Guai a chiamarli turisti. Erano esploratori di bellezze, erano i viaggiatori del Gran Tour. Lo inauguro’ Goethe con il suo meraviglioso viaggio al Sud.
Cosa direbbe oggi delle orde di barbari-turisti che violano la città, nessun regolamento comunale neanche per le mostruose navi da crociera ormeggiate al porto. Cifre da strappare i capelli a chi ha consentito questo fognario inquinante a cielo aperto. Diceva Peppino Impastato che se alle persone venisse insegnata la bellezza avremmo meno violenza ed omertà.

Secondo Transport&Environment, l’anno scorso le 218 navi da crociera presenti in Europa hanno emesso più ossidi di zolfo di 1 miliardo di automobili, ovvero 4,4 volte di più di tutte le automobili circolanti nel continente (253 milioni). E nel 2022 l’Italia è risultato il paese europeo più inquinato dalle navi da crociera. A Venezia non entrano, a Napoli invece è come se fossero ormeggiate ciminiere sputa/veleni dell’Italsider in funzione H24. L’Hotel Caruso incastonato nella roccia di Ravello li ha visti sfilare tutti i viaggiatori del Grand Tour… Oggi bastano una cinquantina di kilometri per lasciarsi alle spalle le cloache galleggianti e sentirsi sospesi in un altro mondo dove il turista ti sorride, ha modi garbati e non ti “ vomita” addosso.

Nel centro storico di Napoli la malamovida avanza, chiudono le botteghe artigianali, depositarie di antichi saperi e sapori, in virtù di un becero profitto da fast and trash food. Chi punta alla quantità ha già perso. L’ Hotel Caruso accoglie il turista con una master class sull’ Agorà della Dieta Mediterranea a kilometro zero. I genius loci ai fornelli sono Armando Aristarco, chef storico del Caruso e il pastry chef Maurizio Black Santin, volto noto di Gambero Rosso. Il tema conduttore è il territorio in tutte le sue sfumature: tradizione, genuinità, stagionalità e stile di vita. A Napoli la territorialità invece è deturpata da continui abusivismi di tavolini e dehors, un rutto in faccia a chi ci abita.

Emilia Filocamo, responsabile della comunicazione, una tavola di squisitezze mediterranee con vista sull’infinito. E’ una passeggiata negli aromi e nei sapori della costiera, tra gelsomino, sfusato amalfitano (che poi sarebbe il loro limone) e pom d’oro (mi raccomando dividere la parola ) servito con riduzione di fior di bufala, per traghettarci dolcemente al pre-dessert e al dessert fatto di Santa Rosa. Qui c’è la vista sull’infinito, ai QS (quartieri spagnoli, acronimo anche di scarsa qualità) su una mangiatoia di cupettielli e cozzetielli a due euro.
Ri/educare il turista, si può. Si deve.

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