Cronaca

Milano, 64mila auto in sosta selvaggia in una sola sera. Le attiviste di Sai che puoi: “Più parcheggi? No, troppe auto”

Sessantaquattromila auto in sosta irregolare in una sola sera che sottraggono ai cittadini uno spazio equivalente a 32 piazze del Duomo o a 77 campi da calcio. Sono questi i risultati di Via Libera, la prima mappatura partecipata della sosta selvaggia a Milano, che giovedì sera ha portato oltre duemila persone a setacciare tutte le 3800 vie della città. Un’iniziativa nata dall’associazione “Sai che puoi?” che negli scorsi mesi ha sviluppato un app per conteggiare le auto in sosta irregolare e ha chiesto ad associazioni e cittadini di partecipare alla mappatura di questo fenomeno.

Il quadro che è emerso è “spaventoso” come raccontano Bianca Uberti Foppa e Alberto Gianera, di “Sai che puoi?”. Su 64mila auto, 37mila erano in sosta irregolare in carreggiata (in doppia fila, su strisce pedonali, agli incroci), 15mila erano sul marciapiede, mentre 11mila sulle aree verdi, per esempio sotto gli alberi. Sul podio delle aree più colpite salgono Buenos Aires con circa 3.260 auto in sosta irregolare, Città Studi con 3.065 e Villapizzone con circa 2.260. Se si passa all’analisi delle singole vie, emerge il record di via Ricciarelli, nella zona ovest della città. Qui in soli 700 metri di strada si sono contate 220 auto parcheggiate sul marciapiede. Veicoli che sottraggono ai cittadini 1881 metri quadri di marciapiede. Spostandosi dall’altra parte della città, in viale Campania, zona est, si sono contate 454 auto parcheggiate su parterre alberato a fronte di una via lunga poco più di un chilometro.

“Il primo pensiero di fronte a questi dati spaventosi potrebbe essere quello di dire che servono più parcheggi – spiegano in maniera provocatoria gli attivisti e le attiviste di Sai che puoi? – ma, ancora una volta, serve andare a vedere i dati”. Milano è una delle metropoli europee con la più grande disponibilità di parcheggi in strada. 300mila posti, corrispondenti a 22 parcheggi ogni 100 abitanti, contro i 7 parcheggi di Barcellona e i 6 parcheggi di Parigi). Ma Milano è anche la città europea con i tassi più alti di motorizzazione con 50 auto ogni 100 abitanti, mentre a Parigi il dato scende a 25 e a Barcellona a 36. Ed è “anche l’unica grande città europea dove il pass sosta residenti viene concesso gratuitamente: questo fa sì che siano stati rilasciati più di 400 mila pass sosta per residenti, a fronte di 300 mila posti auto su strada”. Il problema, secondo gli attivisti, non è quello della “mancanza di parcheggi, ma delle troppe auto”. E di fronte a questi dati “il Comune deve affrontare il problema perché si tratta di spazio pubblico sottratto alle persone”.

Che fare dunque? L’appello al Comune di Milano è quello di “un piano complessivo per la restituzione dello spazio pubblico alla persone” che parta da una premessa: “le persone scelgono di muoversi nella modalità che la disponibilità di infrastrutture e le tariffe rendono più conveniente”. E così l’azione deve svilupparsi contemporaneamente su quattro assi. Il primo riguarda la dimensione culturale: occorre spiegare come “la sosta irregolare impatta negativamente sul benessere di ogni persona e che nelle città il diritto inviolabile che esiste è quello al benessere e alla salute, e non al possesso ad ogni costo dell’automobile privata”. Il secondo riguarda la dimensione infrastrutturale: serve “l’installazione massiccia e progressiva di infrastrutture poco costose (come paletti e doppi cordoli) che impediscano fisicamente la sosta irregolare su marciapiede, aree verdi e in prossimità di incroci e strisce pedonali”. Il terzo affronta il tema del rafforzamento dei controlli: secondo i dati riportati da Sai che Puoi, nel 2022 la Polizia Locale ha emesso una media di 232 verbali per sosta su marciapiede e 37 per sosta su aree verdi al giorno. Dati che se rapportati alle 15mila auto in sosta irregolare e 11mila su aree verdi emerse in sole quattro ore dalla mappatura di Sai che Puoi? fanno emergere il clima di “impunità” che regna oggi. Il quarto asse di lavoro riguarda il rafforzamento della alternative all’auto: “incrementando frequenza e capillarità del servizio del trasporto pubblico a tutto le ore, aumentando le aree pedonali, allargando i marciapiedi, pianificando e costruendo una rete ciclabile continua e progettata secondo gli standard moderni, promuovendo e favorendo il car-pooling per chi non ha alternative, coinvolgendo i mobility manager delle aziende”.