No alla testimonianza di un migrante a scuola “senza un contradditorio”. A sollevare il caso fino a chiedere l’intervento dell’Ufficio scolastico regionale sono stati gli assessori all’Istruzione e alla Sicurezza della Regione Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen e Pier Paolo Roberti. I due esponenti della giunta leghista hanno ottenuto la sospensione dell’incontro programmato il 21 maggio presso l’Istituto “Italo Svevo” di Trieste, al quale avrebbero presenziato un rappresentante del Consorzio italiano di solidarietà (Ics) e una persona arrivata da un altro Paese attraverso un viaggio disperato.
L’iniziativa promossa da un genitore che lavora a favore dell’accoglienza era stata concordata dall’Ics con un insegnante e la direzione della scuola. Un’occasione per parlare della rotta Balcanica con un operatore, un mediatore linguistico e uno o più richiedenti asilo arrivati da poco in Italia. A far sobbalzare sulla poltrona Rosolen è stata la segnalazione alla Regione da parte di qualche mamma o papà che non hanno apprezzato la proposta della scuola.
A quel punto da piazza Oberdan è partito un comunicato ufficiale della giunta: “È estremamente grave che all’interno di uno spazio pubblico – hanno sostenuto gli assessori in una nota – come una scuola, a dei giovani studenti, su un tema estremamente complesso come l’immigrazione irregolare, venga offerta una visione univoca della realtà, argomentata da chi riceve soldi pubblici per gestire l’emergenza e da chi potrebbe essere arrivato illegalmente in Italia. Da qui alcune domande che esigerebbero una risposta, tra cui: l’evento era previsto dall’offerta formativa? Sono stati consultati gli organi collegiali e le famiglie degli alunni? E infine, è stata valutata l’opportunità di organizzare un incontro così politicamente orientato in piena campagna elettorale?”. Parole che sono state accompagnate da una richiesta di “approfondimento al responsabile dell’Ufficio scolastico regionale”.
Complice il clima politico da campagna elettorale, la concomitanza con le prove di uno spettacolo su “Pinocchio” che i ragazzi avrebbero dovuto fare nell’aula magna destinata all’incontro, è stato tutto “rinviato – sottolinea la dirigente Maria Reppini a ilfattoquotidiano.it a data da destinarsi”. Una decisione che non è per nulla piaciuta a Ics che nel suo comunicato ufficiale parla di “sconcerto e preoccupazione” e sottolinea come “la politica non debba e non possa voler orientare le scelte educative e formative delle scuole così come la loro realizzazione e che tale atto sia lesivo della libertà di espressione e di insegnamento. Educare i giovani alla libertà di pensiero li rende capaci di analizzare criticamente la realtà, prendere decisioni informate e innovare”.
Ancora più duro il presidente di Ics, Gianfranco Schiavone: “Abbiamo scoperto che l’incontro non era più in calendario dai giornali. A quel punto un mio operatore ha chiesto delucidazioni alla scuola che ci ha riferito di non poter effettuare l’iniziativa programmata per una sovrapposizione con le prove per lo spettacolo teatrale. E’ difficile non avere dei dubbi su questa versione. Nonostante la Regione non abbia competenza legale in materia ha esercitato una forma di intimidazione politica grossolana e la dirigente anziché avere la schiena dritta ha scelto un’altra strada. Siamo al punto che il potere controlla la libertà d’insegnamento attraverso gli strumenti della persuasione. Non abbiamo obiezioni al fatto che vi sia un contradditorio ma questa è un’argomentazione senza capo né coda. E’ il migrante che ha fatto il viaggio disperato non Rosolen”.
Dal canto suo l’assessora insiste: “Trovo surreale che la scuola pensi di fare politica senza contradditorio a dei bambini della secondaria e che li istituzioni non possano dire nulla”, ha ribadito l’esponente della giunta del Carroccio a ilfattoquotidiano.it. “Una scuola pubblica su un argomento come l’immigrazione dovrebbe offrire una rappresentazione della realtà riportata primariamente dalle istituzioni che hanno competenza in materia: la Prefettura, la Polizia, il Comune. L’Ics è un ente riconosciuto ma non è neutro nei confronti di questi temi. E poi perché deve parlare un migrante? Quale migrante? Un clandestino? Non sono contraria al fatto che uno straniero possa prendere la parola ma a dei ragazzi di quell’età va fornita un’informazione a 360 gradi”.
Infine, la preside cerca di trovare una mediazione: “Il 22 maggio si teneva uno spettacolo teatrale su Pinocchio. Per permettere le prove, questa iniziativa sull’immigrazione è stata rinviata. Sono rimasta meravigliata dalla nota della giunta e a quel punto ho sentito la dirigente dell’Usr che mi ha manifestato una certa preoccupazione. Visto il clima politico e l’atmosfera, abbiamo preferito spostare il tutto”. A quando? “Non lo sappiamo. Devo deciderlo con i miei docenti”.