Piazza San Pietro è stata il palcoscenico di uno spettacolo straordinario con protagonista Roberto Benigni, che ha affascinato il pubblico durante la Giornata mondiale dei bambini, voluta da Papa Francesco. L’attore toscano ha fatto un vero e proprio show, toccando però molti temi d’attualità nel suo lungo monologo e chiudendo con un potente appello alla pace. “Un bacio glielo posso dare? A che servono i baci se non si danno? Le dò un bacio che ne vale centomila, da parte di tutti loro”, ha esordito il mattatore toscano salutando il Pontefice.
Benigni ha poi spiegato al pubblico: “Nooo Santità, ma lei qui a portata di mano. Avrei voglia di venire lì a baciarla. Non so come dimostrare il mio amore. Lei che è argentino, potrei ballare un tango qua davanti. Per dimostrarle il mio amore e il mio affetto. Solo che sa che prima di entrare mi si sono avvicinate due Guardie Svizzere e mi hanno detto: ‘signor Benigni lei può fare qualsiasi cosa ma non può toccare il Papa.’ No, ho detto, ma come? Ora da quando me lo hanno detto io ho voglia di fare solo quello. Sapete, quando vi dicono di non fare una cosa a voi bambini e volete fare solo quella. Come Adamo ed Eva che gli dissero non mangiare la mela e loro zac a mangiarla. Ora io un bacio glielo posso dare, le do un bacio che ne vale centomila“. Quindi si è avvicinato al Papa, seduto sul sagrato e circondato da decine di bambini, e lo ha salutato con due baci sulla guancia. “Grazie Roberto,” ha risposto il Pontefice, visibilmente divertito.
“Questo è un rigoglio, sembra una scena del Paradiso. Saluto tutti i bambini e le bambine, i bimbi malati, le mamme, i babbi, i nonni, gli accompagnatori, tutti i cardinali, tutte le persone importanti che sono qua. Saluto il sindaco di Roma Gualtieri, il signor presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Saluto tutti, quelli importanti li ho salutati tutti. Non manca nessuno,” ha scherzato Benigni, chiedendo alla folla: “C’è qualcun altro da salutare?”.
“Sono pieno di felicità. Sono pieno di gioia come un cocomero”, ha continuato Benigni, rivolgendosi ai bambini presenti. “Quasi quasi per le prossime elezioni mi presento io, insieme a lei, facciamo insieme il campo largo. Mettiamo sulla scheda il nome Jorge Mario Bergoglio, detto Francesco: vinciamo subito”. E ancora: “Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro, costruite un mondo migliore, noi non ci siamo riusciti. Rendete il mondo più bello: il mondo ne ha bisogno, e voi lo potete fare,” ha esortato Benigni rivolgendosi ai piccoli presenti in piazza. “Cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici, e per farlo bisogna essere felici. Siate felici, diventate l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini”.
Infine, non è mancato un accenno alla situazione geopolitica sempre più tesa a causa dei conflitti in Ucraina e Israele: “Il mondo è governato da persone che non sanno cosa sia la misericordia, l’amore. E così commettono il più stupido dei peccati, la guerra: una parola brutta, che sporca tutto. Dobbiamo porre fine a questa cosa. La guerra: che parola brutta, sporca tutto. Eppure dobbiamo porre fine a questa cosa. I bambini quando giocano a fare la guerra, al primo che si fa male si fermano. La guerra deve finire. Ce la dobbiamo dimenticare. Mi direte: è un sogno. Si, ma le fiabe possono diventare vere. Ora noi abbiamo i dischi volanti veri. Siamo dei maghi. Siamo stati bravi. Siamo diventati maghi e allora quello che diciamo può diventare vero. Il problema è trovare le parole giuste. Per la guerra non ci siamo ancora riusciti eppure c’è”, ha incalzato Benigni. Per poi concludere: “Dobbiamo trovare le parole giuste, che facciano diventare le cose vere, nessuno ha trovato la parola giusta per fermare la guerra: ‘guerra fermati’, un po’ come ‘apriti sesamo’. Eppure sono convinto che in mezzo a voi ci sia chi troverà la parola per fermare la guerra, dobbiamo cercarla insieme”.