I sindacati dei tassisti hanno confermano lo sciopero nazionale di domani, martedì 21 maggio, con uno stop al servizio dalle ore 8 alle 22. A Roma si terrà una manifestazione autorizzata in piazza San Silvestro, dalle 11 alle 17. “È fondamentale la partecipazione di tutta la categoria a difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù degli algoritmi e delle multinazionali“, spiegano Fast-Confsal taxi, Satam, Tam, Usb-taxi, Unica-Filt Cgil, Claai, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa-taxi, Ugl-taxi, Federtaxi-Cisal, Sitan Atn, Unione Artigiani. Tra le rivendicazione, inoltre, la solita contrarietà all’aumento delle licenze.
“Lo sciopero è contro il ritardo e la mancanza di concertazione del governo sul dpcm relativo alle piattaforme tecnologiche. Scioperiamo per chiedere al governo di scrivere e approvare decreti che servano ad attuare lo spirito della legge quadro di settore, non a capovolgerlo per accogliere le pressioni di chi vuole fare profitto con la mobilità”, afferma il segretario nazionale di Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe.
“La nostra protesta non è e non deve sembrare una difesa corporativa, domani scenderemo in piazza anche a tutela dell’utenza. Oggi gli utenti possono contare infatti su tariffe certificate, domani, senza i decreti attuativi adeguati e senza regole non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e ncc gli algoritmi delle multinazionali vanno alle stelle; in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi sono lievitati del 400%”, dice il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese. “L’atteggiamento complessivo della maggioranza in questo ultimo periodo ha fatto scattare il nostro allarme. Le interferenze che Uber ha imposto alla politica non sono una novità, e quindi quello che è a tutti gli effetti uno stop al confronto e un rimpallo tra diversi ministeri ci impone di andare direttamene a un confronto con la presidente del Consiglio Meloni”, afferma il coordinatore di Usb taxi, Riccardo Cacchione.
“Il solito sciopero immotivato e preventivo per mantenere i privilegi di casta e fare pressioni sui politici per scoraggiare qualunque possibile miglioramento della legge”. Così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. “Unica novità che al solito slogan anni ’50 contro le multinazionali ora hanno aggiunto anche la new entry degli algoritmi” prosegue Dona. Lo sciopero “è assurdo e del tutto immotivato, e trova la netta contrarietà dei consumatori italiani”, afferma Assoutenti.
“Le norme sui taxi sono state ben recepite da quasi tutti i comuni italiani a cui erano rivolte: hanno indetto concorsi straordinari, hanno rilasciato seconde guide, hanno rilasciato licenze temporanee o hanno programmato di farlo”, ha detto due giorni fa il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Prima di noi ci avevano provato altri tre governi a fare una riforma del settore taxi senza riuscirci: i governi Monti, Renzi e Draghi, noi l’abbiamo annunciata, presentata e realizzata e si è dispiegata in maniera efficace