“Oggi avremmo proprio bisogno di don Andrea Gallo: di fronte a questo governo di ultra destra si sarebbe sicuramente infuriato”. E’ padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, compagno di vita del prete genovese a ricordarlo a undici anni dalla sua morte.
Il “don” partigiano, anarchico, di strada, degli ultimi, il 22 maggio 2013 se ne andò lasciando a Genova e all’Italia non solo un ricordo ma un’eredità preziosa: la comunità di San Benedetto al Porto e un messaggio che non ha smesso di camminare sulle gambe dei suoi ragazzi e di chi come padre Zanotelli lavora ogni giorno al quartiere “Sanità” di Napoli per la giustizia, la dignità e la pace.
“Don Andrea – dice a ilfattoquotidiano.it il missionario – sarebbe l’uomo perfetto in questo momento storico. Avrebbe sicuramente attaccato senza peli sulla lingua le scelte di questa maggioranza ove impera l’ideologia del suprematismo bianco. Proprio lui ci ha insegnato ad accogliere tutti senza chiedere di che religione fossero, da che parte stessero”.
“Ho conosciuto don Gallo – spiega padre Alex – in un momento drammatico della mia vita. Nel 1978 ero diventato direttore della rivista Nigrizia e a metà degli anni Ottanta avevo puntato gli occhi sul commercio delle armi, denunciando gli interessi dell’Italia e dei paesi occidentali nelle guerre africane. Giovanni Spadolini, allora ministro della Difesa, mi attaccò in una conferenza stampa dicendo che incitavo al terrorismo internazionale. Venni bombardato dai politici di allora: da Giulio Andreotti, da Bettino Craxi. Un giorno mi telefonò don Gallo, di cui avevo solo sentito parlare e nel darmi il suo pieno sostegno mi invitò a parlare a Genova”.
Padre Zanotelli con una Fiat Panda lo raggiunse. “E’ lì che ho sentito tutto il suo affetto e ho compreso la sua umanità, la sua straordinaria capacità di entrare nell’altro, di sentire l’altro. Mi ha colpito la sempre la sua capacità di legare la fede con la realtà, il Vangelo e la Costituzione. E’ ciò che manca ai preti, ai parroci di oggi: declinare la fede nella vita. Papa Francesco è un profeta dei nostri tempi ma il suo messaggio non passa. L’enciclica “Laudato si” è ammirata più dagli atei che dai cristiani”.
Il missionario comboniano e il prete ligure non hanno mai smesso di frequentarsi, di condividere, di lottare insieme per un mondo più giusto. Prima del 2013 Zanotelli passò qualche giorno alla comunità di San Benedetto accanto ai ragazzi più fragili che il “Gallo” accoglieva e con Lilli, la donna che ha sempre aiutato il prete genovese nella sua impresa: “Mi ha portato per i carrugi a farmi conoscere le sue amiche trans che lo avevano eletto presidente di una loro associazione al punto da far intervenire – invano – il cardinale Angelo Bagnasco. Stando con lui mi è stata chiara la scelta che aveva fatto per gli ultimi, per i più poveri. E’ sempre stato dalla loro parte ma con rettitudine, con correttezza nei confronti della Chiesa verso la quale era critico, pur amandola”.
Questo pomeriggio alle ore 17 alla parrocchia di San Benedetto si terrà una messa celebrata da don Gianni Grondona in ricordo dell’undicesimo anniversario della scomparsa di don Gallo.