Mafie

Mori indagato per le stragi, il procuratore di Firenze: “Nostro dovere completare verifiche”

“Il nostro dovere è completare tutte le verifiche sulle stragi continentali del 1993, per le quali sussiste la competenza della Procura di Firenze, che hanno imposto accertamenti”. Così Filippo Spiezia, procuratore capo del capoluogo toscano, difende la scelta di recapitare un avviso di garanzia al generale dei Carabinieri Mario Mori, ex comandante del Ros ed ex direttore del Sisde (i servizi segreti civili), indagato per strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo ed eversione con l’accusa di non aver agito per impedire gli attentati mafiosi di Firenze, Roma e Milano, dei quali – sostengono i pm – era stato informato in anticipo, fin dall’agosto del 1992. “Il nostro auspicio è quello di proseguire e terminare entro il 2024 questo lavoro con il massimo riserbo e grande attenzione al profilo delle garanzia delle persone coinvolte”, aggiunge Spiezia.

La notizia dell’iscrizione di Mori – diffusa dallo stesso indagato martedì 21 maggio – ha provocato un coro di reazioni indignate da parte della politica e non solo. Mercoledì, con un’iniziativa senza precedenti, il Comando generale dei Carabinieri ha emesso un comunicato stampa per esprimere vicinanza all’ufficiale, che, si legge, “ha reso lustro all’istituzione in Italia e all’estero“. La stessa “vicinanza” gli era già stata manifestata da Alfredo Mantovano, potente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che lo ha ricevuto la sera di lunedì: “Gli eccezionali risultati che la dedizione e l’impegno del generale Mori hanno permesso di conseguire esigerebbero solo gratitudine da parte delle istituzioni nei suoi confronti. Tutte le istituzioni, magistratura inclusa“, ha dichiarato il braccio destro di Giorgia Meloni. Mentre il ministro della Difesa Guido Crosetto ha paragonato l’indagine addirittura “alla tortura di un cittadino italiano al cui cospetto questo Paese dovrebbe solo inchinarsi”.