I ricercatori della University of Western Australia e della Kelpie Geosciences sono riusciti a catturare delle immagini di un calamaro gigante, ad oltre un chilometro di profondità nell’Oceano Pacifico. Gli scienziati hanno posizionato una telecamera con esca molto a diversi metri sotto la superficie dell’acqua e il calamaro, pensando fosse una preda, l’ha attaccata.
Il calamaro in questione è un Taningia danae, anche conosciuto come calamaro Dana, si tratta di un predatore oceanico di prim’ordine con una caratteristica molto particolare, che è stato ripresa benissimo dalla telecamera-esca. “Mentre stavamo esaminando il filmato, ci siamo resi conto di aver catturato qualcosa di molto raro”, ha detto il professor Stewart. Infatti il Dana è rinomato per avere due fari, chiamati in termine tecnico fotofori, molto grandi all’estremità di due dei suoi tentacoli, che producono una luce bioluminescente, con cui il calamaro acceca le sue prede.
Ma come avviene questa reazione? Il professor Stewart ha spiegato che “i fotofori fanno reagire una miscela di sostanze con l’ossigeno per emettere luce. Si tratta di un classico esempio di bioluminescenza”. Stewart ha approfondito dicendo che il calamaro Dana ha i fotofori più grandi del regno animale, grandi più o meno come un limone.
Il professor Alan Jamieson, direttore del Centro di ricerca sul mare profondo di Minderoo-UWA, ha affermato che i ricercatori sono stati molto fortunati, dato che osservare i calamari di acque profonde nel loro habitat naturale è notoriamente molto difficile e impegnativo.