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Europee, European Free Alliance: “Noi invitati e poi esclusi dal dibattito su Eurovision tra gli Spitzenkandidaten. Il nostro Romeva, che è catalano, dà fastidio”

“A gennaio ci avevano inviato una mail ufficiale per invitarci. Tre settimane fa ci hanno detto che non se ne faceva più nulla”. Lorena Lopez De La Calle è la presidente di European Free Alliance, organizzazione che riunisce 40 partiti regionalisti e autonomisti in tutta l’Ue e che a Bruxelles e a Strasburgo si trova nel gruppo dei Verdi-Ale. Alle europee si presenta con due Spitzenkandidaten, la danese-tedesca Maylis Roßberg e il catalano Raul Romeva. Ma al dibattito trasmesso da Eurovision questo pomeriggio dalla capitale belga non ci sarà nessuno dei due. “A gennaio – racconta De La Calle – Jaume Duch, Direttore Generale della Comunicazione e Portavoce del Parlamento Europeo, ci aveva scritto per informarci della volontà dell’European Broadcasting Union di organizzare un dibattito televisivo con i principali candidati alla presidenza della Commissione Europea , come è successo nel 2019, chiedendoci di nominare una persona responsabile per le comunicazioni con l’Ebu”. All’invito sono seguiti mesi di silenzio, poi la sorpresa: “Il 30 aprile 2024, tre settimane prima della data del dibattito, il Parlamento Europeo ci ha comunicato che l’Ebu aveva stabilito alcune ‘regole’ per il dibattito: a partecipare sarebbe stato solo un lead candidate per gruppo politico”. E l’Efa è nel gruppo con i Verdi.

“Sì, ma siamo due partiti politici distinti – argomenta De La Calle – abbiamo un nostro statuto, un nostro segretario generale, un nostro staff. Siamo un partito totalmente autonomo e abbiamo un accordo che dura da 25 anni con i Verdi su questo. Nel simbolo tra i nostro nome e quello dei Verdi c’è un trattino, cosa che non accade per gli altri gruppi. Non tutti i 10 partiti riconosciuti dall’Ue hanno un loro gruppo. Anche perché quello dei gruppi non è un criterio stabile. I gruppi possono cambiare, i partiti politici restano gli stessi e rappresentano i cittadini. In questo modo la nostra organizzazione, che unisce 40 partiti e milioni di cittadini in 20 Paesi d’Europa, non sarà rappresentata al dibattito”. Nonostante l’appoggio degli alleati: “Ho parlato con i Verdi, insieme abbiamo scritto a Ebu, che ci ha risposto che la responsabilità è del Parlamento Ue”.

Efa era stata invitata, quindi, poi l’esclusione. Se le si domanda a cosa potrebbe essere dovuta questa inversione a U, la presidente dell’Efa risponde: “Un mese fa c’è stato il primo dibattito a Maastricht e noi eravamo presenti con la nostra candidata, Maylis Roßberg, donna, 24 anni, che parla di minoranze e dei ritorno ai valori dell’Ue. Posso immaginare che questo possa aver spaventato qualcuno”. Così come lo Spitzencandidat che Efa aveva indicato per il confronto tv di oggi pomeriggio (8 dei 10 partiti avevano nominato il loro Spitzenkandidat per il dibattito, ma ne sono stati ammessi solo 5: Ursula von der Leyen per il Ppe, Nicolas Schmit per i socialisti, Terry Reintke dei Verdi europei, Sandro Gozi di Renew Europe Now e Walter Baier di European Left): “Avevamo indicato Romeva, che è un intellettuale ed economista catalano che ha passato 4 anni in carcere per aver organizzato il referendum sulla indipendenza della Catalogna dalla Spagna nel 2017. La sua presenza avrebbe dato fastidio. Ma l’Efa è una forza convintamente europeista. Non vogliamo secessioni di alcun genere, ci battiamo per un’Unione europea più aperta e inclusiva”.

Ilfattoquotidiano.it ha contattato European Broadcasting Union per chiedere informazioni sulla vicenda, ma non ha ancora ricevuto una risposta.