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Santoro: “Ho profondo rispetto per Liliana Segre ma secondo il diritto un assassino è tale, che sia di Hamas o israeliano. E Netanyahu lo è”

Rispetto moltissimo Liliana Segre, così come nutro rispetto profondissimo per gli ebrei e per il dramma atroce che hanno vissuto e che mai l’umanità abbia mai potuto concepire, cioè la Shoah. Quindi mi rendo conto della loro sensibilità su questo terreno, però non si può dare a chi ha sofferto tutto questo un privilegio sul piano del diritto perché se uno è un assassino, che sia di Hamas o che sia israeliano, è sempre un assassino“. Sono le parole pronunciate ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus, da Michele Santoro, capolista della lista Pace Terra Dignità alle prossime elezioni europee nella circoscrizione Sud, commentando le ultime dichiarazioni della senatrice a vita Liliana Segre durante un convegno sull’antisemitismo al Memoriale della Shoah di Milano (“Davanti alla constatazione che Israele viene ancora demonizzato e che quello che fa Israele viene definito “genocidio”, io rispondo che questa parola è davvero spaventosa. È un confronto che diventa una bestemmia“).

“Se il diritto non afferma il principio che un assassino è tale, che sia di Hamas o israeliano – continua Santoro – allora sancisce una diseguaglianza anche nei confronti del più debole, il che poi giustifica qualunque cosa, persino il terrorismo paradossalmente. E invece è proprio il diritto che ci può mettere nelle condizioni di condannare il terrorismo”.

Il giornalista rifila anche una bordata ai politici italiani senza distinzione di colore: “In Italia fino a poco tempo fa eravamo in pochissimi a dire che quello che sta combinando Netanyahu sono crimini di guerra: io, Alessandro Di Battista, Alessandro Orsini e altre poche voce isolate, ma non c’è stato nessuno nel governo e nell’opposizione che ha avuto il coraggio di sollevare il problema”.

Poi applaude la decisione del procuratore capo della Corte penale internazionale all’Aia, Karim Ahmad Khan, che ha chiesto un mandato d’arresto internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, del ministro della Difesa d’Israele Yoav Gallant, e dei tre capi di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh, per “crimini contro l’umanità e di guerra”.
“Un governo – sottolinea Santoro – non può compiere crimini di guerra, non può prendere in ostaggio un intero popolo, non può rispondere a un errore con un altro errore. Non si può torturare un popolo con la fame, non si possono spostare milioni di persone da una parte all’altra facendoli vivere nelle feci, non si possono ammazzare e mutilare migliaia di bambini perché devi rispondere a un atto terroristico. Questo è impensabile, l’umanità non lo può accettare“.

E puntualizza: “Non è neppure accettabile quello che è accaduto il 7 ottobre, sia chiaro. Io non trovo assolutamente ragioni per quel massacro, non sono per nulla d’accordo con quelli che parlano di resistenza di Hamas. Ma quale resistenza? Quello è stato un crimine di guerra e non si può giustificare in alcun modo. La resistenza è un’altra cosa, non si rivolge a persone inermi, come bambini, donne e civili. Proprio per questo motivo – conclude – e cioè per far vincere le ragioni del diritto, dobbiamo affermare che anche Netanyahu è un criminale. E quindi ha fatto benissimo il procuratore a incriminarlo assieme ai leader di Hamas”.