“Siamo di fronte a un dato concreto che è l’aumento del lavoro povero e della precarietà nel lavoro. Il fatto che ci siano più persone che lavorano è un fatto positivo, se lo guardiamo come numero assoluto. Ma se andiamo a vedere, da un lato le ragioni, cioè stanno aumentando gli anziani che sono costretti a continuare a lavorare perché non vanno in pensione. E dall’altro, se andiamo a vedere la qualità del lavoro che si crea, quelli che sono aumentati in realtà sono di più i contratti a termine, il lavoro chiamato, il part-time involontario, la somministrazione, le partite iva pagate poco. E quindi non è un caso che l’Istat dica in modo molto chiaro che siamo di fronte a un aumento, non della povertà, del lavoro povero. Cioè del fatto che ci sono ormai milioni di persone che pur lavorando sono povere. E questa contraddizione è ancora più forte perché noi siamo il Paese che ha visto un aumento dei profitti e degli extra profitti che non ha precedenti. Quindi stanno aumentando i profitti delle imprese e delle banche, si stanno riducendo i salari e sta aumentando la precarietà” lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini, a margine della conferenza tenutasi presso la sede della Cgil a Roma riguardo all’andamento della raccolta firme sui referendum sul lavoro lanciati dalla Cgil stessa.

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