Caos in Ligue 1. Nel giorno della lotta contro l’omofobia in Francia, la partita di campionato tra Monaco e Nantes diventa lo spot peggiore possibile. In particolare, sono due i calciatori che non si sono schierati a favore dell’iniziativa. Il primo, Mohamed Camara – centrocampista dei padroni di casa – ha mostrato il proprio disappunto coprendo con lo scotch la patch dell’iniziativa e il logo della Ligue 1 color arcobaleno favore dei diritti LGBT. Inoltre, all’inizio del match Camara non è voluto apparire nella foto di gruppo con un cartellone volto a denunciare l’omofobia. L’altro, Mostafa Mohamed – attaccante del Nantes – ha deciso di non presentarsi alla partita, rimanendo in hotel. E non è la prima volta che accade: lo scorso anno, contro il Tolosa, l’epilogo fu lo stesso. I relativi club hanno preso le distanze nei confronti del comportamento dei loro tesserati e, intanto, Amelie Oudea-Castera – la ministra dello Sport francese – ha chiesto ufficialmente delle sanzioni.


Le risposte dei club
“Come club aderiamo alla campagna. Camara ha agito di sua iniziativa, ma ne discuteremo insieme internamente”. Queste le parole di Adolf Hutter, allenatore del Monaco. Il club monegasco, dunque, per il momento prende tempo. Il Nantes, invece, sembra orientato a sanzionare – come accaduto lo scorso anno – il suo attaccante Mohamed. L’egiziano aveva chiesto di rispettare la sua posizione, pur rispettando chiunque: una difesa che non venne accolta dal club.

Un comportamento “inammissibile”
La ministra dello Sport francese Amelie Oudea-Castera non ci sta: seppur non sarebbe prevista alcuna sanzione per i non aderenti alla campagna, Oudea-Castera vorrebbe che i club coinvolti agissero di conseguenza nei confronti di coloro che si sono rifiutati di seguire l’iniziativa del campionato. Dall’altro lato, il cofondatore della Fondazione per lo sport inclusivo Jeff Puech guarda l’altro lato della medaglia: “Il 99.9% dei protagonisti hanno aderito all’iniziativa, che si articola lungo tutta la stagione per spiegare che non è un’incitazione all’omosessualità ma uno stop all’omofobia. Finora solo la Lega calcio si è impegnata, contrariamente al rugby e alla pallamano”.

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