Società

Mamma li russi: la mia lettera al console onorario a Napoli sul distrutturismo


Vorrei farle leggere la sceneggiatura del sequel di Vacanze Romane: Vacanze Napoletane. Al posto della principessa Audrey Hepburn un tipetto russo. Al posto del fascinoso “giornalista” Gregory Peck, la sottoscritta che gli fa da chaperon.

Caro console onorario Vincenzo Schiavo, come lei sa a Napoli ogni giorno è in corso una battaglia tra degrado e bellezza. La ripresa turistica ci ha condannato alla serialità degli stereotipi e in giro c’è tanta spazzatura, in tutti i sensi. In un momento complesso per la Russia e per l’Europa tutta, un’allegra famigliola russa prende la residenza italiana a Gignese, oasi felice che abbraccia il lago Maggiore, lontano dai travagli della guerra. Lì combattono e muoiono. Loro: “D’inverno sciamo in Svizzera e il resto viaggiamo”, mi spiega la giovane moglie. A giudicare dalle valigie armadio che si trascinano dietro, stanno in giro da un bel po’.

Mi auguro che negli altri alloggi non si lascino dietro la stessa scia di porcheria. Inquietanti macchie marroni a formare una corolla intorno al water, forse gli scappava e non hanno fatto in tempo a centrare il gabinetto. Troppo stanchi per mangiare seduti in camera da pranzo hanno preferito il letto e lasciarci sopra patatine, formaggio smangiucchiato, sbriciolata di biscotti, tortine… anche sul pavimento, diventato un tappeto di bottiglie di plastica, altre buttate nel lavello della cucina intasato da loro. Anguria sputata e sgocciolante nel frigorifero, macchie di sangue sul lenzuolo. E pensare che la padrona di casa aveva consentito loro di entrare con 4 ore e mezzo di anticipo sull’orario previsto da Booking. E siccome il taxi li aveva lasciati all’indirizzo sbagliato era andata anche a prelevarli in loco, due km di distanza. Gli aveva prenotato taxi con guida per andare a Pompei.

Il burrascoso Serafim, invece, si rifiutava di pagare le spese di pulizia che Booking, la più famosa delle piattaforme di affitti on line, chiede di pagare trattandosi di un “artsy apartment nel cuore del centro storico”. Infine insulta e aggredisce la padrona di casa, cacciandola dal suo stesso appartamento. Alla quale non resta che l’ennesima denuncia ai carabinieri.

Sono appena tornata da Londra per motivi di lavoro; lì il delizioso Hotel Omega, camera minuscola, mi ha chiesto 120 euro di cauzione in caso di danni o di un soffio di fumo. Gli host invece, quando consegnano la casa in mano a chissà che turisti, non ricevono alcuna garanzia dalle piattaforme. E’ sola la punta dell’iceberg, il distrutturismo che sta trasformando Napoli in un babilonico luna park per turisti per caso con terrificante prospettiva di omologazione alla bruttezza.

Pensi, console: i turisti russi che hanno vandalizzato il grazioso appartamento hanno anche forzato la serratura della cabina guardaroba chiusa a chiave e hanno scritto a Booking pretendendo il rimborso del soggiorno, perché la spalliera del letto ricavata da antica cornice baroccheggiante era scomoda. E hanno pensato brutalmente di staccare i pezzi di fastidio. Fra la cornice e la testolina c’erano tre file di cuscinoni. Per i sonni tranquilli di Serafim.