Cronaca

Melillo, Gratteri e il sindaco Manfredi a Secondigliano per inaugurare il campetto riqualificato grazie alla Fondazione del Fatto

Il campetto da calcio nel Parco Laudati di Secondigliano è pronto. A un anno e mezzo dall’avvio del progetto “Un calcio a Gomorra”, domenica 19 maggio alle 11 in Via del Cassano 230 viene inaugurata la struttura dismessa da vent’anni, che è stata riqualificata grazie alla raccolta fondi promossa dalla Fondazione Il Fatto Quotidiano e con il supporto di Vuolo Group. Il campo si trova nel Rione dei Fiori, ex roccaforte del clan Di Lauro e base di spaccio. Il recupero è stato possibile anche grazie all’impegno della comunità locale e di Secondigliano ASD, un progetto senza fini di lucro dedicato a contrastare l’evasione scolastica tra i giovani e promuovere la socialità attraverso lo sport. Dopo due anni dalla fondazione, la società no profit conta circa 200 atleti, dall’età di 7 fino a 40 anni, e offre loro opportunità senza pari per crescere e svilupparsi sia come atleti che come individui.

Gli ospiti – All’inaugurazione parteciperanno il procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della Fondazione del Fatto Quotidiano e ad di SEIF Cinzia Monteverdi, la vicedirettrice del Fatto Quotidiano Maddalena Oliva, che ha ideato e curato il progetto, il presidente della FIGC Campania Carmine Zigarelli, l’amministratore delegato di Vuolo Group Francesco Origo e rappresentanti delle associazioni del terzo settore.

La riqualificazione del campetto punta a permettere a ragazzi e ragazze di stare insieme ed essere seguiti da educatori-allenatori, secondo i valori della legalità e della cultura sportiva portati avanti da Secondigliano ASD e secondo il “patto di cittadinanza” che l’associazione chiede di sottoscrivere alle famiglie. Il motto è “studia, partecipa, gioca”: per combattere la dispersione scolastica, è possibile iscrivere i ragazzi alla scuola calcio e seguire due allenamenti alla settimana, più una serie di attività laboratoriali nell’anno studiate assieme alle scuole e alle parrocchie del territorio, pagando una quota di 10 euro all’anno, ma solo se si frequenta la scuola dell’obbligo e se si ha un buon rendimento.