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G7 di Stresa, pochi progressi sugli asset russi. Mosca comunque pronta a reagire. Naufraga la global tax

Pochi progressi al G7 di Stresa sul delicato tema dell’utilizzo a sostegno degli asset russi depositati in Europa, circa 190 miliardi di euro.Come noto, gli Usa spingono per una confisca, i paesi europei sono molto più prudenti per i rischi che ciò comporterebbe per la zona euro. Rispunta l’ipotesi della confisca mascherata: usare gli asset a garanzia di titoli emessi dall’Ucraina per finanziare la ricostruzione. Molto probabilmente si tratterebbe solo di un modo per spostare in avanti le tempistiche del sequestro. Secondo le parole della Segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen l’ipotesi di un prestito garantito dai futuri ricavi derivanti dagli asset russi congelati è la “principale opzione” che sarà sul tavolo dei leader del G7 che a giugno si incontreranno in Puglia. In questa versione si tratterebbe di una soluzione molto più limitata che interessa i ricavi (circa 3 miliardi l’anno) garantiti dagli interessi maturati sugli asset di Mosca.

Nel corso degli incontri sono state ribadite le preoccupazione dei leader europei. Anche la presidente della Bce Christine Lagarde è parsa molto dubbiosa su questa possibilità. Sull’utilizzo degli extraprofitti degli asset russi bisogna “valutare i pro e i contro di queste misure”, perché “vi possono essere ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale e potrebbe derivarne un indebolimento di una importante arma di pressione per il rispetto del diritto in futuro, quindi questa possibilità deve esser guardata con attenzione. È un’arma che va utilizzata con saggezza e con prudenza”, dice il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, precisando che “le banche centrali non hanno perplessità” ma hanno fatto presente questo elemento e la necessità di “avere una base legale più solida, perché sarebbe paradossale se reagissimo a una violazione del diritto internazionale adottando una misura senza senza base legale”.

Il comunicato finale del vertice non aggiunge molto: “Stiamo facendo progressi nelle nostre discussioni su possibili strade per anticipare i profitti straordinari derivanti dagli asset sovrani russi congelati a vantaggio dell’Ucraina, in conformità con il diritto internazionale e i nostri rispettivi sistemi giuridici, al fine di presentare opzioni per fornire finanziamenti aggiuntivi a sostegno all’Ucraina ai nostri leader in vista del vertice pugliese di giugno”. “Vengo dal G7 di Stresa. Direi bene sul tema degli asset russi”, ha detto in serata il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni.

La Russia è ribadisce di essere pronta a reagire alla decisione degli “Stati ostili” di utilizzare i ricavi ottenuti dagli asset russi congelati. Lo ha detto il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov . “Ora dicono ‘Ok, a quanto pare per ora non prenderemo le riserve di oro e valuta estera, non le toccheremo, ma reindirizzeremo i profitti dal loro utilizzo agli scopi da loro stabilitì. Noi possiamo fare lo stesso, abbiamo tutte le opportunità, abbiamo soldi congelati sui conti. Abbiamo anche degli asset e riceviamo delle entrate. Se ci sarà una decisione, faremo lo stesso, risponderemo con la stessa moneta”, ha detto Siluanov.

“Sono soddisfatto per i progressi e l’impegno dei ministri delle Finanze del G7”, dice comunque il ministro delle Finanze ucraino Sergii Marchenko. “I ministri del g7 stanno lavorando duramente per trovare” una soluzione e “hanno abbastanza tempo per portare una proposta al vertice dei leader” di giugno, ha spiegato. Il prestito, per Marchenko, è “una soluzione temporanea”, ma la “soluzione generale” dovrebbe essere la confisca.

I ministri finanziari del G7 si sono comunque detti “determinati ad incrementare le sanzioni finanziarie ed economiche” contro la Russia per “ridurre” i suoi proventi. Misure che, va detto, per ora non hanno sortito gli effetti sperati. Il G7 ha raggiunto un accordo “sull’obiettivo di sostenere l’Ucraina anche nel 2025” ha detto il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, precisando però che “c’è ancora molto lavoro da fare per trovare misure adatte e strumenti concreti”.

Dal vertice emerge anche un’intesa di massima per una collaborazione per monitorare la sovraccapacità cinese. Secondo Yellen, potrebbe essere appropriato per i Paesi assumere azioni commerciali per farvi fronte. Anche qui però le posizioni di Usa e Ue non sono affatto allineate. Sulla sovraccapacità cinese è “evidente che le posizioni assunte dagli Usa hanno ripercussioni, effetti collaterali” sugli altri mercati. “Di conseguenza la discussione, come vedrete nelle conclusioni, va avviata una cooperazione, uno scambio di vedute condivisa con i ministri competenti del commercio estero”, dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “È innegabile che ci siano punti di vista diversi su come affrontare questa vicenda e le possibili ritorsioni”. Langue invece la global tax. “Siamo a un punto quasi morto, ma dobbiamo alimentare la speranza”, ammette Giorgetti. Il ministro ha parlato di riserve di Cina e India e ha ammesso che “la deadline di giugno rischia di essere mancata”.