Salute

Ecco perché siamo sempre più stanchi: “Può diventare un problema invalidante”

Se vi sentite sempre molto stanchi, senza una specifica ragione, non siete certo gli unici

Se vi sentite sempre molto stanchi, senza una specifica ragione, non siete certo gli unici. Anzi, se vi può consolare, non molti anni fa il filosofo coreano Byung-Chul Ha ha dedicato pure un piccolo saggio sul tema, intitolato La società della stanchezza (Ediz. Nottetempo) in cui sottolinea come l’ossessione dell’iperattività e la tendenza sempre più forte al multitasking arrivino a produrre disturbi di natura depressiva e nevrotica. Tutti segnali di “stanchezza” che, secondo l’autore, sono frutto dell’incapacità dell’individuo di stare al passo con i ritmi dell’iperproduzione postcapitalistica in un contesto dove egli stesso ha interiorizzato questi modelli di comportamento a tal punto da sembrargli “naturali”.

In questo clima non fa quindi così scalpore la recente dichiarazione di Noel Quinn, ceo di Hsbc, la più grande banca europea: “Dopo cinque anni intensi, è giunto il momento per me di trovare un migliore equilibrio tra la mia vita personale e quella lavorativa”. “Sembra un paradosso, un mondo che richiede meno sforzi fisici del passato ma fa aumentare la stanchezza. Questo perché c’è molto più stress psicologico, un bombardamento di stimoli e ritmi sempre più veloci”, spiega al FattoQuotidiano.it il professor David Lazzari presidente del Consiglio Nazionale Ordine Psicologi. “Essere sul pezzo e multitasking non è facile, bisogna imparare a gestire l’energia. Vedere le persone stanche, che magari cercano un rimedio nei troppi caffè o in sostanze stimolanti, è diventato un fatto frequente”.

Stress amico e nemico
Il senso di stanchezza è una condizione che riguarda una buona percentuale della popolazione. Ma il termine va in qualche modo specificato. Bisogna infatti distinguere “la stanchezza fisiologica, naturale, dopo intensi sforzi fisici e/o psichici e dalla quale ci si riprende col riposo, dalla stanchezza cronica, che può diventare un problema invalidante (Sindrome da stanchezza cronica, ndr) e va riconosciuto”, continua Lazzari. “Quest’ultima è una condizione multifattoriale che origina in genere da stress acuti o da condizioni di stress cronico, ma anche da problemi fisici”. Tra le cause principali della sensazione di stanchezza perenne, c’è la difficoltà a prenderci momenti di pausa e la tendenza a essere sempre connessi a continue fonti di stimolazione: una situazione di forte stress. E sappiamo che “lo stress brucia sempre energia”, sottolinea l’esperto, “con la differenza che quello che si accompagna a vissuti positivi (eustress) comporta anche un certo grado di recupero (es. ci sentiamo più attivi dopo la palestra), mentre quello negativo (distress) no. In situazioni di stress eccessivo o cronico non siamo più in condizioni di recuperare adeguatamente e così compare un senso di stanchezza, sia a livello fisco che mentale. La connessione ai dispositivi eccessiva è dimostrato che è fonte di stress e produce stanchezza, è come un rumore di fondo che ci impedisce di pensare con calma, di assaporare le cose nel modo giusto, di elaborare gli stimoli”.

Il ruolo del cibo
Indubbiamente un ruolo fondamentale per determinare o meno uno stato di fatica è anche il modo in cui mangiamo. Di fatto, “complici i ritmi serrati a cui siamo sottoposti, spesso ci si ritrova a consumare di fretta alimenti che hanno un grande carico di grassi e sono poveri di fibre, oppure pasti ricchi di carboidrati raffinati che sicuramente non nutrono la salute”, sottolinea il professor Rolando Bolognino, biologo nutrizionista ed esperto in alimentazione sportiva. In che modo questi alimenti favoriscono un senso di fiacca? “Sono tutti cibi che tendono ad appesantire e rallentare i processi digestivi”, continua il biologo, “quindi richiedono molta più energia”.

Gli zuccheri ti buttano giù
Sotto accusa in effetti è proprio il cibo che ha subito processi di raffinazione e il consumo di alimenti troppo zuccherati che non aiutano ad avere energie disponibili a lungo durante la giornata. “Questo perché gli zuccheri semplici vengono assorbiti molto velocemente a livello intestinale e portano a un innalzamento più rapido dell’insulina, che tenderà a far richiamare nelle cellule questi zuccheri”, spiega Bolognino. “Ma anche il calo sarà rapido, inducendo il bisogno di consumare nuovamente zuccheri.

Regole antifatica
A questo punto come rimediare? Restando sul piano nutrizionale, dobbiamo “bilanciare correttamente il carico di carboidrati, preferendo cereali integrali, e abbinandoli a una fonte di proteine e di fibra”, spiega ancora Bolognino, “in questo modo rallenteremmo l’assorbimento degli zuccheri, con un innalzamento più graduale della glicemia. Così si avrebbe un rilascio più costante e graduale di ‘energia’, senza picchi, e di lunga durata”. Mentre sul fronte psicologico, prima di tutto “Bisogna partire dalla verità che noi non siamo macchine, anche se spesso ci vediamo, ci trattiamo o veniamo trattati come tali”, sottolinea Lazzari. “Siamo esseri viventi che hanno bisogno di gestire l’energia con equilibrio, perché altrimenti si producono danni non solo nella qualità della vita, ma anche nel nostro funzionamento e nella salute. Le nostre performance richiedono un uso intelligente della bilancia costi-benefici. Quando il senso di sovraccarico dura cerchiamo di fare il punto della nostra bilancia, capire le vere priorità, le nostre reali esigenze, prenderci degli spazi di benessere e di recupero, consultare un esperto quando tutto questo non basta e la stanchezza permane. Avere cura di se stessi non è egoismo, ma è un dovere verso la vita. Ricordiamo che la stanchezza è un segnale, il nostro corpo e la nostra psiche ci avvertono e ci chiedono aiuto, e trascurare questo messaggio non è mai una buona mossa”.

Muoversi per sentirsi meno stanchi
E in ultimo, ma non per importanza, l’efficacia di una buona attività fisica. Perché, paradossalmente, essere molto sedentari alimenta il senso di stanchezza mentre “lo sport può aiutarci a sentirla meno (a patto di essere un po’ allenati)”, chiarisce Bolognino. “Questo perché lo sforzo fisico innesca il rilascio di endorfine che aiutano a regolare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e promuove il rilascio di dopamina che migliora il tono dell’umore. Lo sport”, conclude il nutrizionista, “risulta essere un’ottima strategia per combattere sia la stanchezza fisica, sia quella mentale. Inoltre promuove un sonno più regolare e profondo, dandoci migliori energie al risveglio, fisiche e umorali”.