“Stavamo andando a seguire la protesta degli attivisti di Ultima Generazione. Eravamo in via xx Settembre, a Roma, e dopo aver svoltato l’angolo ci hanno fermato degli agenti, alcuni in divisa altri in borghese. Circa una decina di persone”. Inizia così il racconto di Angela Nittoli, la collaboratrice del Fatto Quotidiano, che insieme ad altri due colleghi, il fotografo del Corriere della Sera Massimo Barsoum e il videomaker freelance Roberto Di Matteo, è stata fermata, identificata, portata in commissariato e perquisita. La giornalista ha raccontato l’accaduto durante la riunione in streaming della redazione del Fattoquotidiano.it (trasmessa ogni giovedì sul sito e sui social del Fattoquotidiano). “Ci hanno fatto salire su una volante – prosegue – ci hanno fatto mettere gli zaini nel bagagliaio perché non potevamo usare i cellulari anche lungo il tragitto”. Una volta arrivati al commissariato di Castro Pretorio la giornalista è stata perquisita. “Poi ho raggiunto i miei colleghi che erano in una cella di sicurezza di due metri per tre. La porta è sempre rimasta aperta, ma sempre sorvegliata. Tanto che ho chiesto più volte di andare in bagno. A un certo punto mi è stato concesso, sono stata accompagnato da una poliziotta e mi hanno detto di non chiudere la porta. Il tutto è durato circa 2 ore. Al termine ci hanno riconsegnato le carte di identità, ci hanno mostrato un verbale che abbiamo deciso di non firmare perché a nostro avviso era incompleto”
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