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“Circuiti di Senso”, la mostra di Tamara Repetto dove le opere d’arte vanno annusate più che guardate

Come si può conservare e ripetere un profumo che per definizione non ha forma?

“Il profumo è il fratello del respiro” scriveva Patrick Süskind. Come si può conservare e ripetere un profumo che per definizione non ha forma? L’artista Tamara Repetto nella sua mostra “Circuiti di senso”, allo spazio Gaggenau di Milano fino al 18 luglio, indaga, esplora, ricerca nel rapporto fra impalpabile e materia una risposta da condividere. Protagonista è il profumo, che diventa opera d’arte multisensoriale, fonte di stupore che scorre sulla linea apparentemente impossibile da cogliere: il confine fra oggettivo e soggettivo, visibile e invisibile, immateriale e reale. L’esperienza della natura: unica e personale.

Le opere esibite, in collaborazione con Cramum e DesignElementi, sono una decina. Tutte da vivere, appunto, come un percorso nei sensi. Vanno annusate, osservate, toccate, scoperte a poco a poco senza fretta. Nelle forme circolari girevoli con al centro dei piccoli emanatori di profumo, nelle bocce che racchiudono elementi naturali e metallici, nei pannelli costituiti dall’assemblamento di saponette da hotel, private però del loro odore e attraversate da arbusti, nell’unione di vetro, terra, metallo e radici ci sono la memoria e il presente. Il desiderio di catturare l’istante e renderlo immortale. Il ricordo e l’atto stesso del vivere oggi un ricordo sensoriale.

Un’opera colpisce fra tutte. E’ composta dalla terra dei luoghi dove vive l’artista, pressata e inserita in guide verticali che insieme raccontano la nostra storia e quella di tutti. Direzioni infinite. Sembrano traiettorie riempite di testimonianze dalle sfumature di diversi colori: chissà chi ha calpestato quella materia che ora sembra pietra percorsa da spaccature. Ed è come sentirne l’impronta, i segreti di chi l’ha attraversata.

“Ciò che vediamo e che conserviamo nel tempo è una reliquia, la testimonianza di un vissuto unico che è ormai passato e non può più essere replicato”, racconta l’artista. Che nel comporre le sue opere interviene con una propria visione per cui l’olfatto diventa il collante di un’esperienza interiore. “Combinando l’olfatto con la materia – sottolinea il curatore Sabino Maria FrassàRepetto dà vita a un’arte multisensoriale e immersiva che diventa strumento per esplorare e far emergere la nostra interiorità più profonda e irrazionale, un vissuto unico che è ormai passato e non può più essere replicato”.

Sull’equilibrio fra il senso dominante, la vista, e il più trascurato olfatto prevale il secondo. Nel grembo materno, infatti, il senso della vista è il meno sviluppato e richiede mesi dopo la nascita per raggiungere la sua piena maturità. La percezione olfattiva no. Si manifesta subito nella sua completezza. L’olfatto è tra i più potenti stimolatori di memoria a lungo termine, soprattutto nell’ambito del comportamento sessuale e alimentare. Non ha però ancora trovato forma compiuta nell’arte contemporanea perché non è “conservabile”, a differenza del tatto e della vista che si basano sull’infinita possibilità di ripetere nel tempo l’esperienza grazie alla tangibilità della materia.

“Circuiti di senso” è una mostra coraggiosa, in controtendenza, che combina non solo tutti i sensi ma anche un nuovo ruolo del design e dell’arte come motori di cambiamento e non di semplice decorazione. Presentata nella galleria milanese di Gaggenau, con le sue installazioni site specific ci riporta all’esperienza dell’immateriale-invisibile. “Ciò che ci accomuna – sembra raccontarci l’artista – risiede proprio in questa pervasiva immanente invisibilità che è in fondo la materia di cui siamo fatti”. “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”, scriveva Shakespeare. E se i sogni scaturissero anche da un’opera d’arte olfattiva? Per visitare, su appuntamento, la mostra “Circuiti di senso” a cura di Sabino Maria Frassà al Gaggenau DesignElementi Hub di Milano scrivere a gaggenau@designelementi.it. E’ sostenuta da Cramum, un progetto no profit che dal 2012 sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel mondo: maestri dell’arte contemporanea non ancora noti al grande pubblico, sebbene affermati nel mondo dell’arte.