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Delfino si lancia fuori dalla piscina e inizia a contorcersi sul pavimento di fronte ai bambini: “Soffre per esser rinchiuso in cattività”

Uno degli spettatori seduto sugli spalti del Delfinario Nemo di Minsk ha ripreso la scena e l'ha postata su TikTok

di F. Q.
Delfino si lancia fuori dalla piscina e inizia a contorcersi sul pavimento di fronte ai bambini: “Soffre per esser rinchiuso in cattività”

Un delfino è saltato fuori dalla piscina e ha cominciato a contorcersi e a fare movimenti strani sul pavimento mentre il pubblico di bambini e adulti guardava scioccato. L’animale, evidentemente sofferente a causa dello stato di cattività in cui si trova, ha spaventato tutti gli spettatori del Delfinario Nemo di Minsk, in Bielorussia. Uno dei presenti ha ripreso l’intera scena e l’ha pubblicata su TikTok, dove è diventata presto virale.

Il filmato, lungo quasi due minuti, mostra proprio l’animale dolorante che si muove in modo anomalo nello spazio tra la piscina e la prima fila di sedie. Nel mentre, gli altri esemplari ancora nella vasca, sembrano spaventati dalla scena e rimangono vicino all’amico. Ad un certo punto, uno di questi emette un suono molto acuto, in modo da attirare l’attenzione verso il delfino sofferente.

Dopo svariati secondi, finalmente un gruppo di persone si accorge dell’animale e va in suo soccorso. Un membro della staff del Delfinario Nemo, con l’aiuto di un panno e insieme a qualcuno del pubblico, riescono a rimettere il delfino nella vasca. Durante l’operazione di salvataggio, uno degli addestratori è finito in piscina insieme al delfino, mentre un altro si inchinava verso il pubblico.

Non sono ancora chiari i motivi che hanno spinto l’animale a compiere questo gesto, ma un portavoce di Dolphin Project, un’associazione benefica per il benessere degli animali, è intervenuto al DailyMail dicendo: “Comportamenti anomali dei delfini, delle orche, dei beluga e di altri cetacei in cattività sono stati documentati innumerevoli volte, da casi estremi come saltare fuori dalle vasche, a sbattere la testa contro muri o cancelli. Questi sono solo alcuni dei tanti motivi per cui non appartengono agli acquari e ai parchi marini. Ci impegniamo a denunciare i problemi che questi animali affrontano in cattività e a sostenere la fine di questo sfruttamento”.

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