“Noi siamo una Fondazione di diritto privato e ci occupiamo dell’organizzazione dei Giochi, non delle opere”. Questo è stato uno dei primi concetti che Andrea Varnier, attuale amministratore delegato di Fondazione Milano-Cortina ha voluto chiarire durante l’intervista di un anno fa a ilfattoquotidiano.it nel suo ufficio milanese ai piani altissimi del grattacielo Allianz di CityLife. Nella sede della Fondazione invece questa mattina di martedì 21 maggio si sono presentati gli uomini della Guardia di Finanza: Varnier è estraneo all’inchiesta per corruzione e turbata libertà degli incanti, per cui è indagato il suo predecessore Vincenzo Novari. Al centro delle indagini della Procura di Milano c’è l’affidamento diretto di alcuni servizi digitali per l’evento. Le contestazioni riguardano il periodo tra il marzo 2020 e il marzo 2021, antecedente all’attuale gestione. Ma di che cosa si occupa, appunto, la Fondazione Milano-Cortina?
L’organizzazione dei Giochi – La Fondazione è di fatto il comitato organizzatore dei Giochi olimpici invernali del 2026. Costituita il 9 dicembre 2019, come si legge sul sito ufficiale, “svolge tutte le attività di organizzazione, promozione e comunicazione degli eventi sportivi e culturali relativi ai Giochi”. Tradotto, gestisce la realizzazione delle Olimpiadi. Alla Fondazione quindi non è affidato il compito di costruire le opere, ovvero la fetta più grande della maxi-torta olimpica. Il comitato organizzatore deve assicurarsi di avere a disposizione gli impianti per effettuare le gare e per ospitare gli atleti, gli staff e i media. Deve gestire i servizi connessi alle sedi di gara e ai villaggi olimpici. Ma non si occupa degli appalti per la loro realizzazione.
Promozione e comunicazione – Oltre al lato che concerne l’organizzazione, anche “promozione” e “comunicazione” sono due partite cruciali. Investono ambiti come la vendita dei biglietti, il merchandising e le sponsorizzazioni. In altre parole, i soldi da reperire per garantire che almeno il bilancio del Masterplan Olimpico – che prevedeva il pareggio tra costi e ricavi – venga rispettato. I soldi in più necessari per le opere di contorno li metterà il pubblico e la grande abbuffata di Milano-Cortina già costa quasi 4 miliardi di euro. Dal Cio, con il programma Top, arriveranno circa 150 milioni. La vendita dei biglietti dovrebbe garantire introiti per oltre 230 milioni di euro, mentre altri 48 li dovrebbe garantire il merchandising. In più, Fondazione deve trovare quasi mezzo miliardo di sponsorizzazioni private.
La caccia ai soldi e la vetrina digitale – Questa è una delle sfide più importanti per il comitato organizzatore. Nella nota sul bilancio di esercizio 2023, Fondazione assicurava che “sono proseguiti i lavori di acquisizione di nuovi domestic partner per un ricavo totale complessivo di circa 192 milioni di euro“. Ancora c’è tanto lavoro da fare, a meno di due anni dai Giochi. E per trovare i soldi ormai la vetrina web è fondamentale. Il sito milanocortina2026.olympics.com è il biglietto da visita. Ma poi ci sono anche le app, i social, la Digital Community, i Digital Ambassador. Il bilancio del Masterplan prevede alla voce “tecnologia” una spesa di quasi 190 milioni di euro. L’inchiesta della Procura di Milano riguarda appunto gli affidamenti alla società Quibyt, ex Vetrya spa di Orvieto, dell’incarico per lo sviluppo dei servizi digital delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Milano-Cortina 2026. Si parla di fatture per quasi 2 milioni di euro. Mentre è noto da quasi un anno che nel bilancio 2022 Fondazione Milano-Cortina – come riportato da Altreconomia – ha contrattualizzato la fornitura di “servizi tecnologici” da parte del colosso della revisione e consulenza Deloitte per 176 milioni di dollari.