“La mafia non fa mai omicidi simbolici, non spara mai nel mucchio. Ogni omicidio risponde a una sua ben precisa causale. Ogni omicidio, di pubblici funzionari, ha creato scompiglio”. E ancora. “Si muore (in queste vicende di mafia ndr), quando, certe volte anche inconsapevolmente, un dito indice che proviene dall’interno delle Istituzioni, ti offre alla vendetta mafiosa e ciò avviene non soltanto se tu fai un passo avanti ma se quelli che stanno accanto fanno un passo indietro”. Sono parole pronunciate da Giovanni Falcone il 16 settembre 1990, in occasione della presentazione del libro Dieci anni di mafia, scritto dal giornalista Saverio Lodato ed edito da Rizzoli. L’audio, finora rimasto inedito, è stato pubblicato da Antimafia Duemila.
Nel documento Falcone commenta il libro di Lodato e sottolinea: “Un fatto mi sembra importante, che questo libro sia riuscito a dare un filo conduttore a tutta una serie di avvenimenti che si sono svolti in un arco di tempo non indifferente, cioè dieci anni, e soprattutto in un periodo in cui si sono verificati i fatti più significativi della repressione statuale rispetto al fenomeno mafioso (…) Io credo che la caratteristica di questo libro è che sia riuscito finalmente a dare una visione unitaria di queste vicende”. Falcone, quindi, ricorda gli attacchi delle mafie contro poliziotti, magistrati e giudici avvenuti tra gli anni ’70 e gli anni ’80 ed evidenziava: “Non è un caso – dice nell’audio – se tutte le uccisioni si sono realizzate esclusivamente nei confronti delle persone che erano particolarmente esposte e lo erano non soltanto per la loro specifica attività, ma perché di fronte al loro particolare impegno c’è stata l’inerzia, l’ignavia e il disinteresse di tanti altri che avrebbero dovuto fare e che invece non hanno fatto”.