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Russia, Putin prosegue con le purghe alla Difesa: arresti e licenziamenti con il pretesto di tangenti milionarie

A Mosca cadono generali e funzionari importanti, per mano del controspionaggio dell'Fsb. Lo zar rafforza il suo potere con l'alibi della lotta alla corruzione

La guerra dei generali e la guerra ai generali. Le purghe del quinto mandato Putin continuano e cadono gli intoccabili (non più tali). Dopo l’arresto ad aprile scorso del vice del ministro della Difesa Shoigu, Ivanov (la sua vita tra lussi e ori era propagandata sui social soprattutto da sua moglie) è stato arrestato il generale Yuri Kuznetsov, a capo del dipartimento del personale del dicastero.

Vadim Shamarin, vice capo di Stato maggiore responsabile delle comunicazioni dell’esercito, numero due di Gerasimov, è accusato di aver accettato una tangente di 35 milioni di rubli. Stessa sorte per medesima accusa tocca a Vadim Verteletsky, capo del dipartimento degli appalti pubblici del ministero della Difesa: avrebbe intascato illecitamente 70 milioni di rubli. Colpito anche Ivan Popov il “buono”, il generale che aveva denunciato il massacro dei soldati russi al fronte. Non è stata ancora confermata ad oggi la rimozione del tenente generale Sukhrab Akhmedov, a capo nel 2023 della 155esima brigata di fanteria navale, oggi comandante della 20esima armata russa.

Lo smarrimento, suscitato dal fermo di Ivanov, ha lasciato adesso posto al timore. Gli arresti, che avvengono tra gli urrà dei blogger militari russi, sono soprattutto la conseguenza della rimozione dell’ormai ex ministro della Difesa Shoigu, che ha ceduto la sua poltrona all’economista Belousov (dal curriculum candido e avulso da ogni scandalo, in missione per Putin per tagliare sprechi e razionalizzare i fondi per la guerra).

“Il Cremlino sta usando il pretesto delle accuse di corruzione come scusa per nascondere le vere ragioni per estromettere dal ministero della Difesa individui specifici, caduti in disgrazia” per l’Institute for the Study of war. Scrive Andrey Soldatov, tra i più grandi esperti di forze armate russe, che si tratta “dell’attacco più grave contro l’esercito russo in quasi 25 anni di governo Putin”.

Uno dopo l’alto gli alti papaveri della Difesa, dalle carriere ora decapitate, cadono per mano del controspionaggio dell’Fsb, il dipartimento Dvkr (creato da Putin poco dopo il suo arrivo al potere), che ha raccolto informazioni negli ultimi mesi ed anni, per farle arrivare sulle scrivanie giuste al momento più opportuno. A volte però ritornano: dall’Africa e dall’oblio, perdonati e medagliati, specie se la linea difensiva sul campo di battaglia è stata battezzata in loro nome. Dopo essere stato rimosso in seguito al tentato golpe dello chef Prigozhin, si mormora che rientrerà tra i ranghi pure il generale “Armageddon” Surovikin.