“La paura è legittima, il vulcano ce lo sta dicendo che dobbiamo essere preparati. Al momento però non registriamo terremoti a 8 km di profondità, è lì che c’è il magma”. Giovanni Macedonio, geofisico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è specializzato proprio nella modellazione fisica dei processi vulcanici e spiega che è la roccia porosa che si trova a 3 km di profondità, che si gonfia a causa dei fluidi che si riscaldano al calore dei 1000/1100 gradi del magma, a provocare gli sciami che non lasciano dormire gli abitanti dei Campi Flegrei. Un dato che invece deve far riflettere è quello descritto nel bollettino dell’Ingv ovvero che da gennaio ad aprile la velocità media di sollevamento è stata di 1 centimetro al mese, ad aprile i centimetri sono stati 2. ” come spiega lo scienziato: “Quando aumenta la velocità, aumentano i terremoti e l’intensità”. La tanto temuta eruzione è una ipotesi remota, perché non c’è nessun segnale, ma “non si può escludere”, mentre il bradisismo è attuale e con i terremoti continui “può creare danni e lesioni” alle case.
C’è un allarme generalizzato perché il 20 maggio c’è stata la scossa da 4.4 che ha provocato pausa nella popolazione. Ma come è la situazione ad oggi vista da uno scienziato?
Noi abbiamo in realtà una situazione che dura da diversi anni, almeno 15 anni. I Campi flegrei si stanno sollevando e la caratteristica particolare di questo sollevamento è che sta crescendo nel tempo e la velocità aumenta nel tempo. All’inizio di quest’anno la velocità era di circa un centimetro al mese nell’ultimo mese, ad aprile, abbiamo due centimetri. Quindi è la velocità è quasi raddoppiata.
Quanto conta la velocità?
Questa che registriamo è lenta e piccola rispetto alla velocità al periodo 82-84, ma che comunque comporta della sismicità. Quando aumenta la velocità, aumentano i terremoti e l’intensità. La sismicità avviene in sciami, cioè in sequenze, distribuiti più o meno nel tempo uniformemente, ma si clusterizzano in sequenze che durano alcune ore. Poi si fermano e riprendono. Il fatto che sia aumentata la velocità comporta che gli sciami siano più numerosi e all’interno dello sciame
ci siano più terremoti, anche più forti.
Questo sciame preoccupa?
Questo sciame è il più forte che è stato registrato negli ultimi 15 anni, cioè da quando ha ripreso il sollevamento. E all’interno di questo sciame ci sono terremoti forti, anche 3, più di tre e poi 4,4 che che non si registrava dagli ultimi cinquant’anni. Il più forte di tutti. Quindi questa situazione è per adesso eccezionale. Il vulcano sta salendo a questa velocità quindi non possiamo escludere che poi nei prossimi giorni o mesi, se continua così, possa produrre altri sciami. Dobbiamo essere preparati, pronti al fatto che potrebbe esserci un terremoto come quello di lunedì 20 maggio.
Quindi c’è una relazione diretta tra la velocità di sollevamento che aumenta e la formazione di questi sciami che può portare anche a un terremoto più forte?
Esattamente. Noi abbiamo osservato scientificamente che la correlazione tra la velocità di sollevamento e i terremoti. Non solo quando si solleva ma quando si solleva più velocemente aumentano i terremoti. In qualche modo noi sappiamo che finché dura il sollevamento, che misuriamo con il Gps e i sistemi satellitari, ci sono movimenti che possono durare mesi o anni. Adesso registriamo velocità di due centimetri al mese, che potrebbe diminuire. Con questa velocità di salita tipicamente il vulcano fa anche terremoti, ne fa tanti, la maggior parte sono piccoli ma quando lo sciame è più intenso ci sono più terremoti e ne capitano anche di più forti.
Ci sono i satelliti, i Gps, i sensori. Il monitoraggio su Campi Flegrei è costante e strettissimo ma come capire se un’eruzione fosse imminente?
Il sollevamento è anche associato e può essere anche un processo pre-eruttivo. Ma l’ultima volta che si è verificata ai Campi flegrei era il 1538 e il sollevamento è stato di 5 metri, non due centimetri. Questi terremoti, decine di migliaia, vengono studiati ad uno ad uno, osservati. C’è un monitoraggio costante e nel caso in cui noi dovessimo vedere i segnali che indicano la migrazione del magma dal basso verso l’alto allora bisognerà prendere contromisure. Se questo processo avviene significa che poi a un certo punto il vulcano potrebbe anche eruttare. Ma siamo abbastanza lontani da queste situazioni, ora c’è un oggettivo rischio bradisismo che è un processo caratteristico dei Campi Flegrei con con crisi note negli anni 50, 70 e 80 e ora possiamo dire anni 2000. Caratteristiche del vulcano anche se non erutta. Il bradisismo è un rischio aggiuntivo al rischio di eruzione, ovviamente minore ma che può creare danni e lesioni.
C’è una relazione tra il bradisismo degli anni 80 che poi si era risolto in un paio d’anni e il fenomeno attuale?
