Questa mattina in una cinquantina di delegati dei lavoratori del porto iscritti all’Unione sindacale di base hanno occupato Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità Portuale di Genova: “Quello che è emerso dall’inchiesta è quello che noi diciamo da anni – spiega Josè Nivoi, portavoce Usb Mare e Porti – cioè che sono collusi con la parte datoriale e con la politica. Quando si tratta di sistemare gli interessi e i problemi dei terminalisti si attivano, quando si tratta di parlare dei problemi dei lavoratori non muovono un dito”. La protesta si lega all’inchiesta che ha travolto l’ex numero uno dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, attualmente ristretto in custodia cautelare in carcere e il suo braccio destro e attuale presidente Paolo Piacenza, anch’esso indagato, ma le richieste dei sindacalisti riguardano in particolare alcune vertenze bloccate da tempo.
Oltre alla questione dei lavori interinali e precari e l’assenza di un responsabile sicurezza dei lavoratori nel terminal Gnv, nelle ultime ore è emersa anche una questione che minerebbe la rappresentanza sindacale: “Nel terminal Psa-Gp la lista USB, corredata da più di 200 firme, è stata esclusa dalla partecipazione alle Rsu”. L’esclusione dagli organismi sindacali sul posto di lavoro dell’Usb è stato l’elemento scatenante della protesta che prosegue in queste ore: “Chiediamo un incontro con queste modalità perché siamo stufi del muro di gomma dei silenzi e delle risposte via pec, confidiamo in un incontro nelle prossime ore con chi dirige l’Autorità Portuale – spiega Riccardo Rudino del Collettivo autonomo lavoratori portuali – che ha un ruolo pubblico e non può ritirarsi dal confronto con tutte le parti sociali e rappresentanze sindacali”.

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