Un colpo al cerchio e uno alla botte. È un po’ questo il retrogusto del comunicato prodotto dall’assemblea Crui, la conferenza dei rettori universitari italiani, riunitasi stamani a Roma. All’esterno rappresentanze degli studenti. Tre di loro hanno consegnato ai rettori una lettera con le 13 proposte per contrastare il bando di collaborazione tra Israele e le università italiane. Alla fine i rettori hanno però ribadito l’impegno a “proseguire la collaborazione scientifica con le università straniere di ogni Paese”. Chiedono “un immediato cessate il fuoco” osservando che “il massacro di civili a Gaza ha superato ogni limite accettabile”.
La Crui inoltre sottolinea che “interrompere gli accordi di collaborazione significa rigettare l’importanza di luoghi di riflessione: scienza e cultura sono garanzia di liberi spazi di dialogo anche nella differenza di opinioni e visioni”. La Conferenza si appresta inoltre a destinare “aiuti finanziari e materiali agli studenti della Striscia di Gaza, tramite borse di studio finalizzate all’accoglienza di docenti e studenti delle università palestinesi distrutte a causa del conflitto”. I rettori, inoltre, intendono “promuovere presso le istituzioni europee l’attivazione del programma “Erasmus for Palestine”.
Le mobilitazioni proseguono nelle università di tutto il mondo. Ad Harvard 13 studenti che avevano avuto un ruolo importante nelle manifestazioni pro-Gaza sono stati sospesi. Gli studenti – e molti professori che li sostengono – erano convinti di essere arrivati a un accordo con l’amministrazione per sgomberare una tendopoli nel campus in cambio dell’impegno a evitare misure disciplinari nei loro confronti. Ora però l’università nega di aver fatto questa promessa. La polemica arriva al termine di un anno accademico tra i più agitati nella storia di Harvard e in cuil’ateneo è finito al centro del dibattito nazionale sull’antisemitismo nei campus. All’inizio di gennaio la presidente Claudine Gay è stata costretta a dimettersi dopo aver testimoniato in Congresso in maniera ambigua su come l’università aveva la gestito le tensioni dopo l’attacco di Hamas contro Israele del 7 gennaio.