C’è una differenza. Non solo negli anni 80 ma anche 70 e anni 50 i periodi sono stati molto brevi, cioè di un paio d’anni, in cui il sollevamento è stato di oltre un metro. Questo è invece un processo lento, diverso dagli altri.
Ma qual è la sua “interpretazione” nella consapevolezza che non si possano fare previsioni?
Noi sappiamo che la maggior parte di questo rigonfiamento è dovuto al fatto che in profondità, ma nei primi tre chilometri c’è un sistema idrotermale; una roccia porosa imbevuta di acqua che viene riscaldata dai fluidi profondi che sono a otto-dieci chilometri dove c’è il magma. Magma a 1000-1100 gradi che rilascia dei fluidi e gas che passano attraverso le fratture, arrivano al sistema idrotermale che, riscaldato, si gonfia. Finché sono solamente fluidi il sistema è governato dall’espansione del sistema idrotermale. Se poi dovessero esserci delle intrusioni di magma, a questo punto, diventerebbe un sistema propenso all’eruzione. Non lo possiamo escludere perché è un vulcano ma non abbiamo un’evidenza diretta e chiara della migrazione di magma per ora.
Ma esistono gli strumenti che possono individuare che una migrazione è in atto?
Noi registriamo gli eventi sismici che avvengono in profondità. Grazie alla rete di monitoraggio, con una certa precisione, sappiamo a che profondità avviene il terremoto. Tutti questi terremoti sono superficiali e al momento non vediamo terremoti profondi. Il fatto che non ci siano terremoti sotto i tre chilometri ci fa pensare che tutto questo processo sia prevalentemente legato all’attività del sistema idrotermale. Per adesso nulla ci fa pensare chiaramente al fatto che ci sia magma che migra. Per adesso questo processo di intrusione viene escluso, poi se dovessimo vedere segnali più profondi allora servirebbe un’attenzione maggiore perché non si potrebbe escludere che il magma sta migrando. Per adesso questa cosa non c’è, i terremoti li studiamo uno per uno.
Ci sono esperti che sostengono che questi fenomeni possono essere soltanto descritti ma sono completamente imprevedibili e le rassicurazioni in qualche modo sono fuori luogo. Lei cosa risponde?
Che siano imprevedibili lo sappiamo. Noi non possiamo prevedere quando avviene uno sciame o quando avviene un terremoto. Però quando avvengono li possiamo studiare, possiamo e capire di cosa si tratta. Anche se non possiamo prevedere il terremoto, possiamo dire se è associato alla migrazione di magma oppure semplicemente al bradisismo. Fermo restando che un terremoto è sempre un rischio. Possiamo studiare anche se non possiamo prevedere.
Nello scenario peggiore quello di una eruzione. Quanto tempo avremmo?
L’eruzione chiaramente deve essere preceduta da una serie di fenomeni molto più forti. Nel 1538 quando c’è stata l’eruzione del Monte Nuovo c’è stato sollevamento negli anni precedenti di venti metri, poi negli ultimi giorni si era alzato di 5 metri. Quindi sono segnali veramente forti e sismicità. Dal punto di vista logistico la Protezione civile dice 72 ore e c’è un piano che prevede l’evacuazione in questo tempo. Si può fare ovviamente quando tutto quanto è pronto. Se dovessimo vedere un’escalation di processi che possono portare in futuro a un rischio di eruzione, chiaramente si deve mettere in campo tutta quanta la macchina che prevede l’evacuazione. Noi ci aspettiamo che che questi segnali inizino settimane prima, qualche mese perché negli altri vulcani simili ai Campi flegrei succede così. Non l’Etna con il magma che ci mette poco a traboccare, nel nostro caso nostro caso deve attraversare chilometri di roccia e quindi un pochino di tempo c’è.
In un’area che ha anche problemi di abusivismo edilizio di costruzioni il timore è che ci possano essere più danni del previsto
La distinzione va fatta tra case che resistono e che non resistono. Magari le case abusive sono più fatiscenti, ma anche le case che non sono abusive possono essere lesionate. Il problema non è tanto il terremoto che arriva e la fa crollare, ma la sequenza di tanti terremoti, anche piccoli, che creano tante piccole lesioni. La somma delle quali poi crea una instabilità oppure una vulnerabilità della casa. Ci sono tanti terremoti continuativi, ma abbiamo anche il tempo di poter mettere in campo delle contromisure. Questo è quello che dobbiamo fare: sfruttare questo tempo e questi segnali che ci dà il vulcano per poter essere preparati nel futuro così da non poter dire non lo sapevamo. Ora lo sappiamo, il vulcano ci sta dicendo che sta facendo il bradisismo quindi dobbiamo cogliere questo messaggio e continuare a preparare le contromisure.
A una persona che ha avuto paura, che ha dormito per strada lei cosa può dire?
Io dico la paura è più che legittima. L’autotutela associata alla percezione del rischio è sempre una cosa positiva. Senza farsi prendere dal panico, se uno sciame in atto e si può andare altrove è giusto. Questo vale in generale per tutto: per le alluvioni, i terremoti e per il bradisismo.