“L’onestà, la bontà, la rettitudine”. E ancora: la “pace, l’armonia, la generosità”, così come “la forza d’animo”. Quando c’era “Lui”, tutto era diverso. Leggendo le due pagine che Hoara Borselli dedica, sul Giornale, a un’intervista a Marta Fascina, sembra proprio che Silvio Berlusconi sia ben avviato sul percorso della santità. Dopo mesi di silenzio e di assenze (soprattutto in Aula alla Camera, visto che è deputata), ma a neanche due settimane dalle elezioni Europee, la vedova dell’ex cavaliere rompe il muro che si era costruita attorno dopo la morte dell’amato e si concede a un lungo flusso di coscienza, ai limiti dell’agiografia, sostenendo di essere una sopravvissuta: “Mi hanno portato via la felicità, mi hanno strappato via il cuore. Un lutto così terribile non si supera, si convive con esso”.
Fascina parla di sé, dei suoi anni a Napoli, dell’amore per la filosofia e del trasferimento nell’agognata Milano, per lavorare nella squadra dei suoi sogni (il Milan) e per seguire l’uomo dei suoi sogni: “Ero al liceo, avevo 14 anni e la sua leadership coinvolgente e trascinatrice mi aveva stregato. I suoi ideali e i suoi programmi di modernizzazione dell’Italia, il suo modo di comunicarli, mi entusiasmavano. Ero affascinata e sedotta dalla figura di Silvio e dal suo contributo imprenditoriale e politico al nostro Paese. Lo seguivo ovunque, in tutte le sue manifestazioni”. L’immagine di una predestinata, insomma.
E poi la sfilza di doti e valori di un uomo la cui storia criminale non è neanche minimamente accennata. Anzi, si parla della solita “terribile e ingiusta persecuzione giudiziaria” a proposito della riforma della giustizia attualmente in discussione, che non è – sostiene la deputata – “un cruccio di Forza Italia o una vendetta” ma “un’esigenza impellente che si avverte nel nostro Paese sin dai tempi di Tangentopoli. Silvio ha provato più volte a riformarla durante i suoi governi, ma alleati ed avversari hanno fatto di tutto per impedirglielo”. “Mi faccia ricordare – aggiunge Fascina – l’intensa azione che Silvio, da Presidente del Consiglio, durante i suoi governi, ha profuso nella lotta alla mafia. Inasprimento del carcere duro, confisca dei beni della criminalità, record negli arresti di vertici ed affiliati ai clan; sono stati arrestati 32 sui 34 più pericolosi latitanti mafiosi”.
Borselli dimentica di chiedere dell’inchiesta fiorentina sulle stragi, chiusa neanche un mese fa, nella quale Marcello Dell’Utri è indagato per “aver assicurato l’impunità a Silvio Berlusconi di mafia in cambio di milioni” (come si legge negli atti).
L’intervistatrice, piuttosto, è prodiga di complimenti e di paragoni un tantino azzardati: “Nilde Iotti subì molti pregiudizi e ostilità perché era la compagna di Togliatti – chiede alla vedova –. È successo anche a lei con Berlusconi?”. “Sì il pregiudizio è stato un elemento che ha sempre accompagnato la mia storia con Silvio – la risposta – e per certi versi ancora non mi abbandona. Ma lui mi ha insegnato ad avere una certa flessibilità rispetto alle cattiverie gratuite. L’amore ed il sorriso sono l’arma più forte contro l’odio e l’invidia”.
Tra un colpo al cerchio (“sono sempre stata convinta, esattamente come Giorgia Meloni, che non sia il sesso a determinare il valore, la capacità ed il merito di alcuno, anche in politica”) e uno alla botte (“porgere l’altra guancia: valore che, insieme a tutti quelli che ho ricordato e che hanno reso Silvio unico, ritrovo anche nella sua adorata figlia Marina come nei suoi fratelli”), Fascina sa bene che l’8 e il 9 maggio si vota e che Forza Italia, “la più grande intuizione politica della storia italiana”, è data in grande cresciuta dai sondaggi. E non certo grazie ad Antonio Tajani: “Auspico un buon risultato per Forza Italia, anche e soprattutto come tributo alla memoria del suo leader fondatore a cui tutti dobbiamo gratitudine e riconoscenza. Se siamo ciò che siamo lo dobbiamo tutti a lui. Ma Forza Italia, quale partito che Silvio ha condotto con orgoglio nel PPE, la grande casa della democrazia e della libertà, ad esito di queste elezioni sarà sicuramente nella tolda di comando dell’Europa dei prossimi 5 anni”.