Una Europa cristiana che dice no a gender e surrogata, che rifiuta le “imposizioni” sulla transizione ecologica e il “nichilismo” della sinistra. Questa l’idea di Ue tracciata dalla premier Giorgia Meloni, intervenuta in videocollegamento alla convention di Vox, il partito di ultradestra spagnola guidato da Santiago Abascal. “Caro Santiago, caro Jorge, cari amici di Vox, cari patrioti spagnoli, avete avuto il coraggio di non lasciarvi influenzare dal pensiero unico dominante. Avete deciso che i valori conservatori sarebbero sempre stati i pilastri della vostra vita. Avete scelto di lottare per ciò in cui credete. Siete l’unico futuro possibile per l’Europa”. Così Giorgia Meloni ha salutato i suoi ospiti in videocollegamento. Un discorso di appena dieci minuti, quello di Meloni, che scava un solco con le politiche di Ursula Von Der Leyen e riavvicina alla “base” la premier, pur con toni più istituzionali rispetto a interventi del passato come il tormentone tradotto nel 2021 in spagnolo dal “Sono Giorgia, sono madre, sono cristiana” del 2018. Quel che non cambia è il tentativo di Meloni di rivendicare per sé lo status di underdog che molto le ha giovato a livello nazionale.
“La legislatura europea 2019-2024 – ha detto infatti la premier – è stata contrassegnata da priorità e strategie sbagliate. Mentre altre forze politiche hanno sostenuto accordi innaturali con le sinistre, producendo l’imposizione dell’agenda verde e progressista, noi ci siamo sempre battuti, spesso soli, per una Ue diversa. Vogliamo e possiamo costruire un’Unione Europea diversa e migliore di quella attuale”. Dalla premier, poi, è arrivato un duro attacco sui temi che scaldano il cuore dell’ultradestra spagnola: “Ci opporremo – ha annunciato . a chi vuole mettere in discussione la famiglia, quale pilastro della nostra società, a chi vuole introdurre la teoria gender nelle scuole, a chi intende favorire pratiche disumane come la maternità surrogata. Nessuno mi convincerà mai – ha aggiunto – che si possa definire progresso consentire a uomini ricchi di comprare il corpo di donne povere, o scegliere i figli come fossero prodotti del supermercato. Non è progresso, è oscurantismo, e sono fiera che al parlamento italiano sia in approvazione, su proposta di Fratelli d’Italia, una legge che vuole fare dell’utero in affitto un reato universale, cioè perseguibile in Italia anche se commesso all’estero”.
Ma è sul voto alle Europee che la premier ha caricato la massima aspettativa: l’8 e il 9 giugno saranno “elezione decisive”: “Un cambio in Europa è possibile se i conservatori europei saranno uniti. Siamo il motore del rinascimento del nostro continente”. “Per la prima volta – ha aggiunto – l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti”. L’Europa, sostiene la premier, è “un continente stanco, sottomesso e coccolato che ha pensato di poter scambiare l’identità con l’ideologia, la libertà con la comodità, e che oggi paga inevitabilmente il prezzo delle sue scelte. Ma non tutto è perduto. Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro. Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo, tanto meno adesso. Caro Santiago, amico mio. Abbiamo iniziato il nostro percorso comune al Parlamento europeo nel 2019. E da allora i nostri percorsi politici sono sempre stati molto simili. Fin dal primo momento hanno cercato di disprezzarci. Hanno cercato di isolarci. Hanno cercato di dividerci. E hanno finito per rafforzarci”, ha detto Meloni.
