Il cantante si è confidato a cuore aperto in occasione dell'evento "IEO con le donne"
“Ho tanta stima di chi reagisce e supera ‘questa cosa’ Mia mamma l’ha affrontata per la prima volta nel 2001 e poi ancora durante la pandemia. Ora sono pronto per parlarne. Magari scriverò una canzone“. Ha esordito così Ghali ospite a IEO con le donne, l’appuntamento che l’Istituto europeo di oncologia ogni anno dedica alle donne che vivono o hanno vissuto l’esperienza del cancro al seno. Infatti, il cantante con “questa cosa” parla proprio del tumore che ha colpito sua madre Amel (nome che in arabo vuol dire speranza, ndr) per due volte.
Ghali ha raccontato: “Appena superato quel problema, tutto è migliorato, è entrata luce nella nostra vita. Ci hanno dato una casa del quartiere dove sono cresciuto, Baggio, che mi ha dato tanta creatività e tanta forza. Ho iniziato a credere in Dio, mi si è accesa la passione per la musica”. Durante la serata, il cantante italiano di origine tunisina ha approfondito il racconto legato alla sua infanzia: “Penso che un bambino non possa sapere di cosa si tratti finché non succede, è quasi da non crederci. Ho dovuto fare i conti con una delle tristi realtà della mia vita. Sono stato scosso da tanti traumi, questo è stato uno di quelli. Nonostante tutto, però, ho dei bei ricordi, anche simpatici, forti, d’amore”. Ghali ha poi raccontano di altri momenti difficili, come il fatto di dover andare a trovare suo padre in carcere.
Alla domanda su quali persone fossero le persone che gli sono state più vicine in quel periodo, il cantante ha risposto: “Mia mamma ha sempre avuto tanti amici gay. Uno di loro si occupava di me: dormivo da lui, mi accompagnava e mi veniva a riprendere a scuola. In quel periodo ho anche imparato a conoscere alcune diversità che ci sono tra di noi, come l’omosessualità. Credo che la forza che nasce dopo un evento del genere possa essere determinante per la vita e possa cambiarla in meglio”.
Tornando sulle problematiche legate al tumore della madre, Ghali ha raccontato: “La prima nel 2001 e sappiamo bene com’era la chemioterapia: massacrante. La seconda volta durante il Covid. È stata inaspettata, ma ce la siamo vissuta in maniera assolutamente diversa. La paura c’è sempre, però fin da subito ci siamo sentiti protetti e in sicurezza grazie ai medici dello IEO. Provo tanta ammirazione per loro. D’altra parte mia mamma ha sempre voluto che diventassi un pilota o un dottore”. Successivamente, il cantante ha detto di voler trasformare ciò che ha passato in musica: “È una delle tante cose che non ho ancora affrontato e che ho paura di andare a toccare. È come se l’avessi vissuta in prima persona e ci vuole una certa maturità per “riaprirla”. Forse adesso sono pronto. Magari scriverò una poesia, magari una canzone“.