In Italia le disuguaglianze di ricchezza e di reddito sono fortemente aumentate negli ultimi 40 anni e il sistema fiscale non le riduce: anzi, paradossalmente favorisce i più ricchi chiedendo loro un contributo inferiore, in percentuale, rispetto a quello versato dai meno abbienti. A mettere in fila i dati è Andrea Roventini, che mercoledì a Roma ha presentato un manifesto firmato da 134 economisti favorevoli tra il resto a un’imposta sui grandi patrimoni per rendere il sistema più equo.
“Dagli anni ’80 la fetta del pil che va al 50% più povero è in discesa mentre l’1% e lo 0,1% più ricco stanno incamerando una frazione sempre maggiore del reddito”, ha spiegato il docente della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. “Stesso quadro se consideriamo lo stock di patrimonio: è in crescita per le classi più agiate mentre, di nuovo, per il 50% più povero la quota di ricchezza è in discesa. Un sistema fiscale progressivo servirebbe per ridurre queste disuguaglianze. Ma nello studio pubblicato con Elisa Palagi, Demetrio Guzzardi e Alessandro Santoro abbiamo calcolato l’aliquota effettiva pagata per classi di reddito e si vede che il sistema fiscale italiano, flat per quasi tutta la distribuzione, quando arriviamo al 5% più ricco diventa addirittura regressivo“.
Un sistema simile è “iniquo e contrario a quel che prescrive la Costituzione. Da qui l’idea di proporre una riforma” che comprenda appunto un’imposta patrimoniale a carico dello 0,1% più ricco. “Sarebbe poi necessario ripensare i prelievi su successioni e donazioni, siamo una sorta di paradiso fiscale per le successioni. Strumentale è l’aggiornamento del catasto, che è grande fonte di iniquità”. C’è ormai un movimento globale per un sistema fiscale più equo, ricorda Roventini: “Gli stessi milionari in diversi Paesi sono favorevoli, nel G20 si sta dibattendo se introdurre un’imposta globale sugli ultraricchi e c’è su questo in corso l’Iniziativa dei cittadini europei”.
Perché in Italia i maggiori partiti di opposizione, Pd e M5s, sono così timidi sul tema? “Me lo chiedo anch’io. Il governo porta avanti una delega fiscale che peggiorerà la situazione, mentre serve una riforma ampia che includa anche un’imposta sul patrimonio solo sulle grandi ricchezze, che non andrebbe quindi a colpire la cosiddetta classe media. E sarebbe una riforma in linea con le ultime raccomandazioni del Fmi all’Italia sull’aumento della progressività e della base imponibile Irpef”.