“Ed eccoci qui ad andare avanti insieme. Oggi Fratelli d’Italia è il primo partito italiano e io ho l’onore di servire la mia nazione come capo del Governo”, ha proseguito Meloni. “E anche se alcuni non si sono ancora rassegnati, e altri si chiedono come sia potuto accadere, sono il primo presidente del consiglio della destra nella storia della Repubblica italiana, e sono anche una donna. Nel frattempo Vox è diventato il terzo partito in Spagna. Un partito solido e ben radicato in tutta la nazione. Un partito che ha un grande futuro davanti a sé e che sarà decisivo per cambiare sia Madrid che Bruxelles – aggiunge – Ma dobbiamo continuare a lavorare, duramente e insieme, perché come sempre non vogliamo che ci venga dato niente gratis. Siamo abituati a guadagnarci i risultati sul campo, il nostro continente sta vivendo una fase di grande incertezza, di declino, e ha bisogno di noi”.
Le Pen: “Punti in comune”- Della premier italiana aveva parlato poco prima la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, presente alla convention a Madrid dove è intervenuta prima di Meloni. Con Giorgia Meloni “ci sono punti in comune”, ha detto rispondendo ai giornalisti italiani a margine della kermesse. “Non è questione di persone ma di libertà – aggiunge poi – Meloni e Salvini” suo alleato nel gruppo Id nell’Europarlamento, hanno “a cuore la libertà. Non c’è dubbio che ci siano delle convergenze per la libertà dei popoli che vivono in Europa”. Sono proprio le convergenze, quelle tra le destre conservatrici e radicali europee, la chiave della “convention dei patrioti” Europa Viva 24 – organizzata in vista delle elezioni europee da Vox e dal gruppo dei Conservatori e Riformisti (Ecr) al Parlamento europeo al Palacio de Vistalegre di Madrid, dove 10mila persone (secondo gli organizzatori) hanno affollato la vecchia arena de toros avvolte nelle bandiere della Spagna. Oltre a Meloni e Le Pen, atteso l’intervento in videocollegamento del premier ungherese Viktor Orban. Grande attesa fin dai giorni scorsi anche per il presidente argentino Javier Milei, intervenuto dal palco dopo il collegamento della premier italiana.
‘Europa decide tra due modelli” – Questo il messaggio postato oggi su X dal leader di Vox, Abascal, con una foto che lo ritrae assieme a una sorridente Le Pen, in cui ha lanciato l’incontro a Madrid. Una convention che ha puntato lo sguardo anche oltreoceano. Dopo l’apertura del fondatore di Vox, Antonio Ortega Lara, il videocollegamento con Roger Severino, vicepresidente della Heritage Foundation, e gli interventi di Matta e Mercedes Schala del Conservative Political Action Conference (Cpac). “In Ameirica vamos a ganar!!,, ‘In America vinceremo. A novembre Trump porterà a termine il lavoro iniziato”, hanno assicurato in spagnolo suscitando il boato dell’arena.
Le proteste – La kermesse ha innescato anche proteste e manifestazioni in piazza Colón, luogo simbolo delle principali iniziative di piazza di Vox e altre organizzazioni della destra spagnola. A organizzarle diversi collettivi sociali e politici, tra cui un gruppo di femministe argentine contrarie alla presenza in città del presidente Milei. “Abbasso il fascismo, viva il femminismo” o “Madrid sarà la tomba del fascismo”, sono stati due degli slogan scanditi, mentre diverse delle circa mille persone radunatesi esibivano cartelli con la scritta “No al fascismo”. Esposti anche altri simboli come la bandiera palestinese o quella della Spagna repubblicana (con i colori viola, giallo, rosso), mentre in sottofondo suonava ‘Bella ciao‘. “Milei, spazzatura, sei la dittatura”, scandivano intanto le femministe argentine. Tra i presenti, anche la capolista alle europee di Podemos, Irene Montero, e attivisti di Paesi Ue come Slovenia e Polonia. Al termine, gli organizzatori hanno invitato i presenti a unirsi a un corteo indetto in “difesa della sanità pubblica”.
