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Milano-Cortina, da Longarone alla ciclabile di Lecco: tutte le opere infilate nella mangiatoia olimpica che saranno finite solo dopo i Giochi

Migliorare la viabilità delle Olimpiadi è soltanto una foglia di fico dei politici. Basta analizzare le 25 opere che arriveranno fuori tempo massimo per Milano-Cortina 2026, per capire che non serviranno allo scopo per il quale sono state annunciate. Fanno tutte parte del piano complessivo dei lavori, valgono quasi due miliardi di euro (su un totale di 3,6 miliardi). Ma nel 2026 saranno ancora un cantiere aperto e per alcune non c’è nemmeno la previsione dell’avvio e del completamento. E non dimentichiamo che al 31 dicembre di quell’anno Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico) per legge cesserà, visto che avrebbe dovuto ultimare il suo compito. È la dimostrazione che le Olimpiadi sono solo un pretesto per spendere, non una vera giustificazione.

CORTINA DEVASTATA – Delle tre varianti di Cortina, andrà a buon fine solo il tratto lungo il Boite (29 milioni di euro), non ancora in fase di gara, che dovrebbe essere pronto per maggio 2025. La “bretella” di penetrazione a sud del paese (51,8 milioni) sarà appaltabile solo a luglio e siccome richiede 23 mesi di lavori, non sarà pronta che a ottobre 2026. Atleti e spettatori troveranno così il cantiere aperto all’ingresso di Cortina durante i Giochi. Il Lotto 2 con le gallerie per by-passare il centro verso nord, è un’araba fenice: il costo di 483 milioni è coperto neppure per metà (223 milioni), siamo solo alla fase preliminare di verifiche idrogeologiche, visto il rischio incombente di frane; i lavori prevedono una durata di 5 anni e due mesi, così si andrà ben oltre il 2030, ma nessuno azzarda date. Di certo non saranno finiti neppure i lavori di riqualificazione dell’ex Mercato (7,5 milioni di euro) fermo al Progetto di fattibilità tecnico economica. Il centro di Cortina sarà così un cantiere a cielo aperto durante le Olimpiadi, mentre persiste un grande punto interrogativo su un progetto di partenariato pubblico privato (127 milioni) per creare parcheggio e un collegamento a fune in un’area franosa sotto le Tofane.

LONGARONE ALLO STALLO – Non va meglio a Longarone, dove la variante è attesa da vent’anni. Siccome è stata approvata la Valutazione di impatto ambientale, ma sono in corso verifiche su una modifica progettuale, l’opera da 396 milioni di euro diventerà appaltabile non prima di settembre. Avvio dei lavori non prima di marzo 2025, conclusione nel giugno 2027, un anno e mezzo dopo le Olimpiadi.

RITARDI IN ALTO ADIGE – Non va meglio alla Provincia autonoma di Bolzano. Vale 19 milioni l’accesso ad Anterselva, ma serve una variazione al piano urbanistico comunale, per questo il completamento avverrà sei mesi dopo le Olimpiadi. In Val Pusteria l’allargamento della statale con una terza corsia alternata (16 milioni) sarà finito sette mesi dopo i Giochi. Idem per la circonvallazione di Dobbiaco da 35 milioni, ancora in fase progettuale. I cantieri sono aperti solo a Perca per una circonvallazione da 134 milioni, che però richiede 4 anni abbondanti di lavori.

I BUS DI CAVALESE – In Trentino i ritardi riguarderanno l’adeguamento del deposito bus di Cavalese (11 milioni) che sarà pronto quando i bus non serviranno più per trasportare il pubblico, nonché alcuni interventi su immobili pubblici (3 milioni).

COLLEGAMENTI SCIISTICI A LIVIGNO – A Livigno voglio unire i due versanti est e ovest con un’opera da 34 milioni, che servirà al turismo invernale, non alle Olimpiadi, visto che se ne parla a fine 2026.

OPERE INUTILI IN LOMBARDIA – Cosa c’entrino le bici con gli sci è difficile da capire: la pista ciclabile di Abbadia Lariana (Lecco) (costo 31,9 milioni) sarà pronta solo nel 2027. Non va meglio alla strada Busto-Gallarate-Cardano, che sarà riqualificata (56 milioni) solo a fine 2029. Il nuovo svincolo di Dervio (Lecco) da 48,5 milioni, non è ancora stato appaltato, ma sarà pronto solo 6 mesi dopo i giochi. La nuova galleria artificiale (16,3 milioni) a Ponte di Legno non potrà essere di utilità per raggiungere le venus di gara visto che sarà finita solo un anno e mezzo dopo, a settembre 2027. Per un’altra galleria sono disponibili solo 3 milioni su un costo di 62,6 milioni, e quindi nell’elenco hanno almeno la decenza di non mettere una data di scadenza.

REBUS & PROGETTI – Difficile raccapezzarsi a Trescore Balneario, nella Bergamasca, dove la variante di Trescore Entratico è solo un progetto 43 milioni, che non potrà essere pronto che a fine 2027, ammesso che inizino i lavori tra un anno e mezzo. Il secondo lotto (179 milioni) è finanziato solo in parte, per questo si ipotizza un fine lavori a febbraio 2029, esattamente tre anni dopo le gare olimpiche. Non sta meglio Vercurago (Lecco), che attende una variante da 253 milioni, finanziati solo con 159 milioni; ma siccome siamo solo al passaggio di consegne tra Simico e Anas, nessuno si aspetta che i lavori (oltre cinque anni) vengano portati a termine prima del prossimo decennio.