Piomba la prima inchiesta sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Corruzione e turbata libertà degli incanti i reati iscritti dalla procura di Milano nel fascicolo di inchiesta che fino a pochi mesi fa era senza indagati. Oggi i militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano sono entrati negli uffici della Fondazione Milano-Cortina per eseguire un’ispezione e ad acquisire documentazione. Presente nella sede anche la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. Tre le persone iscritte nel registro degli indagati, nessuna delle quali è un attuale dirigente o dipendente della Fondazione, che hanno ricevuto l’informazioni di garanzia. Si tratta dell’ex amministratore delegato, Vincenzo Novari, dell’ex dirigente Massimiliano Zuco e di Luca Tomassini, legale rappresentante della società Quibyt, ex Vetrya spa di Orvieto, che si era aggiudicata l’incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026.

“I soldi e la Smart per affidare i servizi digitali a Tomassini”
Secondo gli elementi emersi dall’inchiesta, coordinata dall’aggiunta Siciliano con i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, gli ex dirigenti Novari e Zuco hanno ricevuto soldi (ancora da quantificare) e una Smart dal terzo indagato, Tomassini, per “favorire l’affidamento delle gare relative al cosiddetto ecosistema digitale di Fondazione”, come si legge nel decreto di perquisizione. Tra i benefit viene appunto citata “l’auto Smart per Zuco, pagata direttamente da Tomassini tramite Vetrya fin dal novembre 2019″. Perché? Per le “cortesie” fatte ”ultimamente”: così si esprime in chat lo stesso Tomassini, come emerge dal decreto di perquisizione. Di altre utilità o soldi i due indagati, invece, secondo la procura, “comunque ne accettavano la promessa, con successive aggiudicazioni delle stesse a favore della società Vetrya ed emissione di fatture da parte di Vetrya e Quibyt (entrambe amministrate da Tomassini), nei confronti della Fondazione, per importi complessivamente non inferiori a 1.895.346,60 euro“. In una mail inviata all’interno di Vetrya tra il marzo 2020 e il gennaio 2021 si legge: “Entro domani, sera
cerchiamo di avere un importo da trasferire a Zuco”.

Le fatture da quasi due milioni di euro
Quindi, secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, Tomassini prima con Vetrya e poi con Quibyt è riuscito a mettere le mani su affidamenti diretti da quasi due milioni di euro per i servizi relativi al cosiddetto ecosistema digitale. Siamo sempre nel periodo tra il marzo 2020 e il gennaio 2021 e gli affidamenti riguardano “Sviluppo delle Piattaforme Web e Mobile; servizi licensing Office 365, Hosting in Cloud e Operation; implementazione Microsoft Azure Information Protection” operati da Fondazione Milano-Cortina. Le conversazioni WhatsApp, si legge ancora nel decreto di perquisizione, “inducono a ritenere realizzatosi nei fatti un accordo corruttivo tra gli attori di Fondazione coinvolti (Novari e Zuco) e l’imprenditore Tomassini in relazione alle gare per l’aggiudicazione dei servizi digitali dei Giochi olimpici e paraolimpici di Milano Cortina 2026″. Fatti che per la procura di Milano che indaga per corruzione e turbata libertà d’incanto sarebbero stati commessi in città “tra il marzo 2020 e il marzo 2021“.

Gli accertamenti sull’assunzione dei dipendenti
Il comunicato della Procura di Milano evidenzia però anche un altro aspetto: “Fli accertamenti in corso hanno ad oggetto anche le procedure adottate per la scelta dei fornitori e degli sponsor tecnologici nonché per l’assunzione di dipendenti della Fondazione: in proposito è stata disposta l’acquisizione dei relativi atti e documenti nonché l’audizione di alcuni dipendenti della Fondazione nella qualità di persone informate sui fatti”. Dal decreto di perquisizione, che parla di un contesto di “opacità“, emergono ulteriori dettagli su questo punto: la Guardi di Finanza infatti rileva come “durante il mandato di Novari, in Fondazione sia stato assunto personale dipendente che – come rilevano banche dati e fonti aperte – appare come parte di una cerchia di soggetti conosciuti da Novari stesso nell ambito di suoi precedenti incarichi dirigenziali (nella società H3G) o per cointeressenze societarie (principalmente in Bizboost, Soityou e Nhc, società tutte riferibili al Novari)”.

I rapporti tra Novari e Tomassini
I nomi di alcune di queste società non sono di certe nuovi. Novari e Tomassini sono stati soci in Bizboost, prima che quest’ultima venisse liquidata. Si deve tornare al 2018, quando – come ricostruito da Affariitaliani.it – la Vetrya di Tomassini compra il 10% di Bizboost. L’85% delle quote rimane appunto alla Nhc, la Novari Holding and Consulting, citata a sua volta nel decreto di perquisizione. Va ricordato che Tomassini, insieme ad altre 26 persone tra cui ex manager di WindTre, è stato rinviato a giudizio con l’accusa a vario titolo d’aver truffato nel 2017-2020 agli ignari consumatori – benché a colpi di pochi centesimi al giorno – 200 milioni di euro in servizi telefonici aggiuntivi.

Il nuovo ad Varnier (estraneo) e il passaggio a Deloitte
Novari era stato nominato il 6 novembre 2019 con una scelta unanime da parte dell’allora ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, dal presidente del Coni Giovanni Malagò, dal sindaco di Milano Beppe Sala, dal governatore della Lombardia Attilio Fontana e dall’allora sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina. Aveva lasciato la guida della Fondazione nel marzo del 2022. Tutti gli elementi contestati dall’inchiesta non riguardano attuali dirigenti e l’amministratore delegato Andrea Varnier , che è in carica da novembre 2022. Gli investigatori delle Fiamme gialle sono stati delegati a eseguire perquisizioni, ordini di esibizione, ispezione di sistemi informatici presso la Fondazione Milano Cortina 2026 e la società Quibyt. L’operazione però è stata estesa anche agli uffici di Deloitte, subentrata all’azienda umbra. Il decreto di perquisizione sottolinea infatti come sul sito MilanoCortina2026.olympics.com dal 29 aprile 2024 non ci sia più “alcun legame tecnologico con Quibyt” e che “di contro, sia “apparso” da quel giorno sul sito internet il riferimento alla società Deloitte come sponsor tecnico”. Un anno fa Altreconomia aveva denunciato che il colosso della revisione e consulenza si era visto affidare “servizi tecnologici” per 176 milioni di dollari tramite affidamento diretto.

Il ministro Abodi
“Perquisizioni Milano-Cortina? Ne siamo stati informati come voi, aspettiamo di capire. La Guardia di Finanza fa un lavoro egregio e ha il nostro sostegno. Ora vediamo le risultanze dell’indagine che non è mai motivo di soddisfazione e orgoglio, ma nemmeno di preoccupazione – ha commentato il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, – La fondazione deve essere ed è una casa di vetro. E chiunque voglia guardarci dentro deve trovare le risposte sulla trasparenza e sui comportamenti gestionali”.

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