Politica
Meloni alla convention di Vox: “L’Europa un continente stanco e sottomesso. Noi motore di rinascita”. E attacca su gender e surrogata
Una Europa cristiana che dice no a gender e surrogata, che rifiuta le “imposizioni” sulla transizione ecologica e il “nichilismo” della sinistra. Questa l’idea di Ue tracciata dalla premier Giorgia Meloni, intervenuta in videocollegamento alla convention di Vox, il partito di ultradestra spagnola guidato da Santiago Abascal. “Caro Santiago, caro Jorge, cari amici di Vox, cari patrioti spagnoli, avete avuto il coraggio di non lasciarvi influenzare dal pensiero unico dominante. Avete deciso che i valori conservatori sarebbero sempre stati i pilastri della vostra vita. Avete scelto di lottare per ciò in cui credete. Siete l’unico futuro possibile per l’Europa”. Così Giorgia Meloni ha salutato i suoi ospiti in videocollegamento. Un discorso di appena dieci minuti, quello di Meloni, che scava un solco con le politiche di Ursula Von Der Leyen e riavvicina alla “base” la premier, pur con toni più istituzionali rispetto a interventi del passato come il tormentone tradotto nel 2021 in spagnolo dal “Sono Giorgia, sono madre, sono cristiana” del 2018. Quel che non cambia è il tentativo di Meloni di rivendicare per sé lo status di underdog che molto le ha giovato a livello nazionale.
“La legislatura europea 2019-2024 – ha detto infatti la premier – è stata contrassegnata da priorità e strategie sbagliate. Mentre altre forze politiche hanno sostenuto accordi innaturali con le sinistre, producendo l’imposizione dell’agenda verde e progressista, noi ci siamo sempre battuti, spesso soli, per una Ue diversa. Vogliamo e possiamo costruire un’Unione Europea diversa e migliore di quella attuale”. Dalla premier, poi, è arrivato un duro attacco sui temi che scaldano il cuore dell’ultradestra spagnola: “Ci opporremo – ha annunciato . a chi vuole mettere in discussione la famiglia, quale pilastro della nostra società, a chi vuole introdurre la teoria gender nelle scuole, a chi intende favorire pratiche disumane come la maternità surrogata. Nessuno mi convincerà mai – ha aggiunto – che si possa definire progresso consentire a uomini ricchi di comprare il corpo di donne povere, o scegliere i figli come fossero prodotti del supermercato. Non è progresso, è oscurantismo, e sono fiera che al parlamento italiano sia in approvazione, su proposta di Fratelli d’Italia, una legge che vuole fare dell’utero in affitto un reato universale, cioè perseguibile in Italia anche se commesso all’estero”.
Ma è sul voto alle Europee che la premier ha caricato la massima aspettativa: l’8 e il 9 giugno saranno “elezione decisive”: “Un cambio in Europa è possibile se i conservatori europei saranno uniti. Siamo il motore del rinascimento del nostro continente”. “Per la prima volta – ha aggiunto – l’esito delle elezioni europee potrebbe sancire la fine di maggioranze innaturali e controproducenti”. L’Europa, sostiene la premier, è “un continente stanco, sottomesso e coccolato che ha pensato di poter scambiare l’identità con l’ideologia, la libertà con la comodità, e che oggi paga inevitabilmente il prezzo delle sue scelte. Ma non tutto è perduto. Quando la storia chiama, quelli come noi non si tirano indietro. Non lo abbiamo fatto finora e non lo faremo, tanto meno adesso. Caro Santiago, amico mio. Abbiamo iniziato il nostro percorso comune al Parlamento europeo nel 2019. E da allora i nostri percorsi politici sono sempre stati molto simili. Fin dal primo momento hanno cercato di disprezzarci. Hanno cercato di isolarci. Hanno cercato di dividerci. E hanno finito per rafforzarci”, ha detto Meloni.
