Secondo il Fondo monetario internazionale l’economia italiana si è ripresa bene dalla pandemia e dagli shock dei prezzi dell’energia ma “le previsioni di crescita sono moderate per i prossimi anni”. Nel suo ultimo rapporto globale il Fondo stima per l’Italia un incremento del Pil dello 0,7% sia per quest’anno, sia per il prossimo ma sottolinea che “anche se sorprese positive possono materializzarsi, i rischi per la crescita sono al ribasso”. Sono considerazioni che emergono al termine della missione in Italia, dove i suoi esperti sono stati dal 6 al 20 maggio. L’Italia viene quindi invitata ad ampliare la forza lavoro affrontando il problema della bassa fertilità e della bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro. Mitigare questi due fattori darebbe una spinta alle prospettive di crescita dell’Italia.
Dopo quella che è poco più di una lunga serie di ovvietà e indicazioni piuttosto generiche, arrivano le direttive sul debito. Il Fmi, in ultima analisi, è un guardiano del rispetto degli impegni debitori degli stati sovrani. “Anche se ha contribuito alla ripresa, la politica fiscale espansiva ha mantenuto il deficit e il debito molto alti, elevando il premio di rischio dell’Italia” (significa che deve pagare più interessi sui titoli di Stato che emette, ndr) pesando sugli investimenti del settore privato.
Secondo gli esperti di Washington “È possibile ottenere un aggiustamento di bilancio più rapido del previsto per ridurre il debito con un elevato livello di fiducia e con costi limitati per la crescita ritirando misure di crisi inefficienti e temporanee“. Il riferimento è al superbonus per le ristrutturazioni edilizie. “Oltre il breve termine, pur mantenendo un considerevole avanzo primario (differenza tra entrate e spese dello stato prima di pagare gli interessi sul debito, ndr), saranno necessari ulteriori sforzi fiscali per accomodare investimenti che stimolano la crescita le pressioni di spesa e contribuire a ripristinare spazio di bilancio in caso di shock”, mette in evidenza il Fondo.
“Sono possibili e auspicabili consistenti risparmi per finanziare misure che favoriscano la crescita e l’efficienza”, tra cui la sostituzione dei tagli al cuneo fiscale e i sussidi alle assunzioni “con misure che incrementino in modo permanente la produttività del lavoro”; “razionalizzando ulteriormente la spesa pensionistica, innalzando l’età effettiva di pensionamento ed evitando costosi schemi di pensionamento anticipato”. In Italia è “urgentemente necessario rinvigorire la produttività” e questo obiettivo potrebbe essere centrato con “l’attuazione completa e tempestiva del Pnrr, seguita da un successivo piano fiscale strutturale a medio termine incentrato su infrastrutture pubbliche critiche, ricerca e innovazione, riforma del sistema educativo (non si capisce bene perché, ndr) e miglioramento del clima imprenditoriale“.