Una decisione dolorosa che si è resa necessaria dopo gli ultimi bilanci
Tempi di crisi per Pixar. La società controllata del gruppo Disney ha annunciato un pesante taglio di personale: il 14% dei dipendenti, circa 175 persone, sarà licenziato in quella che è una strategia di riduzione dei costi. La svolta sarà anche sul piano operativo con l’intenzione di tornare a realizzare più film di animazione e meno contenuti per la piattaforma di streaming Disney+, come ha scritto la sezione economia del Corriere della Sera.
L’annuncio ufficiale è stato dato il 21 maggio, ma la decisione era già stata paventata nei mesi scorsi. Il presidente di Pixar, Jim Morris, aveva rivelato la decisione dello studio di “tornare a concentrarsi sulla produzione di film”, dopo una fase di diversificazione delle attività intrapresa negli anni precedenti non andata bene, riducendo contemporaneamente i costi dell’organico. Così si è arrivati al licenziamento di 175 dipendenti, un numero comunque inferiore rispetto a quello preventivato a inizio anno. La strategia di riduzione dei costi da parte di Disney è iniziata lo scorso anno attraverso la pianificazione di un programma di fuoriuscita di oltre 8mila dipendenti, concentrati soprattutto nella divisione media, di cui fa parte Disney+.
Alcune scelte adottate durante la pandemia da Covid-19 non hanno avuto fortuna per la casa di produzione americana. Pixar aveva deciso di pubblicare direttamente sulla piattaforma streaming Disney+ pellicole come “Buzz” o “Elemental“, che non hanno avuto successo neanche quando sono state distribuite nei cinema in seguito alla loro riapertura. “Ora abbiamo un po’ di lavoro da fare per tornare indietro e motivare le famiglie ad andare al cinema”, ha detto Morris al sito Variety.