“Ed eccoci qui ad andare avanti insieme. Oggi Fratelli d’Italia è il primo partito italiano e io ho l’onore di servire la mia nazione come capo del Governo”, ha proseguito Meloni. “E anche se alcuni non si sono ancora rassegnati, e altri si chiedono come sia potuto accadere, sono il primo presidente del consiglio della destra nella storia della Repubblica italiana, e sono anche una donna. Nel frattempo Vox è diventato il terzo partito in Spagna. Un partito solido e ben radicato in tutta la nazione. Un partito che ha un grande futuro davanti a sé e che sarà decisivo per cambiare sia Madrid che Bruxelles – aggiunge – Ma dobbiamo continuare a lavorare, duramente e insieme, perché come sempre non vogliamo che ci venga dato niente gratis. Siamo abituati a guadagnarci i risultati sul campo, il nostro continente sta vivendo una fase di grande incertezza, di declino, e ha bisogno di noi”.
Le Pen: “Punti in comune”- Della premier italiana aveva parlato poco prima la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, presente alla convention a Madrid dove è intervenuta prima di Meloni. Con Giorgia Meloni “ci sono punti in comune”, ha detto rispondendo ai giornalisti italiani a margine della kermesse. “Non è questione di persone ma di libertà – aggiunge poi – Meloni e Salvini” suo alleato nel gruppo Id nell’Europarlamento, hanno “a cuore la libertà. Non c’è dubbio che ci siano delle convergenze per la libertà dei popoli che vivono in Europa”. Sono proprio le convergenze, quelle tra le destre conservatrici e radicali europee, la chiave della “convention dei patrioti” Europa Viva 24 – organizzata in vista delle elezioni europee da Vox e dal gruppo dei Conservatori e Riformisti (Ecr) al Parlamento europeo al Palacio de Vistalegre di Madrid, dove 10mila persone (secondo gli organizzatori) hanno affollato la vecchia arena de toros avvolte nelle bandiere della Spagna. Oltre a Meloni e Le Pen, atteso l’intervento in videocollegamento del premier ungherese Viktor Orban. Grande attesa fin dai giorni scorsi anche per il presidente argentino Javier Milei, intervenuto dal palco dopo il collegamento della premier italiana.
‘Europa decide tra due modelli” – Questo il messaggio postato oggi su X dal leader di Vox, Abascal, con una foto che lo ritrae assieme a una sorridente Le Pen, in cui ha lanciato l’incontro a Madrid. Una convention che ha puntato lo sguardo anche oltreoceano. Dopo l’apertura del fondatore di Vox, Antonio Ortega Lara, il videocollegamento con Roger Severino, vicepresidente della Heritage Foundation, e gli interventi di Matta e Mercedes Schala del Conservative Political Action Conference (Cpac). “In Ameirica vamos a ganar!!,, ‘In America vinceremo. A novembre Trump porterà a termine il lavoro iniziato”, hanno assicurato in spagnolo suscitando il boato dell’arena.
Le proteste – La kermesse ha innescato anche proteste e manifestazioni in piazza Colón, luogo simbolo delle principali iniziative di piazza di Vox e altre organizzazioni della destra spagnola. A organizzarle diversi collettivi sociali e politici, tra cui un gruppo di femministe argentine contrarie alla presenza in città del presidente Milei. “Abbasso il fascismo, viva il femminismo” o “Madrid sarà la tomba del fascismo”, sono stati due degli slogan scanditi, mentre diverse delle circa mille persone radunatesi esibivano cartelli con la scritta “No al fascismo”. Esposti anche altri simboli come la bandiera palestinese o quella della Spagna repubblicana (con i colori viola, giallo, rosso), mentre in sottofondo suonava ‘Bella ciao‘. “Milei, spazzatura, sei la dittatura”, scandivano intanto le femministe argentine. Tra i presenti, anche la capolista alle europee di Podemos, Irene Montero, e attivisti di Paesi Ue come Slovenia e Polonia. Al termine, gli organizzatori hanno invitato i presenti a unirsi a un corteo indetto in “difesa della sanità pubblica”.
