È tornato in acqua dopo diversi anni il popolo “No Grandi Navi” a Venezia, il movimento che dopo una lunga serie di partecipatissime manifestazioni era riuscito, nel 2021, a spingere il governo (Draghi) a decretare il bando delle grandi navi da crociera dalla Laguna di Venezia, e la costruzione di un porto off-shore per l’attracco delle crociere fuori dalla Laguna stessa.

Oggi diverse decine di barchini sono partiti dal centro, zona Zattere (davanti alla Giudecca) in corteo acqueo fino a Fusina, per la manifestazione che segna in qualche modo il ritorno del movimento. Stavolta, il “nemico” non sono più le enormi navi da crociera che, transitando davanti a San Marco, avevano contribuito in modo determinante all’indignazione, locale e non, che aveva portato al lungo dibattito e infine al decreto del 2021.

Stavolta il problema è meno visibile, un Terminal, a Fusina appunto, in zona Marghera, e due canali che dovrebbero essere scavati sott’acqua per consentire alle barche più grandi di arrivare a Marghera più numerose, e a quelle più piccole (fino a 60 mila tonnellate) di attraccare alla Marittima, in prossimità di Venezia centro. Due canali e soluzioni “temporanee”, secondo l’Autorità Portuale, ma sia l’invasività dei lavori previsti, sia i milioni investiti (158) hanno contribuito a risvegliare il movimento No Grandi Navi, che in questa nuova fase punta a mettere insieme gli abitanti di tutta la Laguna, anche della gronda e della terraferma, contro quello che considerano una manomissione dell’ambiente lagunare e il tradimento del decreto Draghi.

Il concorso di idee per il porto off-shore, a distanza di anni, è infatti ancora in corso, affossato dai ricorsi di chi riteneva di essere stato ingiustamente escluso dall’Autorità portuale: una recente sentenza del Consiglio di Stato, ad aprile, ha dato ragione ai ricorrenti, e l’Autorità ha riaperto la gara. Un motivo in più, per i No Grandi Navi, per evitare di investire in soluzioni temporanee dentro la laguna con impatto simile. Oggi in centinaia si sono incontrati all’ora di pranzo, per poi partire, poco dopo le 15, nelle varie barche messe a disposizione degli attivisti. Il piano prevedeva di “inseguire”, per contestare, una nave della Msc, ma questa ha anticipato il passaggio di un’ora, probabilmente per evitare la temuta contestazione. Protagonista del corteo un nuovo “dragone” totemico, disposto su tre barche diverse, che il movimento ha deciso di utilizzare come simbolo di questa nuova fase della protesta, e alcuni voluminosi cartonati a rappresentare gli animali e l’ambiente della laguna.

Il corteo, scortato dalle motovedette della polizia e sprovvisto della nave Msc da inseguire, si è diretto fino al terminal di Fusina. Lì lo aspettava un presidio di circa 200 persone arrivate dalla terraferma, ma anche le forze dell’ordine che puntavano a evitare il ricongiungimento dei due gruppi. E gli attivisti hanno atteso, per quasi un’ora, una seconda nave Msc in arrivo, che non ha potuto evitare la contestazione a colpi di bandiere e slogan, con relative foto. Per Ruggero Tallon, del comitato No Grandi Navi, si tratta di “un nuovo inizio, cambiano gli obiettivi, diventano più complessi, nasce un nuovo popolo della laguna” per difendere città e ambiente. Lontani per ora i grandi numeri delle manifestazioni del passato, ma è la prima volta che una manifestazione “No Grandi Navi” puntava a una traversata così impegnativa con i barchini.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Il giornalista di Dagospia Alberto Dandolo aggredito in casa, gli hanno gridato: ti devi fare i c…i tuoi”

next