Sorpresa da Dublino: la città di Milano non è ancora certa di ospitare la finale di Champions League 2027. Il comitato esecutivo dell’Uefa riunito nella sede della finale di Europa League doveva semplicemente ratificare una decisione già annunciata da tempo: la finale 2026 alla Puskas Arena di Budapest e la finale 2027 allo stadio Giuseppe Meazza di San Siro. Per lo stadio ungherese tutto confermato, invece Milano deve attendere: la decisione definitiva è stata rinviata a settembre. Il motivo? Il caos intorno a San Siro e al suo impianto, di cui ancora non si conoscono le sorti.
È l’ennesimo effetto del paradosso che si sta consumando intorno allo stadio di calcio più iconico d’Italia. Per anni Inter e Milan hanno cercato di abbatterlo e il Comune guidato da Beppe Sala aveva pure dato il via libera. Poi il vincolo culturale – recentemente confermato da una sentenza del Tar – ha ribaltato tutte le prospettive. Nel frattempo i due club hanno cercato strade alternative per costruire un loro impianto di proprietà fuori Milano, ma ora sul piatto c’è anche l’ipotesi di una ristrutturazione: entro l’estate il colosso WeBuild dovrebbe presentare il suo piano.
È proprio questo il punto che ha bloccato l’Uefa. Prima di dare il via libera alla finale di Champions 2027 a San Siro, vuole la certezza di non ritrovarsi a giocare in un impianto in fase di ristrutturazione. È un dubbio legittimo, che mette in luce la schizofrenia nell’affrontare il dossier Meazza. Mentre si discuteva di come rottamarlo, nel frattempo lo stadio è diventato la sede della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 e poi è stato candidato a ospitare la finale di Champions. Per arrivare al paradosso conclusivo: o si parte in ritardo con il progetto di ristrutturazione pur di ospitare l’evento Uefa oppure si fanno cominciare i lavori ma Milano perde la finalissima.