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Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Tweet invecchiati male: un sottosegretario alla giustizia che attacca i magistrati che lo condannano. E la Meloni sta con lui. Dalla Repubblica delle Banane è tutto". Lo scrive Matteo Renzi sui social postando un tweet di Andrea Delmastro del 2015 in cui scriveva: "Renzi contro la magistratura. Esiste qualcosa che non sappia di berlusconismo con 20 anni di ritardo? #figliodiberlusconi".
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - “Lo scontro tra i ministri Lollobrigida e Piantedosi sulla vicenda Bari conferma l’arroganza e lo scarso senso dello Stato di questa destra. Un esponente come Lollobrigida avrebbe preteso, fuori da ogni regola e ignorando il lavoro della Commissione di accesso, di imporre al Ministro dell’Interno lo scioglimento del Comune di Bari. Fin dall’inizio la destra si è comportata in questo modo, ma tutto ha dimostrato l’infondatezza di queste accuse e manovre, il lavoro importante contro le mafie svolto da sindaco De Caro e presidente Emiliano. Non può essere che un ministro come Lollobrigida si comporti in questo modo. Chiameremo il Governo a risponderne”. Così il capogruppo Pd in commissione Antimafia Walter Verini.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Il sottosegretario alla giustizia Delmastro, condannato a otto mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio e un anno di interdizione dai pubblici uffici, ha dichiarato di non volersi dimettere. È senza vergogna. Se ne vada e lo faccia il prima possibile. Le istituzioni sono una cosa seria, non la proprietà privata di qualcuno”. Così sui social Antonio Misiani della segreteria del Partito Democratico.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - I carabinieri hanno raccolto tutte le dichiarazioni rese dagli staff e direttamente dagli imprenditori contattati dal gruppo di truffatori che usando il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto hanno tentato raggiri milionari. La banda ha contattato almeno una decina delle famiglie più note e ricche in Italia, tra cui Massimo Moratti (l'unica vittima che ha denunciato il raggiro subito), Marco Tronchetti Provera, esponenti delle famiglie Beretta, Del Vecchio, Caprotti e Della Valle, lo stilista Giorgio Armani.
Una volta sentiti dai militari non tutte le persone che hanno risposto alle telefonate del finto ministro o del sedicente generale hanno deciso di sporgere denuncia. La procura di Milano che indaga sulle truffe sta proseguendo il lavoro sul fronte internazionale, per capire i movimenti bancari del denaro recuperato, mentre restano due gli indagati stranieri per associazione per delinquere finalizzata.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Delmastro è sottosegretario alla Giustizia, la sua condanna è grave già solo per questo. In più questa condanna arriva perché ha usato i suoi attuali poteri di sottosegretario per manganellare l'opposizione in Parlamento rivelando informazioni che non potevano essere rivelate. C'è un evidente e gigantesco problema politico. Non può restare al suo posto, è inaccettabile". Così Anna Ascani, Vicepresidente della Camera e deputata dem, intervenendo a Metropolis.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - “Senza disciplina. Senza onore. Doveva dimettersi ben prima, a prescindere dalla condanna. Ogni minuto di permanenza in carica di Delmastro è un insulto alle istituzioni”. Così sui social Peppe Provenzano della segreteria del Partito Democratico.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale, in separate udienze, per la presentazione delle Lettere Credenziali, i nuovi Ambasciatori: S.E. Vladimir Karapetyan, Repubblica di Armenia; S.E. Roberto Balzaretti, Confederazione Svizzera; S.E. Francella Maureen Strickland, Stato Indipendente di Samoa; S.E. Amb. Matthew Wilson, Barbados; S.E. Augusto Artur António da Silva, Repubblica della Guinea Bissau; S.E. Noah Touray, Repubblica del Gambia; S.E. Richard Brown, Giamaica. Era presente il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli. Si legge in una nota del Quirinale.