Il biglietto digitale regionale introdotto da Trenitalia mesi fa e il sistema di check-in obbligatorio continuano a far discutere. Da un lato ci sono i passeggeri, che si lamentano della difficoltà del processo di auto-obliterazione, e il Codacons che ha sollevato l’ipotesi di un taglio delle spese relative al servizio di controllo dei biglietti correlato alla novità. Dall’altro l’azienda ferroviaria, secondo cui il ticket “è nato per semplificare l’esperienza di viaggio” e la supposizione del Codacons “è priva di fondamento”.
Il check-in obbligatorio per i treni regionali è da fare sull’app prima dell’inizio del viaggio. Il procedimento è così spiegato da Trenitalia sul proprio sito: in breve, è necessario loggarsi nella propria area riservata sull’app, scegliere il biglietto da timbrare e cliccare a fondo pagina “check-in e barcode”. In alternativa, si può aprire il link presente nella e-mail o SMS ricevuto al momento dell’acquisto. Ma per alcuni passeggeri sembra un passaggio più facile a dirsi che a farsi. Sono tante, infatti, le lamentele relative alla difficoltà e ai problemi con il codice digitale, che a volte non appare e a volte non funziona, a cui si devono aggiungere quelle di chi non è stato raggiunto dalla campagna di informazione. Dopo un periodo di tolleranza, ormai giunto al termine, i controllori hanno iniziato a effettuare le multe a chi non ha effettuato il check-in, allargando ulteriormente il malcontento dei passeggeri.
Trenitalia ha però sottolineato come il biglietto regionale digitale e il sistema di obliterazione stiano funzionando, specificando che “il 75% dei viaggiatori lo fa”. “La rapida operazione di check-in, assimilabile alla validazione del titolo cartaceo, oltre a rappresentare un valido strumento per evitare l’elusione, costituisce la base per l’introduzione di una serie di ulteriori vantaggi per il passeggero, come l‘informazione dedicata in corso di viaggio. Il Biglietto Digitale Regionale è un’opzione alternativa al biglietto cartaceo, tuttora disponibile”, si legge in una nota appena diffusa. La nuova tecnologia era finita nel mirino anche del Codacons, che negli scorsi mesi ha presentato un’istanza d’accesso per “visionare ed estrarre copia di tutti gli atti e verbali inerenti gli atti di licenziamento dei controllori, nonché degli atti istruttori che hanno determinato l’obbligatorietà dei check-in per i treni regionali”. In altre parole, aveva sollevato l’ipotesi secondo cui l’introduzione del check-in per i treni regionali fosse stato introdotto per tagliare le spese relative al servizio di controllo dei biglietti. Accuse rispedite al mittente dalla stessa compagnia ferroviaria: “L’introduzione di questa nuova modalità di viaggio non è in alcun modo correlata all’ipotesi, priva di fondamento, di una potenziale diminuzione dei controlli a bordo”, conclude la nota.