie e di altri fattori che hanno reso l’operazione meno vantaggiosa per la società di trasporto.
Questo caso evidenzia come fattori esterni, quali cambiamenti nelle condizioni macroeconomiche (aumento dei tassi di interesse a seguito dell’inflazione) e nelle percentuali di cessione (nonostante accordi al riguardo, il compratore voleva successivamente obbligare i soci dell’azienda di trasporto a cedere solo il 70% delle quote) possano influenzare significativamente le operazioni di M&A. Questi sviluppi hanno impattato negativamente l’operazione di leverage buy-out proposta, aumentando i costi finanziari dell’azienda di circa 7 milioni di euro e portando alla decisione di ritirarsi dalle trattative.
Questa decisione, benché critica, si configura, per l’azienda di trasporto, come una giusta causa per il recesso dalle trattative, poiché è stata motivata da cambiamenti oggettivi e significativi che avrebbero potenzialmente portato al default dell’azienda.
Il concetto di giusta causa è cruciale nella responsabilità precontrattuale, poiché esclude la responsabilità quando il recesso è giustificato da ragioni obiettivamente apprezzabili e non prevedibili all’inizio delle trattative. Concetti, questi ultimi, non perfettamente delineati, che lasciano ampio spazio di manovra agli “squali” (consulenti, advisor, banche e società finanziarie) che recentemente popolano il settore delle M&A e che possono avere un impatto predatorio sulle operazioni, tentando di imporre condizioni potenzialmente dannose per l’azienda venditrice.
Alla società di trasporto è stato richiesto, per essersi ritirata dall’accordo prima del closing, un risarcimento danno per circa 40 milioni di euro! “Cornuto e mazziato” si dice dalle mie parti.
L’importanza di selezionare consulenti e advisor con esperienza specifica e provata nel settore di riferimento dell’azienda è quindi fondamentale. Errori nella scelta di tali professionisti possono portare a una gestione inefficace e rischiosa dell’operazione, con possibili conflitti e allungamenti dei tempi di risoluzione della controversia.
Per minimizzare i rischi di responsabilità precontrattuale e l’impatto negativo degli “squali” finanziari, le aziende venditrici dovrebbero:
1. Valutare tutti gli aspetti dell’operazione, non solo la situazione finanziaria ma anche le proiezioni future e le potenziali sinergie post-acquisizione.
2. Utilizzare l’EBITDA normalizzato e altri indicatori per negoziare condizioni eque, senza lasciarsi influenzare da pressioni esterne o da cambiamenti non fondamentali nelle condizioni economiche.
3. Rimanere flessibili e pronti a rinegoziare o ritirarsi se le condizioni cambiano in modo significativo.
4. Optare per consulenti e advisor con esperienza nel settore specifico e capacità di gestire operazioni complesse, riducendo il rischio di esposizione a pratiche predatoriali.
5. Conservare una documentazione trasparente di tutte le fasi delle trattative, per proteggersi in caso di dispute legali relative alla responsabilità precontrattuale.
Le operazioni di M&A, pur essendo veicoli di crescita e sviluppo, sono percorse da insidie e complessità che richiedono una navigazione attenta e informata. Il caso esaminato serve da monito sull’importanza di approcciare queste operazioni con cautela, consapevolezza e un occhio critico verso i rischi di responsabilità precontrattuale e l’influenza degli “squali” finanziari.
Solo con le giuste precauzioni e una strategia ben definita, le aziende possono navigare nelle acque turbolente delle M&A.