Enti locali sul piede di guerra per quello che sta emergendo con i decreti attutativi di una legge di bilancio improntata all’austerità. In sostanza più fondi del Pnrr ha ricevuto un Comune, più consistenti dovrebbero essere i tagli a cui è sottoposto. Lo stato con una mano dà, con l’altra riprende. Per la metà la sforbiciata avverrà infatti ” in proporzione ai contributi assegnati a valere sulle risorse del Pnrr”, per il resto in relazione alla spesa corrente. In tutto, Comuni e Province, dovranno risparmiare 250 milioni all’anno per 5 anni, per un totale di 1 miliardo e 250 milioni di euro.
“Giorgia Meloni si conferma regina dell’austerità, sono molto gravi i tagli che il governo sta facendo ai Comuni: 250 milioni”, dice oggi la segretaria del Pd Elly Schlein. “Soprattutto – aggiunge – è grave la scelta del tutto insensata di tagliare maggiormente quei Comuni che stanno più spendendo risorse del Pnrr”, “con il Pnrr si possono costruire i muri degli asilo nido ma con i tagli di Giorgia Meloni non ci saranno le risorse per gli educatori e per le educatrici”. “Siamo estremamente preoccupati e ci stringiamo ai sindaci che stanno denunciando questi pericolosi tagli”.
“Doppiamente insensati i tagli ai Comuni del governo Meloni. Insensati perché si aggiungono ad altri tagli: il reiterato azzeramento del fondo affitti e il taglio del reddito di cittadinanza, che scaricano sui Comuni il compito di fronteggiare il disagio abitativo e i disagi sociali, specie delle persone adulte e sole. Insensati perché il Governo sceglie assurdamente di punire i Comuni più impegnati negli investimenti finanziati con il Pnrr, già sforbiciati dal nuovo Piano del ministro Fitto”, rincara Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale Pd.
Il ministro per gli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto assicura che ci sarà un confronto: “D’intesa con i ministri Giorgetti e Piantedosi, il governo valuterà le considerazione e le esigenze del sistema degli enti locali e darà delle risposte”. Il viceministro Maurizio Leo, da poco “sfiduciato” sul redditometro, dice che “Questi temi li stanno trattando nello specifico l’altra ala del nostro ministero, sicuramente stanno facendo degli approfondimenti adeguati per evitare che ci siano delle ripercussioni negative per il mondo degli enti locali”.
Sabato il presidente dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani) Antonio Decaro aveva commentato che “Le modalità con le quali il Mef intende applicare ai Comuni la spending review prevista dalla legge di bilancio aggravano tutte le nostre peggiori preoccupazioni. Ci aspettavamo una proposta molto diversa, anche se avevamo già lanciato l’allarme e ora dobbiamo confermarlo: con una decisione paradossale e irragionevole il governo intende tagliare le risorse di parte corrente penalizzando fortemente i Comuni che hanno ricevuto i finanziamenti del Pnrr e sono impegnati nella realizzazione delle opere pubbliche”. Sulla stessa linea dell’Anci c’è l’Upi – l’unione delle Province – secondo cui “siamo all’assurdo”, è una norma “oggettivamente priva di senso”.