“Stoltenberg è segretario generale di un’organizzazione, quando sceglie una posizione lo decide riunendo i leader di quelle nazioni e votando. La Nato si muove e si muoverà portando progetti, piani e idee, le spinte singole valgono poco”, dice il ministro delle Difesa Guido Crosetto rispondendo a una domanda sulle parole del segretario generale della Nato. “È legittima l’opinione di Stoltenberg, ma in questo momento è sbagliato aumentare tensione già drammatica, – ha aggiunto il ministro della Difesa – occorre aiutare l’Ucraina a difendersi perché non scoppi la Terza guerra mondiale, ma bisogna lasciare aperta nei prossimi mesi possibilità di costruire una tregua immediata e partenza di un tavolo di pace”.

“L’Italia non è in guerra con nessuno e se è stato giusto aiutare militarmente l’Ucraina, allo stesso tempo non se ne parla nemmeno di togliere il divieto di colpire obiettivi militari in Russia, così come ribadisco che la Lega è contraria a inviare anche un solo soldato a combattere in Ucraina”. Matteo Salvini rilancia la svolta pacifista del suo partito e avvisa Giorgia Meloni in vista del vertice del G7 presieduto dall’Italia a metà giugno: il Carroccio non ha intenzione di allinearsi alla posizione del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che in un’intervista all’Economist ha invitato gli alleati – e in particolare gli Usa – a eliminare le restrizioni a Kiev sull’uso di armi occidentali, in particolare missili, per colpire obiettivi situati in territorio russo. “Noi vogliamo la pace, non l’anticamera della terza guerra mondiale“, dice il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, a Pisa per un’iniziativa elettorale.

Poco prima era stato ancora più netto il suo capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, parlando ad Affaritaliani.it: “A Bruxelles parlano di vertice per la pace ma pensano alla guerra. Inebriati come sono dal furore bellicista, rinnegano la stessa Costituzione europea, che nei suoi principi fondamentali si prefigge di promuovere la pace di fronte alle controversie internazionali”, ha attaccato. “La priorità”, aggiunge, “è intensificare il lavoro diplomatico per arrivare ad una tregua: chi non comprende questo ci sta portando verso una guerra nucleare e sempre più vicini al punto di non ritorno”. Nei giorni scorsi Salvini si era già scagliato contro l’ipotesi, lanciata più volte dal presidente francese Emmanuel Macron, di inviare truppe Nato in Ucraina. E pure il ministro degli Esteri, il vicepremier Antonio Tajani, mostra cautela sulle dichiarazioni di Stoltenberg: “Noi siamo parte integrante della Nato ma ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale. Noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina”.

Dall’opposizione – “Ho detto e scritto più volte di non credere e di non fidarmi più di signori come Stoltenberg. Non più di quanto creda e mi fidi di Putin, cioè meno di zero. Ma la spinta all’escalation bellica del segretario generale della Nato è intollerabile al pari della guerra già in corso in Ucraina da più di 10 anni e resa terribile dall’attacco ordinato da Mosca il 24 febbraio 2022″. Lo afferma in una nota Marco Tarquinio, candidato alle Europee con il Pd

Il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, interviene con un post sui social: “Ci state portando dritti alla terza guerra mondiale“, attacca. E si rivolge direttamente alla premier Meloni: “La strategia di scommettere sulla vittoria militare – che stai subendo passivamente – ci sta portando in guerra. È una follia pensare di mandarci in guerra con la Russia e le sue seimila testate atomiche. Non vi azzardate”, avverte. “Ora smentirete, direte che non è vostra intenzione, perché ci sono le elezioni, ma noi non ci fidiamo. Il governo venga in Parlamento, tolga la maschera, smetta di tenere segrete le armi che inviamo e la strategia che stiamo perseguendo. Vogliamo impegni, voti e scelte vincolanti. Vogliamo subito un negoziato di pace”. Poi rivendica: “Il M5s, contro tutto e tutti, aveva previsto che saremmo finiti a questo punto inviando armi sempre più sofisticate e letali. Potete insultarci quanto volete, ma continueremo ad alzare la voce e a votare per fermarvi e costringervi a cambiare questa strategia fallimentare. La pace non è retorica. Oggi è una emergenza”.

Ma cosa ha detto il segretario dell’Alleanza atlantica nella sua intervista? “È giunto il momento per gli alleati di valutare se non sia il caso di revocare alcune delle restrizioni sull’uso degli armamenti che hanno donato all’Ucraina”, ha sostenuto. “Soprattutto ora che molti combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine, negare all’Ucraina la possibilità di utilizzare queste armi contro obiettivi militari legittimi in territorio russo rende molto difficile la difesa”, afferma Stoltenberg. Il via libera agli attacchi oltreconfine, peraltro, sarebbe solo l’ultima “linea rossa” superata da Washington a proposito della guerra: secondo il New York Times, alla Casa Bianca è in corso un dibattito sulla possibilità di permettere agli ucraini di usare armamenti americani contro obiettivi situati in Russia. A premere in questa direzione, a quanto si apprende, è il Segretario di Stato Antony Blinken, che sta cercando di convincere Joe Biden dopo la sua ultima visita a Kiev e l’inizio della nuova, decisa offensiva russa su Kharkiv. Proprio Biden, però, fino a qualche giorno fa aveva escluso l’ipotesi, nonostante la contemporanea fornitura alle forze ucraine di missili Atacms a lungo raggio.

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