Cronaca

Corruzione in Liguria, il videoreportage dalla “piccola Riesi” di Genova: “Qui ci sono famiglie un po’ così… che spostano voti”

“È da quando sono bambino, dagli anni ‘60, che è noto che qui ci sono delle famiglie un po’ così… che spostano voti”. Così un residente del quartiere Certosa di Genova descrive una situazione che, allo stesso tempo, viene subito circoscritta da tutti: “Parliamo di 3-400 voti su una comunità di migliaia di persone originarie di Riesi – aggiunge Enrico d’Agostino della Casa della Legalità, che negli anni è stato minacciato per le denunce e gli esposti presentati su questa realtà – il resto della comunità sono davvero bravissime persone arrivate con nulla, cinquant’anni fa, e oggi sono parte integrante e sana del quartiere”.

Eppure, in anni di crescita dell’astensione, 400 voti sono un contributo che fa gola a tutti. Qui a gestire i voti sarebbero i fratelli Testa di Bergamo: “Scendono sempre sotto elezioni – spiegano al bar della piazza che diventa il naturale punto di ritrovo della comunità riesina di Certosa – dicono ‘vota questo, vota quello’, ma in maniera molto gentile, cordiale, offrono da bere…”. Dietro a quello che tutti vedono in piazza sotto elezioni, secondo la procura ci sarebbe scambio di voti in cambio di promesse di posti di lavoro (che per altro non sarebbero state mantenute). A favorire alcuni candidati delle liste di Toti in Regione sarebbero state persone collaterali a Cosa Nostra e a famiglie già note in città per precedenti sentenze. Lo storico cassiere del super market di Certosa, Umberto Lo Grasso, che negli anni ha girato diversi partiti e ora è consigliere comunale per la lista Toti, viene oggi accusato di favoreggiamento, avrebbe avvisato gli altri indagati di stare attenti e non parlare al telefono, perché c’erano indagini in corso.