Anche Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, finisce in cima all’agenda della maggioranza di governo. Anzi direttamente in quella della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Durante un’intervista al Festival dell’Economia di Trento la premier ha riportato all’attenzione un post sui social in cui una candidata M5s alle Europee, Matilde Montaudo, raccontava di essere stata a cena con Ranucci. “Per me niente di male – dice Meloni dal palco di Trento – ma chiedo a tutti di chiudere un attimo gli occhi e provare a immaginare, visto che a sinistra nessuno dirà nulla, che cosa sarebbe accaduto se io avessi fatto una foto con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocchi l’avessi pubblicata su Facebook e scritto ‘votate Giorgia’. Si chiederebbero dimissioni di Chiocci… Io non chiederei mai le dimissioni di Ranucci, penso che la stampa sia libera di fare anche campagna elettorale ma la cosa che non tollero l’uso di due pesi e due misure. Tutti devono avere gli stessi diritti”. Una ricostruzione che Ranucci definisce “destituita di ogni fondamento“. “Mi spiace per la Meloni – continua il giornalista della Rai – ma la mia indipendenza, e lo dimostra la mia storia professionale, è uno stato dell’anima. Non vorrei che le dichiarazioni della premier siano preventive e riguardino la prossima inchiesta sull’Albania e la gestione dei migranti”.

Cos’aveva scritto la candidata dei 5 Stelle sui social quattro giorni fa? Questo: “Durante il mio tour in Sicilia ho avuto l’opportunità di trascorrere del tempo con Sigfrido Ranucci, giornalista di Report, e di cenare con lui. Abbiamo discusso dell’importanza della libertà d’informazione in Italia”. Montaudo scrive nel post che Report è un esempio di “giornalismo d’inchiesta indipendente“. Poi conclude con l’appello al voto. “L’8 e il 9 giugno vi invito a fare la vostra scelta per un futuro migliore. Scrivete Montaudo e barrate il simbolo del Movimento 5 Stelle”.

Ranucci racconta com’è avvenuto l’incontro con l’esponente del M5s. “E’ avvenuto in un locale ed è stato del tutto casuale – dice – Sono passato anche vicino a uno stand di Fratelli d’Italia ma là nessuno ha chiesto di fotografarmi. Al ristorante erano presenti anche altri esponenti di altri partiti. Se qualcuno in maniera cortese mi chiede una fotografia io la faccio. E a differenza di altri giornalisti non ho mai partecipato a manifestazioni di partito. Né sono stato mai indicato nella mia lunga attività in Rai da partiti“.

Durante l’incontro di Trento, l’intervistatrice – la giornalista Maria Latella – ha cercato di abbozzare con un “Report ci piace moltissimo”. Ma la premier non solo non ha raccolto ma ha rincarato la dose: “Ognuno ha i suoi giudizi – è stato il commento gelido – ma per me non è il merito, poteva essere lui o un altro. Anzi, io considero che siano anche elementi di semplificazione se i giornalisti Rai vogliono dire ‘votate’. Liberissimi di farlo per quello che mi riguarda. Ma non si può che alcuni debbano comportarsi in un modo e altri diversamente. Il problema della sinistra in Italia è che ritiene di avere più diritti degli altri: quel mondo è finito, è – ha concluso scandendo la parola – fi-ni-to”. Da qui Meloni ha preso spunto per dire che “non esistono né TeleMeloniTelePd, mentre invece la Rai fa vero servizio pubblico”. “Non c’è nulla di male”, ribadisce la presidente del Consiglio, e che però “la sinistra ha due pesi e due misure, dato che nessuno dirà nulla”. “Chissà invece cosa sarebbe accaduto se io avessi fatto una foto con il direttore del Tg1 e avessi pubblicato quella foto su Fb con sotto scritto barra il simbolo di Fdi e scrivi Giorgia“.

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